Il diario dei Minus One dall’Eurovision 2016: ‘L’esibizione, poi l’urlo: Siamo in finale!’
Oggi dovremmo scrivere solo questo: siamo in finale… Basta ed avanza. Quattro mesi e dieci giorni di durissimo lavoro, per arrivare a questo risultato! Inutile dire che siamo felicissimi: abbiamo tutti celebrato fino a questa mattina, e la maggior parte di noi sono ancora in stato comatoso a letto. GP ci ha chiamati per un meeting nel pomeriggio, penso che avrà un gruppetto di zombie.
Martedì è stata dura: abbiamo avuto la prima prova alle 3 del pomeriggio, è andata bene, ormai ci siamo abituati. Ma è chiaro che eravamo tesi per la semifinale: con che faccia potevamo tornare a Cipro se nemmeno ci qualificavamo? Questa è la dura legge di queste qualificazioni: chi passa è, per qualche giorno, un eroe; chi non passa, rischia di perdere la faccia ed il proprio futuro, soprattutto se è un “azzardo”, come nel nostro caso.
Quindi eravamo tesi, tra le prove ed il ritorno all’Arena, avevamo circa un’ora e mezza di tempo, e siamo andati a mangiare un boccone… questo ci ha rilassato un poco. Ma il tempo è passato in fretta e siamo tornati all’Arena. La zona “Artists Bubble” era piena a tappo, tutti parlavano anche del fatto che alla finale di sabato ci sarà Justin Timberlake, un segno che il mercato USA sta prestando attenzione ad Eurovision. E per noi, ovviamente, questa è un’ottima notizia!
Il tempo passa lento: è strano come le 3 ore prima dell’evento sembrino 30, ed i 3 minuti della canzone passano come 3 secondi. Così è la vita: corri corri corri… e poi aspetti aspetti aspetti.
Vediamo tutti che si preparano, ovviamente guardiamo con attenzione alle fanciulle: il team Finlandese è il nostro preferito, tutte biondissime, molto simpatiche. Di fronte a noi c’è Iveta Mukuchyan, la cantante Armena: è bellissima. Se fosse un concorso di bellezza, noi arriveremmo ultimi di certo…
Ok, è il momento: si parte. Solita catena di montaggio: si arriva dietro il palco, c’è Sergey Lazarev già pronto, soliti baci ed abbracci, è davvero un grande. Vediamo uscire Iveta, indossa un abito che è un costume da bagno, passa ci abbraccia e saluta, e quando prosegue tutti noi a seguirla con lo sguardo, lo spettacolo è notevole e ci distrae un attimo….
Sergey, poi Gabriela, ed ecco il nostro turno. GP ci abbraccia forte, ci vede partire, lui rimane in backstage, ci vede ogni volta sul video! Ma siamo carichi e ci sentiamo forti. Siamo sul palco, non sentiamo nemmeno l’urlo della folla né il fatto che cantano la nostra canzone, perché gli auricolari ce lo impediscono (ce lo dirà dopo GP!). Ma sentiamo che sta andando bene, vediamo la gente di fronte a noi, e quando finiamo ci togliamo subito gli auricolari per sentire l’urlo: è esaltante, forte, possente. Usciamo in fretta, GP è lì con un sorriso che dice tutto. È andata benissimo.
Ma ora, l’attesa. Ci sediamo nella Green zone (che ovviamente è blu, chissà perché la chiamano così) e lì aspettiamo che finisca lo spettacolo. Ed arriva il momento delle votazioni. Passano i 15 minuti, salutiamo i (pochi ma belli) fans che sono venuti da Cipro per stare con noi.
Sappiamo dalle centinaia di messaggi che ci arrivano sui telefonini che Cipro è impazzita, sia la canzone che la scenografia sono piaciute tantissimo, il contatore dei messaggi degli iPhone sembra un trottolino: 140, 180, 270, 520, incredibile non si ferma mai! Fantastico!
Ma adesso è il momento, credo che i nostri cuori si siano fermati…. Il mio di sicuro. Vengono annunciati, in modo casuale (non esiste un elenco in ordine di voti presi, solo chi è selezionato e chi no): prima un paese, poi un altro, ricordo la Russia nominata per terza, poi aspetto, aspettiamo, il quarto, il quinto, il sesto, accidenti ma è possibile, il settimo non siamo noi, l’ottavo nemmeno, siamo fottuti maledizione ma come è possibile… E poi un cameramen si avvicina alla nostra posizione, sembra esitare ma poi si mette di fronte a noi. Capiamo ma non osiamo ancora esultare. Ma ora viene detto il nome e siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii ce l’abbiamo fatta cazzarola siamo dentro siamo in finale. È un urlo liberatorio quello che esce dalle nostre bocche. GP ci dirà più tardi che si è sentito come Tardelli quando segnò il suo famoso gol ai mondiali del 1982!
È fatta… ci aspetta la press conference, ma ora è tempo di festeggiare. E lo abbiamo fatto!