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I 50 anni dei Doors, la band che ha acceso il fuoco di intere generazioni

Il 4 gennaio 1967 uscì “The Doors”, primo album del gruppo omonimo capitanato da Jim Morrison: fu l’inizio della storia di una delle band più influenti e iconiche della musica mondiale.
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The Doors (Getty Images)
The Doors (Getty Images)

"The Doors" fu il primo e probabilmente anche il migliore – sicuramente il più iconico – album della band formata dal cantante e poeta Jim Morrison, dal tastierista Ray Manzarek, il chitarrista Robby Krieger e dal batterista John Densmore. Una delle esperienze più importanti della Storia della musica, nacque a Los Angeles, prima come resident band al London Fog e successivamente allo storico Whisky a Go Go, dove suonarono alcuni dei migliori gruppi di quegli anni: "La settimana prima della nostra data finale al London Fog, Ronnie Harran, che organizzava i concerti del Whisky a Go Go, venne da noi e si innamorò della band – raccontò Manzarek in un'intervista a Billboard -. Ci chiede ‘Ragazzi, non è che vi andrebbe di essere la resident band del locale' e noi gli rispondemmo ‘Ma stai scherzando? Certo che ci piacerebbe'".

L'uscita di The Doors

Furono quelli i primi passi che portarono i Doors e il suo frontman a diventare vere e proprie leggende. Il loro rock che si mescolava al blues, i testi liberatori e psichedelici di Jim Morrison ne fecero veri e propri miti e quel loro primo album – a nome loro -, uscito il 4 gennaio del 1967 raccoglieva esattamente tutte le caratteristiche che li avrebbero fatti entrare nella leggenda. "The Doors", considerato uno degli album cardine della Storia musicale, infatti, oltre ad avere alcuni dei brani simbolo del gruppo, da "Break On Through (on the other side" che lo apre ci sono anche pezzi come "Light My Fire" e "The End" che si stamperà nella memoria collettiva anche grazie ad "Apocalypse Now" di cui accompagna le prime scene.

Un album variegato

L'album spazia dalle atmosfere più psichedeliche, al blues e al rock, appunto, sale e scende nei toni, passando da quelli più sostenuti e allegri a quelli più notturni, alterna testi di sesso e morte, ed esplode in canzoni come "Light My Fire", forse la loro canzone più nota, in cui Morrison canta il sesso in un pezzo scritto per la maggior parte da Krieger, e rallenta in pezzi come "Soul Kitchen" fino all'epilogo di "The End": "Ogni volta che ascolto questa canzone assume un significato diverso. Comincia come una semplice canzone di arrivederci, probabilmente a una ragazza, ma a volte pare un arrivederci a una certa infanzia. Non so. Credo sua sufficientemente complessa e universale nel suo immaginario che può essere qualunque cosa uno voglia".

L'ispirazione di "Light My Fire"

Parlando di "Light My Fire" alla NPR, invece, Manzarek spiegò da dove arrivava l'influenza in un discorso che avrebbe potuto tranquillamente allargarsi anche oltre il singolo:

Conoscevamo Maddy Waters e anche Howlin' Wolf, John Coltrane e Miles Davis, senza contare Jan & Dean, i Beach Boys e il suono surf. Robby Krieger ci mise un po' di chitarra flamenco, io portai un po' di musica classica assieme al blues e al jazz, e sicuramente era pesantemente dentro il mondo jazz. Jim, invece, portò la poesia beatnik e quella simbolista francese e questo è la miscela dei Doors, un po' come il sole che sta tramontando nell'Oceano Pacifico alla fine della civilizzazione occidentale.Ne è la fine. La civilizzazione occidentale termina qui in California, a Venice Beach, per questo eravamo lì, cercando di inventare un nuovo mondo psichedelico.

La giornata dedicata ai Doors

E proprio a Venice, Los Angeles, il 4 gennaio sarà istituita la "Giornata dei Doors", in una proclamazione che avverrà alla presenza dei due membri superstiti John Densmore e Robby Krieger oltre ai familiari di Ray Manzarek e Jim Morrison: "Le nostre canzoni escono fuori dal Pacifico – ha detto Densmore -, come i fantastici pesciolini d'argento e pare che il mondo ne abbia mangiate un bel po'".

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