“Hai paura del buio?”, Manuel Agnelli: “Dobbiamo cambiare la visione della cultura e della musica in Italia”
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"Hai paura del buio?" è uno degli album più conosciuti degli Afterhours e da qualche mese è anche il nome di un festival itinerante che ha come scopo quello di "innescare una specie di spirale positiva e quindi fare rete tra artisti e altre iniziative (…) e rivendicare le professionalità attorno alla cultura", dice Manuel Agnelli a Federico Guglielmi che lo ha intervistato, assieme a Rodrigo D'Erasmo, per Fanpage.
Un festival, quello organizzato dal gruppo, che ha si è svolto prima a Torino e poi a Roma e che ha visto alternarsi sul palco tantissimi artisti, non solo musicisti, visto che, come dice D'Erasmo il festival "proprio per la sua interdisciplinarità è molto plasmabile, mutabile anche rispetto spazio che lo ospita".
"Hai paura del buio?", che ha raccolto anche l'apprezzamento del ministro Bray, ha anche un manifesto molto chiaro che trovate qua e che recita, tra le altre cose: "La cultura è il nostro modo di fare politica. La cultura è politica". Un concetto che lo stesso Agnelli spiega nell'intervista che potrete ascoltare per intero sopra: "[In Italia] C'è un vuoto di potere quindi le lobby che prima ci tenevano chiusi nei nostri orticelli sono crollate e questo ha creato la crisi economica, ma anche un'enorme libertà d'azione. È un momento importante per cambiare la visione della cultura in Italia, quindi anche la visione della musica e di come si vive la musica in questo paese".
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Il Festival, continua Agnelli, nasce anche per "diventare un esempio di imprenditoria culturale" visto che non tutti si rendono conto che anche dietro a un evento del genere si muove l'economia e di fronte alle critiche che hanno colpito il progetto Agnelli risponde che è "naturale che quando muovi qualcosa ci sia una reazione uguale e contraria. Però le critiche servono, quando sono motivate, a farci capire quello che riusciamo a trasmettere e quanto riusciamo a comunicare bene le cose" e continua sottolineando i tanti sforzi e le frustrazioni "ma i risultati sono stati superiori, quindi le soddisfazioni sono tantissime" poi è normale che "Un festival da solo non cambia niente ma fare queste cose non è neanche più una scelta, è necessario" chiude.
E per quanto riguarda gli Afterhours? Cosa bolle in pentola? La risposta la dà D'Erasmo: "Non riusiamo a non far bollire qualcosa in pentola, a partire dal festival. Di qui a breve credo che ci rivedremo in studio. Gli After ambiscono ad essere sempre più un progetto e non solo una band".
Intanto se vi foste persi le prime due date dell'evento, potete recuperare il 30 ottobre, quando la carovana si trasferirà all'Alcatraz di Milano e la band di Agnelli si esibirà in due sorprendenti set completamente diversi tra loro, previsti rispettivamente dalle 19.00 alle 19.30, e dalle 22.00 alle 23.30. Oltre a loro, però, sul palco si alterneranno anche ospiti speciali come Piero Pelú, Giuliano Sangiorgi dei Negramaro e Pierpaolo Capovilla e Giulio Ragno Favero de Il Teatro Degli Orrori. Il ricavato della serata sarà devoluto all'organizzazione umanitaria Soleterre per sostenere il “Programma Internazionale di Oncologia Pediatrica".