Goro, Milva chiede di abbassare i toni e spiega: “Se vivessi ancora là, li avrei aiutati”
Il respingimento, con tanto di barricate, che gli abitanti di Goro hanno attuato nei confronti di un gruppo di migranti (in cui vi erano anche alcune donne incinta), nei giorni scorsi, è diventato velocemente un caso nazionale, facendo del paese del ferrarese il centro della discussione politica italiana, con i cittadini che si difendevano dalle accuse del resto d'Italia. Fino a quel momento, Goro era conosciuta a livello nazionale, però, soprattutto per essere stato il Paese che ha dato i natali a Milva, una delle grandi signore della musica italiana – attualmente, però, vive a Milano – che è legata alla sua città natale anche per l'appellativo di "Pantera di Goro" in contrasto alla Tigre di Cremona con cui era nota Mina e con cui, assieme anche a Iva Zanicchi, formavano uno dei trittici di voci più importanti dell'Italia musicale di quel tempo.
Le critiche alla Prefettura
E Milva ha lasciato passare qualche giorno e raffreddare gli animi, prima di dire la sua sui suoi ex concittadini a cui si è rivolta col bastone e con la carota. La cantante, infatti, che da un po' di anni si è ritirata dalle scene, ha spiegato che se abitasse ancora là non avrebbe avuto problemi ad ospitare alcuni di quei migranti a casa propria: "Se vivessi ancora nella mia Goro e potessi disporre di adeguati spazi sarei stata lieta di dare una mano, una speranza, un sollievo a chi ha dovuto abbandonare tutta la propria vita, verso un futuro incerto" ha scritto in una nota in cui spiegava il proprio pensiero. Ma la cantante ha anche voluto dare una bacchettata alle Istituzioni ree di non aver fatto troppa attenzione alle modalità di comunicazione attuate dalla Prefettura: "Pare abbia avvisato il Comune dell’arrivo dei migranti con tempi troppo stretti. Forse, con una tempistica maggiore, il nostro paese avrebbe potuto prepararsi e gestire al meglio l’accoglienza assieme alle associazioni di volontariato".
Stemperare gli animi
E infine cerca di stemperare un po' gli animi e chiede di abbassare i toni anche ai media che si sono gettati sull'argomento: "Ho trovato toni molto enfatici, su alcuni articoli letti sulla stampa, che temo possano far aumentare le questioni razziali. Forse, parole più pacate avrebbero potuto favorire, almeno in parte, una distensione del clima, andando anche a ricercare qualche scricchiolio nella macchina organizzativa"