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I Subsonica agli studenti: “Creatività significa libertà” (VIDEO)

I Subsonica sono tornati con “Una nave in una foresta” toccando subito la prima posizione della classifica degli album più venduti. Qualche giorno fa li abbiamo incontrati a Napoli, in occasione dell’incontro coi fan e con gli studenti della Federico II con cui hanno parlato di creatività e tecnologia.
A cura di Francesco Raiola
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Nel 1997, quando uscì l'album omonimo, i Subsonica divennero quelli che unendo rock, elettronica, clubbing a una visione pop riuscirono a diventare una di quelle band di successo che non perde la stima di chi li seguiva anche quando non erano mainstream. Sì, perché i Subsonica nascono tra centri sociali e Murazzi, riuscendo, in brevissimo tempo, ad arrivare a un pubblico enorme. Una cosa per nulla scontata. Diciassette anni sono tanti, si fanno delle scelte e si hanno degli scazzi; un tempo discograficamente molto ampio e questi ultimi 17 anni sono cambiati molto sia a livello discografico che di industria. Samuel, Max Casacci, Boosta, Ninja e Bass Vicio sono partiti in un mondo in cui il loro sincretismo musicale fu un colpo enorme, uno shock (se visto così in larga scala), hanno sperimentato, cambiato, si sono ammorbiditi nei suoni (“Eden”), per tornare un po' più verso le origini con l'ultimo "Una nave in una foresta" nel quale pare di leggere una voglia di cambiamento, che pone comunque la radici nel passato e che, in qualche modo, parla di un presente complesso in cui i problemi non mancano, da quelli ambientali a quelli personali, come l'anoressia, passando per un bisogno e una voglia di cambiamento.

"Ripartire da zero per reinventarci"

"Abbiamo cominciato a dimenticare tutto quello che abbiamo fatto prima per avere una condizione di azzeramento, ripartire da zero per reinventarci un'altra volta" mi hanno detto durante un incontro alla Feltrinelli di Napoli dove la band ha incontrato i fan per il classico, ormai, firma copie, rispondendo alle loro domande. Un rapporto stretto quello tra la band e il proprio pubblico, che lo segue da sempre e nella prima settimana di uscita dell'album li ha spinti al numero uno della classifica degli album più venduti, e che durante il tour si materializzerà sul palco grazie all'iniziativa #GIFdidomenica. La band, infatti, ha invitato tutti i fan a narrare la loro domenica con le classiche immagini in movimento attraverso la funzionalità “Azione” di Google+. Pubblicando le GIF con l’hashtag #GIFdidomenica su Google+ avranno la possibilità di esssere scelti dal gruppo per assistere da posizione privilegiata al loro live e le migliori GIF saranno letteralmente indossate attraverso l’innovativa tecnologia “wearable” – ci informa un comunicato stampa della band – che permetterà, attraverso delle giacche particolari – nate grazie alla collaborazione con la start up di base a Londra CuteCircuit -, di riprodurre le immagini a ritmo di musica.

Musica e innovazione

Innovazione e musica, insomma, ovvero un connubio che li caratterizza da sempre e che è stato anche il tema dell'incontro con gli studenti che la band ha fortemente voluto. Assieme a Lello Savonardo, Docente di Comunicazione e Culture Giovanili, Fanpage ha parlato con loro di linguaggi creativi e creatività più in generale. Una discussione che ha spaziato dal significato del termine "creatività", appunto, che Samuel sintetizza con quello di "libertà", passando per il cambiamento del rapporto tra pubblico e band e nel cambiamento dell'intermediazione dei media nel loro rapporto. Ma anche nella nascità della loro musica, di cui avevano accennato anche il giorno prima, quando Casacci aveva spiegato che "quello che io e Samuel facciamo sui testi è lasciarci trasportare dalle suggestioni sonore delle tracce sulle quali abbiamo lavorato. Ci sono parole che per certi versi i suoni ti tirano fuori, ci sono concatenazioni tra brani e a un certo punto dopo che tutti i pezzi hanno preso forma, ti rendi anche conto di quello di cui stai parlando. Ma la stessa cosa non sarebbe possibile se fosse predeterminata, cioè, se noi dicessimo a tavolino che quest'album lo vogliamo fare così. Quindi c'è anche uno stupore da parte nostra relativamente al fatto che determinati meccanismi sono degli automatismi che noi solo in parte riusciamo a governare".

I testi e il rapporto col pubblico

Sul come nascano le canzoni e come capiti di ritrovarsi nelle mani significati nuovi a cui non si era pensato inizialmente si sofferma sempre Casacci, quando dal palco dell'Academy Astra ha spiegato la genesi di "Specchio", e di come una canzone sul sé si strutturi inglobando una seconda lettura, quella dell'anoressia. Succede mentre si cerchino corrispondenze su Google alla parola "specchio", appunto e ci si ritrova a consultare "siti in cui si discuteva di anoressia" e così si legge un testo che stava nascendo da un altro punto di vista, ci si ferma un secondo, perché il tema è delicato da affrontare, e si decide di procedere, anche perché era un racconto che si incastrava perfettamente in quel libro che è "Una nave in una foresta". Poi, incalzati, i Subsonica parlano anche di come sia cambiato il rapporto con il pubblico e quello del pubblico con la musica. "Mentre una volta – dice Casacci (che, mi perdonerà, cito a memoria) – tutto era più lento, la vita media di un album era molto più lunga e c'era la possibilità di soffermarsi molto più a lungo a ragionare sui testi, le musiche etc, oggi è tutto più veloce, non c'è più la possibilità di riflettere e se prima un album poteva anche arrivare dopo giorni, settimane e addirittura mesi, oggi se non colpisci prima, con i singoli che anticipano l'uscita, lo streaming etc, si rischia che l'album muoia dopo pochi mesi", sottolineando anche come ci sia un problema importante da risolvere, come quello della sostenibilità, problema a cui l'industria sta cercando un rimedio – che pare sempre più quello dello streaming -, ma che coinvolge in prima persona anche le diverse band.

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