“Il Drive in per eventi culturali garantisce sicurezza e dà una speranza per ripartire”
Claudio De Magistris è il Direttore dell'Arena Flegrea, la più grande arena del Sud Italia e da anni si occupa di organizzazione eventi a Napoli e non solo. E proprio l'Arena Flegrea è uno dei luoghi da cui potrebbe partire la sperimentazione dei Drive In per gli Spettacoli. Nei giorni scorsi si è parlato di rimodellare il vecchio format cinematografico per eventi che andassero anche oltre quelli legati a quel settore: piccoli concerti, one man show o chissà cos'altro. In molti hanno storto il naso all'idea di godere di un concerto chiusi in auto, con un audio sicuramente debole e senza la possibilità di vivere fisicamente un live, eppure, spiega De Magistris potrebbe, essere almeno un modo per dare un segnale e chiedere attenzione a un settore troppo spesso relegato in secondo piano nonostante il peso sulle persone.
Claudio, ci chiarisci un po' questa idea del drive in: come lo state pensando?
È un'idea che è maturata in questo periodo in modo da tentare comunque di proporre in grande sicurezza una soluzione per una lenta ripartenza nel comparto. È da tanto tempo che mi occupo di organizzazione eventi, ma anche di Cinema e quella di rispolverare i drive in mi è parsa, in primis come fruitore, un'idea interessante. Ovviamente è una soluzione che penso orientata soprattutto alla proiezione di film cinematografici, ma anche con la sperimentazione con forme di spettacolo dal vivo. Poi sarebbe un progetto che garantisce una sicurezza anche superiore dell'andare al supermercato a fare la spesa, fermo restando quelle che saranno le direttive adottate. Anzi, siamo anche un po' in attesa.
In effetti pare che non sia una priorità quella di rassicurare il settore…
Sappiamo quanta sofferenza c'è nel settore, sono tante le voci che si stanno alzando, anche perché è il primo settore ad aver subito lo stop e sarà l'ultimo, probabilmente, a riprendersi. Eppure non mi sembra che l'argomento sia una priorità: a volte pare che ci si interessi più a garantire la tintarella, il taglio di capelli… ma di arte, cultura e musica dal vivo se ne sta parlando proprio poco. Per non parlare dei numeri, che sono sempre sottovalutati: ci sono i lavoratori del settore, ovviamente, e a loro si aggiunge anche un bell'indotto, e se allarghiamo il campo agli eventi fieristici, alle cerimonie etc parliamo di un pezzo importante dell'economia. Tutto ciò che riguarda la Cultura in generale si latita, si è parlato dell'apertura dei Musei e almeno quello è un bel segnale, anche se poi senza turisti…
Voi sareste già pronti a partire con questa operazione?
Io parlo in quanto direttore dell'Arena Flegrea, l'arena più grande del Sud Italia, che in questi ultimi anni è diventata un punto di riferimento dello spettacolo e della musica dal vivo della regione e non solo e lo sottolineo, appunto, proprio per spiegare che noi ci teniamo pronti per qualsiasi eventualità, essendo una delle poche strutture in giro che può da subito garantire la possibilità – nel momento in cui ci dovesse essere una riapertura – di gestire il distanziamento sociale, gli ingressi, le dimensioni del palco, il numero di bagni, i parcheggi etc. Qualora dovesse esserci una riapertura, che sembra lontana comunque, noi ci teniamo pronti, nel frattempo proprio perché la fase di lockdown sembra prolungarsi, la soluzione del drive in – spolverando un antico format, casomai con una formula nuova – ci è sembrata una soluzione che garantisce da un lato sicurezza e dall'altro la possibilità sia di far fruire al pubblico un momento diverso, sia riattivare lentamente il mondo dello Spettacolo.
Ma a te, come utente, piace questa soluzione?
Io sono tra quelli che non riesce a immaginarsi un concerto rock all'interno di una macchina, per vari motivi: dalla sostenibilità economica, certo, al fatto che ci sono alcuni tipi di spettacolo che hanno bisogno di una determinata fruizione, per motivi legati alla qualità dell'audio ma anche al semplice dover stare seduti in un'auto. Quindi è chiaro che va pensata una programmazione ad hoc, qualora fosse possibile.
Quindi cosa immagini per uno spazio del genere?
Si può fare Cinema e trovare delle formule sperimentali che vanno dal film musicato dal vivo allo sperimentare degli spettacoli teatrali con poche persone sul palco o monologhi, fino a pensare delle formule concerto ragionate ad hoc. Capisco, insomma, chi è turbato al pensiero di voler andare a un concerto così. In più, per quanto gli spazi possano essere grandi, nel momento in cui si va a progettare un evento del genere – contando gli spazi per le distanze delle auto, ad aree di ingresso e uscita o margini di manovra – i numeri non potranno mai essere superiori alle 400/500 macchine. Ma parlo di idee a livello nazionali, non solo di Napoli, oltre al capire anche come funziona per quanto riguarda le bici o le moto.
Avete materialmente cominciato a prendere qualche contatto con artisti?
Guarda, io ho ricevuto entusiasmo e disponibilità da parte di alcuni artisti, però prima ancora di fare una programmazione bisogna capire se e quali saranno le normative e le possibilità per rendere fattibile una cosa del genere, insomma prima bisogna risolvere la questione amministrativa e burocratica, poi quella tecnica e infine quella artistica. In più bisogna organizzarsi per migliorare la qualità dell'ascolto: immagino che questa sia una delle cose che fa più discutere, ovvero passare da strutture di altissima qualità a un audio minore. È pure vero che molti stanno fruendo da casa di live streaming, concerti ed eventi di qualità bassa.
Ma questo progetto, onestamente, è economicamente sostenibile? Sforza di Utopia, parlava del bisogno di poter sfruttare quelle aree almeno per quattro mesi.
Un aspetto interessante di un format del genere è che può essere previsto per un periodo lungo, anzi magari può essere più disagevole nei periodi caldi ma migliore a settembre, ottobre, novembre, per motivi climatici. In più, sì, per poter ammortizzare le spese e non avendo grandi numeri la continuità aiuta. Poi, è chiaro che già in periodi normali già ci sono difficoltà a far quadrare i conti, e talvolta ci di riesce con sponsor privati o con l'aiuto di Regioni o Comuni che possono essere sensibili e sostenere: noi, però, lo stiamo pensando in totale autonomia, in chiave di autosostenibilità. Prima di fare questo discorso di aiuti agli eventi, comunque, sarebbe bene parlare prima di come sostenere tutti gli operatori, i lavoratori, i macchinisti, i fonici, gli operatori luce, e tutte quelle migliaia di persone che si sentono abbandonate, insomma la priorità sarebbe pensare a qualcosa per loro. Anche questo, nel suo piccolo – se diffuso in tutta Italia, in qualunque forma sia -, questa è un'idea per partire da subito, almeno potrebbe far ripartire la macchina. Oltre al fatto che mi piace pensare che sia un buon messaggio.