Giordana Angi sul palco con Sting: “Che onore! È stato convinto dalla mia scrittura”
Giordana Angi e Sting sul palco, cantando Amore/Love for her: è questo lo spettacolo a cui si potrà assistere all'Auditorium Parco della Musica nelle prossime ore. L'ennesimo traguardo per la cantante che, dopo aver partecipato ad Amici e al Festival di Sanremo 2020, ha da poco concluso le registrazioni per il suo prossimo album. Un lavoro che verrà tradotto in quattro dischi con traduzioni e adattamenti diversi: italiano, francese (l'artista è madrelingua), inglese e spagnolo, grazie all'aiuto del produttore statunitense Martin Kierszenbaum (collaboratore, tra gli altri, di Lady Gaga, Keane e lo stesso Sting). Sullo sfondo, anche la sua partecipazione alla festa della musica francese, in diretta televisiva nazionale, con Pascal Obispo, con cui si è esibita con il brano J'étais pas fait pour le bonheur. Qui l'intervista a Giordana Angi.
Che cosa si prova a salire sul palco con Sting?
È sicuramente un onore per me essere ospite sul palco di Sting. Come musicista, per me è stato sempre un punto di riferimento per questo ne sono onorata. Una delle cose che mi sorprende e mi rende più felice è il brano che cantiamo, Amore, un mio riadattamento del suo brano For her love. Mi ha chiamato subito dopo averlo sentito e mi ha detto che gli avrebbe fatto piacere cantarlo assieme. Non è una cosa che accade tutti i giorni, soprattutto perché sono state le mie parole e la mia scrittura ad averlo incuriosito. Non riesco a pensare a ciò che succederà quando saremo insieme sul palco.
Un rapporto con la scrittura che si è evoluto nel tempo.
È un legame che è nato sin da piccola, avevo 14-15 anni quando mi sono avvicinata al mondo della scrittura. Le letture, soprattutto la poesia, mi hanno catapultato in un altro mondo, anche se inizialmente mi accorgevo che avevo una scrittura troppo articolata per un brano musicale. Negli anni ho cercato di affinare queste distanze e diventare più comprensibile agli altri, cercando di mantenere uno stile comunque poetico.
Nel tuo lavoro da autrice, qual è l'artista con cui hai trovato più affinità?
Tiziano Ferro. È l'artista con cui ho legato di più, dal punto di vista musicale ed affettivo, anche perché mi ha aiutata molto nei primi passi, poi venivamo dalla stessa provincia ed è la prima persona con cui ho collaborato. Mi accorgevo quanto mi insegnasse quando gli mandavo un brano e andavo a controllare tutte le sue modifiche.
È in arrivo il tuo prossimo album, anzi i prossimi quattro in quattro lingue diverse: come nasce questa idea?
Il disco nasce da una chiamata con Martin Kierszenbaum, che dopo esser venuto in Italia e aver ascoltato un mio pezzo, si è innamorato della mia voce e voleva collaborare con me. All'inizio ero incredula, poi abbiamo cominciato a lavorare e ci siamo trovati in studio a parlare di "Todo Cambia" di Mercedes Sosa. È uno dei miei pezzi preferiti in assoluto e lì è venuta l'idea di approcciare alla musica che stavamo scrivendo anche in spagnolo: sono anche madrelingua francese, quindi avevamo pensato di utilizzare anche questa traduzione. A quel punto abbiamo pensato che la soluzione fosse di proporre quattro versioni del disco in quattro lingue diverse: italiano, inglese, francese e spagnolo.
Com'è stato lavorare su quattro fronti?
Io mi sono occupata degli adattamenti in italiano e francese, mentre lui, avendo origini argentine, si è occupato di quelli in spagnolo e inglese. È stato un lavoro enorme che è terminato il primo luglio, facendo anche una scrematura di pezzi non necessari all'interno del progetto. Saranno 12 tracce, tra cui quella che canterò sul palco con Sting. Nelle ultime settimane sono in stretto contatto con il produttore che sta mixando i brani, ed essendo anche io produttrice, so quanto sia difficile lavorare su un brano per quattro versioni. Ogni volta che lo sento gli prometto che gli farò una statua alla fine dei lavori: per adesso gli ho regalato già una mano gigante. Poi dovrò trovare un bravo artigiano che faccia il resto del lavoro.
Negli scorsi mesi, sei salita anche sul palco con con Pascal Obispo per esibirti con il brano J’étais pas fait pour le bonheur. Quali sono state le sensazioni?
Credo sia stato un nuovo capitolo della mia carriera: essere sul palco con lui, cantando un nostro pezzo in diretta televisiva nazionale è stato incredibile. Ci siamo esibiti alla festa della musica francese e l'accoglienza è stata fantastica: poi il brano è rientrato nelle canzoni più riprodotte in radio. È stato bello anche perché ho condiviso queste emozioni con la mia famiglia francese.
Da pochi mesi hai lasciato Amici e l'etichetta 21Co: qual è il ricordo più bello di questa esperienza?
Sicuramente la prima puntata del serale, quando ho partecipato nel 2019. Lo studio all'epoca, prima del Covid-19 e del lockdown, ospitava quasi 2mila persone e già in quel momento potevi notare la netta differenza rispetto al pomeridiano. Quell'anno ero nella squadra di Ricky Martin e mi ricordo che durante la prima entrata in studio sentivo solo un casino infernale dei fan per lui. Incominciai a tremare e pensai che non sarei arrivata fino alla fine: fortunatamente poi mi sono tranquillizzata.
Mentre un ricordo di Sanremo 2020?
Sicuramente le scale: ci fu una processione di persone che venne ad avvertirmi della pericolosità e del rischio che cadessi. Ho risolto in pochi minuti la questione indossando delle scarpe di ginnastica. C'era chi ha cercato di convincermi a cambiarle, ma non ho sentito ragioni.