Il Premio a Ennio Morricone dà un tocco d’Italia ai Grammy Awards
Quest'anno sappiamo già che i Grammy Awards, ovvero gli Oscar della musica mondiale, parleranno anche un po' italiano e lo faranno con una voce importante che si leverà al di sopra di chiunque altro. Sì, perché è già noto che Ennio Morricone, uno dei maggiori compositori per cinema e tv, riceverà il prestigioso Grammy Trustees Award 2014 (assegnato a "personalità che, durante la loro carriera musicale, hanno dato contributi significativi, oltre alle performance, nel campo delle incisioni"), nella cerimonia che si terrà domani sera al Nokia Theater di Los Angeles, seguendo idealmente un altro italiano candidato però ai veri Oscar, quelli cinematografici, ovvero Paolo Sorrentino. Un inizio anno col botto per l'Italia, che si ritrova rappresentata con pezzi da novanta, a nascondere la solita impalpabile visibilità quando parliamo di cinquine musicali. Oltre a Morricone, infatti, nelle 82 categorie che saranno premiate non ci sono artisti italiani, ma questo non meraviglia.
A contendersi i premi saranno i nomi noti, con un paio di eccezioni che eccezioni vere e proprie non sono, ma esordienti che spesso fino a qualche mese fa nessuno conosceva. Succede con la giovanissima neozelandese Lorde che ha fatto incetta di visualizzazioni e vendite col suo primo singolo "Royals" tratto dall'esordio "Pure Heroine". Lorde è tra i candidati a "Miglior album", "Migliore canzone", "Miglior performance pop" e "Miglior album pop" e favorita, stando ad alcuni scommettitori, per la prima categoria. Un'altra sorpresa è il duo rap Macklemore & Ryan Lewis che hanno ottenuto sette nomination fra cui "Album dell'anno", "Canzone dell'anno" per "Same Love", tormentone del 2013. Due nomi che sono sorprese se pensiamo alla loro fama solo qualche mese fa, ma che si sono, poi, conquistati le nomination meritatamente. E gli oscar della musica non sono quelli più prevedibili del Cinema, dove un'idea sui vincitori ce la si può fare anche con un po' di anticipo. Ai Grammy, ad esempio nel 2008 il jazzista Herbie Hancock battè i più accreditati Amy Winehouse e Kanye West per il miglior album dell'anno, mentre addirittura Justin Bieber fu battuto nel 2011 dalla jazzista Esperanza Spalding tra gli artisti emergenti. Assieme a loro, ovviamente, nomi ben più importanti, come Daft Punk, Justin Timberlake, Pharrell Williams, Bruno Mars e tanti altri.
"La nostra è una comunità molto creativa e la sua opinione su cosa deve essere considerata grande musica potrebbe essere un po' differente da quella del pubblico generalista" ha detto Neil Portnow, presidente della National Academy of Recording Arts and Sciences, che organizza i premi.
Proprio per questo, anche quest'anno le sorprese non sono escluse e quali saranno, se ci saranno, lo scopriremo domani sera.