I Maneskin non possono aggiornare il tour: “Solidarietà a chi soffre per la guerra in Ucraina”
I Maneskin si sono scusati con i fan per non averli ancora aggiornati sul recupero delle date rimandate nei giorni scorsi a causa dello stato causato dalla pandemia di COVID-19. La band aveva posticipato il "Loud Kids on tour 22" dicendosi dispiaciuti per il tanto lavoro fatto: "Sfortunatamente negli ultimi giorni abbiamo avuto brutte notizie in merito alle regole delle capienze nei locali. Non possiamo garantire tutti i concerti perché ogni Paese ha le sue regole, e dobbiamo attenerci a questo, ovviamente, perché vogliamo che i nostri concerti si tengano in totale sicurezza per tutti" avevano scritto in uno status. Dopo qualche giorno sui social la band ha condiviso un messaggio in italiano e in inglese per spiegare il motivo del ritardo dei nuovi annunci.
La band ha scritto: "Nonostante la nostra volontà di comunicarvi gli aggiornamenti riguardo al tour italiano ed europeo entro il 1° di marzo, non siamo in grado di definire e di condividere le nuove date in questo momento di tensione per l’Europa e per il mondo intero". La band ha così toccato anche il tema della guerra tra Ucraina e Russia, spiegando din essere vicini a tutte le persone che stanno soffrendo per la guerra: "Siamo più vicini che mai ai nostri fan, ai nostri partner e a tutte le persone afflitte dalla guerra in questo preciso momento. La nostra solidarietà va a tutti coloro che stanno soffrendo a causa del conflitto in Ucraina e speriamo che la violenza in atto possa vedere una fine".
A questo punto la band spiega di voler dare aggiornamenti al più presto possibile: "Insieme a questa speranza abbiamo anche quella di potervi dare aggiornamenti il prima possibile, in tempi di pace. Vi ringraziamo per la grande pazienza e per la comprensione, come sempre. Vi siamo più vicini che mai e abbiamo grande speranza per il futuro". Tra le date la band avrebbe dovuto esibirsi sia in Ucraina che in Russia, i Maneskin infatti avrebbero suonato il 7 marzo a Kiev e spostarsi, poi il 9 marzo a Mosca e l'11 a San Pietroburgo.