Il quinto Beatles esisteva: esce in Italia l’autobiografia di Brian Epstein
Pensare a ciò che è stato ascritto nella categoria dei miti non permette di guardare oggettivamente alle cose. Ad esempio, analizzare l'influsso che Brian Epstein, il quinto Beatles (come lo definiva la band), sul gruppo stesso, potrebbe lasciar trasparire effetti totalmente positivi, considerando ciò che i Fab Four sono diventati. Invece così non fu, ed è una cosa che viene a galla semplicemente leggendone l'effettiva biografia. Epstein divenne manager dei quattro di Liverpool quando ancora non erano ciò che sono storicamente rimasti, ovvero il punto di svolta della musica moderna.
Ebbe delle intuizioni commerciali importanti, li convinse ad essere meno rudi, ad edulcorarsi, indossare giacca e cravatta, che attutirono l'immagine rock che si erano costruiti, li convinse al proverbiale inchino a fine concerto e queste si rivelarono di certo delle mosse fondamentali. Tuttavia negli affari pare si dimostrò un disastro, poco scaltro, incapace a garantire ai Beatles i guadagni cui avrebbero potuto accedere.
Tutto questo traspare nella biografia di Brian Epstein, dal titolo Una cantina piena di rumore – L'autobiografia dell'uomo che invento' i Beatles, per la prima volta in uscita nelle librerie italiane, che ripercorre tutto ciò che riguardò il sodalizio tra il quartetto più celebre della storia ed il loro strampalato manager. Brian Epstein morì proprio a cavallo di quel periodo nel quale cominciò a temere di non essere più utile ai Beatles, ovvero quando, in corrispondenza della scadenza del loro accordo contrattuale, decisero che non si sarebbero più esibiti dal vivo. Le sue dipendenze da droghe e psicofarmaci vennero acuite da una sorta di depressione che portò all'inevitabile morte nel 1967, a soli 32 anni. Indubbiamente un mito, chissà cosa ne sarebbe stato dei Beatles se non fosse finita in maniera così tragica.