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Il mistero sulla morte di Andrea Durin, collaboratore di Vasco, Battiato e Nek

Il 18 febbraio è morto, in Colombia, Andrea Durin, musicista e backliner di molti artisti italiani, tra cui Nek, Vasco e Battiato. Una morte che per le autorità è stata naturale ma che non convince il fratello dell’uomo.
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Era stato Nek uno dei primi a ricordare Andrea Durin, il 50 enne musicista rock e backliner di alcuni dei maggiori artisti italiani, morto il 18 febbraio – ma la notizia alla famiglia è stata data giorni dopo – in un albergo di Bogotà. Residente a San Vito di Montelupo Fiorentino, Duran era partito per il Sud America ad inizio febbraio e da allora aveva continuato a tenere attivi i suoi social network anche nei giorni immediatamente precedenti a una morte che, stando a quanto riferiscono le fonti della Polizia locale, citate dal Corriere della Sera, è avvenuta per cause naturali non essendo state trovate ferite ed ecchimosi, né tracce di droghe, psicofarmaci, tranquillanti.

L'uomo, oltre a gestire un pub, il Jailhous, a Firenze, era stato backliner di artisti come Nek, appunto, ma anche Vasco Rossi e Franco Battiato, oltre a dover essere parte della squadra di J-Ax e Fedez per il loro prossimo tour, stando a quanto riporta il Tirreno. Ma nonostante le fonti ufficiali parlino di morte naturale, il fratello di Andrea, Paolo, non è convinto che tutto sia come sembra e sta chiedendo che le indagini tolgano ogni possibile dubbio dalla morte di Durin: "La salma di mio fratello è in un frigorifero all’istituto di medicina legale a Bogotà da giorni, a diecimila chilometri di distanza da qui. E io non so quando e se riuscirò ad andare lì per il riconoscimento della salma. Spero che l’ambasciata mi dia una mano. So soltanto che la polizia colombiana sta indagando (…) Devo andare laggiù insieme a mio nipote per il riconoscimento della salma – racconta ancora Paolo, che vive a Firenze – ma non ho neanche il passaporto e nessuno è in grado di dirmi come posso fare. Forse potranno farmi un visto temporaneo, ma al momento non c’è niente di definito" ha detto al Tirreno.

E onde evitare qualsiasi tipo di speculazione, Paolo ha spiegato al Corriere: "Mio fratello stava benissimo, non faceva uso di droghe ed era partito il 6 febbraio per una vacanza avventura in Honduras e Colombia". Resta il dubbio e l'attesa per capire quando potrà partire per riconoscere Andrea e cercare di capire per quali motivi ha perso quel fratello che solo due giorni prima di morire postava status arrabbiati contro il secondary ticketing, stortura del mondo in cui viveva e a cui si dedicava.

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