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Gli Indochine choc con “College Boy”, a rischio censura in Francia (VIDEO)

Il gruppo francese Indochine ha realizzato un video con alcune sequenze definite ultra-violente. In “College Boy” un giovane studente, vittima dei suoi coetanei, viene pestato a calci e pugni, crocifisso e infine ucciso a colpi di kalashnikov.
A cura di Simona Saviano
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Lo scorso 11 febbraio gli Indochine, gruppo musicale new wave e alternative rock, hanno lanciato il nuovo album "Black City Parade". Il video del secondo singolo estratto, College Boy, è stato duramente criticato ed è attualmente a rischio censura in Francia. La band francese ha proposto al cineasta canadese Xavier Dolan la realizzazione della clip, che trasmette diverse fasi delle molestie a scuola vissute da uno studente. Il risultato, secondo alcuni, sono delle sequenze che inciterebbero alla violenza. Il leader degli Indochine Nicola Sirkis ha difeso quella che è l'idea sottostante a College Boy: un processo educativo.

Una sequenza ultra violenta in College Boy degli Indochine – Protagonisti del video degli adolescenti dal look molto curato che rendono la vita di un compagno di scuola un vero e proprio inferno. Si parte da quello che potrebbe essere un semplice gesto: i bulli lanciano alcune palline di carta contro la vittima che si trova al centro della classe, gli rompono l'armadietto e gli tirano addosso un pallone da basket. Le violenze non finiscono qui: passano i minuti e la tensione in College Boy sale e il giovane viene picchiato e pestato a terra con calci e pugni. Purtroppo per lui, gli episodi di bullismo sono destinati a continuare: in una terribile sequenza viene legato ad una croce e sparato da colpi di arma da fuoco da alcuni compagni mentre altri filmano la scena con un cellulare. I pochi adulti, dei poliziotti nello specifico, chiudono un occhio, quasi come bendati di fronte alle atrocità commesse.

La difesa del regista Xavier Dolan – Il video è stato girato e realizzato dal giovane regista del Qebec Xavier Dolan, vincitore con il film Laurence Anyways degli ultimi TIFF Awards 2012, che ha difeso la sua opera:

Volevo andare al limite, non per scioccare le persone, ma per dimostrare che questa situazione è possibile, perché non c'è nulla che possa impedirlo. La questione non è chiedere perché mi sono spinto così oltre, ma cosa impedirebbe un gruppo di adolescenti di andare così lontano, visto che le lobby americane che producono armi sono così potenti. Questo è il mio punto di vista da uomo nordamericano, ma le persone si fanno lapidare ovunque. Dire che incoraggia la violenza è completamente stupido. E' più violento questo dei film che vengono proiettati sugli schermi tv di tutti i giorni? Non c'è ambiguità con il messaggio trasmesso dal clip: è la non-violenza. Si entra subito in empatia con lo sfortunato protagonista. La società funziona secondo il concetto del branco: o ne sei parte oppure no, è troppo difficile opporsi. Mi dà fastidio, nell'ambito dei videoclip musicali ci sono così tante scene razziste, violente e degradanti, per le donne ad esempio, che censurare il mio video sembra assurdo.

Il video degli Indochine a rischio censura – A difendere il cineasta è sceso in campo anche il leader della band, Nicola Sirkis che ha affermato: "Non cerchiamo scandalo". Fatto sta che la grande popolarità degli Indochine ha messo in allarme il Consiglio Superiore dell'Audiovisivo (CSA): al vaglio sembra ci sia la possibilità di censurare il video College Boy, o almeno di limitare la sua diffusione in alcune fasce orarie e vietarlo agli under 18.

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