Il flop di Janet Jackson, verso la fine di un mito degli anni ’90
Se Janet Jackson potesse tornare indietro nel tempo, magari viaggiando comodamente in DeLorean, si può essere certi del fatto che il visore sarebbe impostato al 1997, anno d'uscita di "The Velvet Rope", disco con cui la sorella di Michael si è presa tutto, anche un Grammy per "Got ‘til It's Gone". Lo farebbe volentieri perché "No Sleep", singolo che ha lanciato soltanto una settimana fa per BMG Records, dopo una massiccia campagna stampa, non vende, non passa in radio, non sale su iTunes e sulle chart di ascolti streaming. In classifica, negli Usa, non è riuscita ad andare oltre la posizione numero 70. In pratica, è a impatto zero. E la stampa americana ci ragiona su, un po' ci scherza scrivendo "No Sleep, No Sales".
Ma "Houston, abbiamo un problema". Le superstar in auge negli anni '90 faticano tutte a stare in piedi. Come Janet Jackson, a soffrire di mal di vendite anche Mariah Carey, ormai in cima ai trend più per il suo aspetto fisico e per le stonature, che per gli zeri sull'airplay. Si difende Jennifer Lopez, anche riesce a tenere botta molto meglio, evitando cadute libere come quella di Janet. "No Sleep" dopo una settimana è fuori dal circuito delle radio che contano, riuscendo ad occupare solo alcune stazioni locali. Le più importanti la considerano troppo soft per una canzone estiva, un groove che non scalda e non tiene l'attenzione. Ecco spiegata l'indifferenza delle radio di "Serie A".
Se questo è l'andazzo, quando uscirà il nuovo disco il prossimo ottobre, è lecito aspettarsi un vero e proprio tracollo. Altro che "Nipplegate", quando quel fuori di seno fece discutere l'America in diretta durante la finale del SuperBowl, stavolta il "caso" è la sua musica.