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Torna Le luci della centrale elettrica: storie di migrazioni e deserto in “Stelle marine”

Vasco Brondi, aka Le luci della centrale elettrica, ha pubblicato “Stelle marine”, il primo singolo del nuovo album “Terra”, in uscita il prossimo 3 marzo.
A cura di Francesco Raiola
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Vasco Brondi (Foto di Ilaria Magliocchetti Lombi)
Vasco Brondi (Foto di Ilaria Magliocchetti Lombi)

È uscito questa mattina il primo singolo de Le luci della centrale elettrica, il progetto musicale di Vasco Brondi, di cui è atteso l'uscita dell'album, "Terra", il prossimo 3 marzo. La canzone, invece, si chiama "Stelle marine", arriva a qualche giorno dalla pubblicazione del primo teaser: tappeto di percussioni su cui si poggia un testo come al solito molto lavorato, in cui ogni parola è scelta con precisione chirurgica. "Ho sentito la tua voce in una conchiglia in questa notte alcuni superano i deserti i mostri marini i loro destini", canta Brondi ed è nota l'attenzione maniacale con cui lavora sul testo, su quello che vuole raccontare e alla scelta delle immagini con cui farlo, perché anche solo facendo attenzione a questo primo singolo non si possono non notare gli accostamenti di immagini "l’acqua si impara dalla sete, la terra dagli oceani attraversati" o anche "in questa notte buia un razzo lanciato come una stella filante, un canto struggente arriva in centro trasportata dal vento la sabbia del deserto". La migrazione, senza dubbio, terre da cui parte la speranza, terra di preghiere (e chissà che non in Nord Africa quella città stupenda in cui "sono sacri gli interessi dell’Eni") sono parte del significato di un testo che dà sempre l'impressione di voler comunque andare oltre il tema singolo e che, come spiega il cantautore su Facebook è una vista dall'alto di una città che racchiude tante cose:

E’ una città vista dall’alto, una città moderna che prima o poi sarà una città antichissima. Dentro ci sono gli insulti e le preghiere, dei canti allegri e struggenti, gli interessi dell’Eni, il cielo dipinto di blu metallizzato, chi si salva camminando sulle acque del Mediterraneo, la sabbia del Sahara che a volte ritroviamo sul parabrezza della macchina dopo che ha piovuto. La 90 che è la circolare esterna, l’autobus che prendevo appena arrivato a Milano sette otto anni fa sentendomi molto solo e molto contento di essere lì. Più che un singolo un’apripista, la settimana prossima uscirà un’altra canzone e quella dopo un’altra ancora.

"Terra", album più libro

Sarà “un disco etnico ma di un’etnia immaginaria (o per meglio dire ‘nuova') che è quella italiana di adesso. Dove stanno assieme la musica balcanica e i tamburi africani, le melodie arabe e quelle popolari italiane” come ha detto lo stesso Brondi. Per adesso sappiamo che questo nuovo lavoro – prodotto artisticamente dallo stesso Brondi e da Federico Dragogna dei Ministri – sarà accompagnato da un libro, “La grandiosa autostrada dei ripensamenti”, che è un diario di viaggio ambientato tra l'Adriatica e un'isola vulcanica, tra studi di registrazione seminterrati e paesi disabitati in alta montagna, tra la Pianura Padana, il Nord Africa e l'America".

La descrizione della copertina

E a proposito di viaggi, la copertina raffigura l’opera di land art “Seven Magic Mountain” dell’artista svizzero Ugo Rondinone che Brondi descrive così:

Dalla prima volta che ho visto quest’opera su internet, qualche mese fa, ho capito che aveva a che fare con quello che stavo scrivendo. Si chiamano Seven Magic Mountains, sorgono nel deserto del Nevada, sono enormi e fosforescenti ma sono solo pietre accatastate l’una sull’altra. Fanno capire come gli esseri umani riescono a rendere spettacolare anche un deserto e contemporaneamente sono una metafora di Las Vegas, a mezz’ora di distanza, ovvero del niente luccicante. O della nostra terra, lo splendido deserto italiano visto con gli occhi di chi cerca di sbarcarci. È un’opera di Ugo Rondinone, un artista svizzero che vive a New York. La fotografia invece è di Gianfranco Gorgoni, originario di un paese che si chiama Bomba in Abruzzo si è trasferito a New York negli anni Sessanta ed è diventato tra le altre cose un’importante fotografo di Land Art, quando questa forma d’arte non aveva ancora un nome. Ho scoperto anche che era sul palco a Woodstock e sono sue le foto di Jimi Hendrix durante quel concerto e anche molti dei ritratti leggendari di Basquiat o di Keith Haring. Io avevo in casa una sua foto in cui c’erano uno accanto all’altro De Chirico ed Andy Wharol, due mondi distanti vicinissimi.

La copertina di "Terra"
La copertina di "Terra"

Tutte le date del tour

All’uscita del disco seguirà un tour che partirà il 16 marzo ed è organizzato da Godzillamarket. Queste le date nel dettaglio:

16/03 – FONTANAFREDDA (PN) – ASTRO CLUB (data zero)
17/03 – CESENA – VIDIA
23/03 – TORINO – HIROSHIMA MON AMOUR
24/03 – RONCADE (TV) – NEW AGE
31/03 – NAPOLI – DUEL BEAT
07/04 – ROMA – ATLANTICO
08/04 – SENIGALLIA (AN) – MAMAMIA
13/04 – MILANO – ALCATRAZ
15/04 – PERUGIA – URBAN
16/04 – GROTTAMMARE (AP) – CONTAINER
17/04 – MOLFETTA – EREMO CLUB
21/04 – BOLOGNA – ESTRAGON
23/04 – GENOVA – SUPERNOVA
27/04 – TRENTO – SANBAPOLIS
28/04 – FIRENZE – OBIHALL

Il testo di Stelle marine

In questa notte di disordini e sentinelle
è andata via la luce e tutti hanno visto
per la prima volta le stelle
in questa terra di fuochi non piove da mesi
ovunque minacce e preghiere scritte in arabo in italiano in cirillico
con ideogrammi cinesi
in questa città moderna che un giorno sarà una città antichissima
scolorita da troppa pioggia e troppo sole
sarà bellissima
ho sentito la tua voce in una conchiglia
l’acqua si impara dalla sete
la terra dagli oceani attraversati
la pace dai racconti di battaglia
ho sentito la tua voce in una conchiglia
in questa notte alcuni superano i deserti
i mostri marini i loro destini
hanno i segni sui polsi dei sogni enormi e i documenti falsi
in questa terra di laghi di vulcani di corsie preferenziali
persone sorridenti e cieli sereni
sono sacri gli interessi dell’Eni
in questa città stupenda
dove si infrange l’onda migratoria
e il dormiveglia di chi passa tutta la notte sulla 90
ho sentito la tua voce in una conchiglia
l’acqua si impara dalla sete
la terra dagli oceani attraversati
la pace dai racconti di battaglia
ho sentito la tua voce in una conchiglia
in questa notte buia
un razzo lanciato come una stella filante un canto struggente
arriva in centro trasportata dal vento la sabbia del deserto
in questa terra di confusissimi sogni
d’oro d’argento di cemento armato
il cielo è sempre più blu blu metallizzato
in questa città tutto è illuminato
e fuori dalla stazione danze tribali esplosioni cartoline
un bambino appena nato le sue mani sembrano stelle marine
ho sentito la tua voce in una conchiglia
l’acqua si impara dalla sete
la terra dagli oceani attraversati
la pace dai racconti di battaglia.

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