Il cugino di George Michael: “Era tornato a usare droghe pesanti” e accusa l’ex compagno
Il cugino di George Michael, il cantante morto il giorno di Natale a causa di un arresto cardiaco, Andros Georgiou ha parlato alla BBC spiegando che la popstar, negli ultimi tempi, era tornato nel tunnel delle droghe e che probabilmente è stato proprio quello a ucciderlo. Nonostante le autorità abbiano dichiarato la morte di Michael "difficili da spiegare ma non sospette", il cugino ha spiegato che il cantante aveva ricominciato a utilizzare droghe pesanti, ma nega che possa essersi suicidato, come riferito da alcune voci girate nei giorni scorsi. Georgiou ha spiegato come Michael preferisse il crack, la sua preferita, negando, però, che abbia fatto uso di eroina: "Credo che ne prendesse troppa, mescolata con antidepressivi e altre droghe di cui era dipendente, più l'alcol" ha spiegato alla conduttrice, aggiungendo: "Credo che a quel punto il suo cuore abbia semplicemente smesso di battere". Il cantante aveva avuto problemi di droghe in passato, ma è noto come abbia cercato di disintossicarsi e lo conferma lo stesso cugino il quale, però, parlando con persone che lo avevano incontrato negli ultimi tempi, ha cominciato a sospettare che "fosse stato portato dalla parte oscura": "Credo che abbia avuto pensieri suicidi anche perché la sua mente era abbastanza confusa – ha continuato l'uomo che con il cugino ha collaborato nel periodo di maggiore successo negli anni '90 -, ma non credo che possa essersi suicidato".
Le inchieste della Polizia
Nei giorni scorsi la Polizia ha controllato i proprietari di tutte le auto che hanno parcheggiato nei pressi della casa del cantante per capire se tra loro fosse possibile trovare qualche notizia ulteriore sulla morte dell'uomo. Su Facebook, poi, sempre Georgiou era intervenuto per parlare dell'ultimo compagno di Michael Fadi Fawad, uno dei personaggi più chiacchierati di questi giorni. L'uomo infatti, subito dopo la morte del compagno ha spiegato di essere stato tutto il tempo con lui, ma che quella notte era rimasto a dormire in auto, fuori dalla casa del cantante quindi e nei giorni scorsi le sue parole sono state passate al setaccio per cercare eventuali incongruenze, anche perché una delle piste seguite dalle Forze dell'Ordine era quella della ricerca di eventuali pusher della popstar.
Le critiche a Fadi Fawad
E così, con un post di due giorni fa l'uomo ha spiegato di essere tornato sui tweet di Fawad e "più leggo e più trovo cose su Fadi che non mi fanno più stare zitto. Non è vero che era con YOG (nomignolo con cui era noto George Michael) 24 ore al giorno, non hanno mai vissuto assieme, lui viveva, infatti, in una delle case di Regents Park. E anche se fosse vero, perché non erano assieme la vigilia di Natale? E perché dormì in auto? Troppe domande emergono. Ogni giorno che passa mi arrabbio sempre di più a causa delle bugie che leggo, spero che nessuno guadagni neanche un centesimo dalla sua morte e ogni centesimo dovrebbe andare dritto in una delle organizzazioni benefiche di Yog che ora sapete quanto abbia aiutato".
"Attorno a lui troppi Signor Sì"
Il post continua così: "Non se n'è mai vantato, è stato un eroe in ogni parte del mondo oltre a essere il più grande talento che questo Paese abbia mai prodotto, un vero gentiluomo che ha perso la strada, se solo non ci fossero stati così tanti Signor Sì attorno a lui probabilmente sarebbe ancora vivo. Una cosa è certa, non è stato un suicidio".