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Gionnyscandal dice addio all’emo-trap: “La mia musica non mi piaceva più, così ho cambiato tutto”

A due anni dall’uscita di “Black Mood”, Gionnyscandal ritorna con il suo nuovo progetto: “Anti”. Il disco, che uscirà il prossimo 7 maggio è un cambio di direzione musicale per l’artista milanese, dall’emo-trap al punk pop, ma anche un progetto che esalta la libertà artistica, sessuale, con la collaborazione del frontman dei Simple Plan Pierre Bouvier.
A cura di Vincenzo Nasto
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Il prossimo 7 maggio esce "Anti" di Gionnyscandal, un disco rivoluzionario per l'artista milanese, che dopo esser stato uno degli interpreti maggiori dell'emo-trap in Italia, ritorna alle sue origini: al post-punk. Il progetto, che vede la collaborazione della star internazionale Pierre Bouvier, frontman dei Simple Plan è composto da 14 tracce ed è stato anticipato negli scorsi mesi dall'uscita dei singoli "Salvami" e "Coca e Whisky". Gionnyscandal ha parlato di libertà, anche sessuale con riferimenti al Ddl Zan, ma anche di genere, facendosi portavoce di un movimento anti, che si allontana dalle classifiche in Italia dominate dalla trap. Un progetto che nasce dopo aver capito che la musica che produceva non era più di suo gradimento, un gesto inatteso quanto forte, e che rimette in discussione la sua posizione all'interna della scena. Ma Gionnyscandal è abituato a rischiare, come quando ha deciso di posare nudo, coperto solo da una chitarra, in copertina.

Che cosa significa Anti per te?

Anti è libertà di esprimersi, libertà sessuale, libertà in tutte le sue definizioni. Sempre nel rispetto degli altri. Anche se è stato concepito molto prima del Ddl Zan, raccoglie la sua libertà e il suo rispetto per qualsiasi orientamento. Ho cercato di unire più concetti in questo disco, rigorosamente post punk. È nato tutto da un pomeriggio di insoddisfazione, anzi forse di mesi di insoddisfazione, in cui la mia musica non mi piaceva più.

Quindi stravolgi tutto?

Sì, ero con il mio produttore e abbiamo avuto il coraggio di lanciarci in questo progetto post punk, dopo anni di emo-trap. Questo disco va anche oltre le classifiche italiane, che ci propongono sempre la stessa cosa: trap, trap, trap. Vorrei essere quella figura che riesce a portare il pubblico su un sentiero diverso, come ha fatto Sfera Ebbasta nel 2016.

Perché con una direzione così precisa, hai scelto "Salvami" e "Coca e Whisky" come primi due singoli? Sono abbastanza differenti uno dall'altro.

"Salvami" è stato il primo perché volevo che la gente capisse a cosa stavo andando incontro, con "Coca e Whisky" invece ho fatto una cavolata. Avevo pensato di variare la tipologia di singoli rispetto a "Salvami", e allora avevo messo "Coca e Whisky". Ti dico sinceramente, con il senno di poi avrei fatto uscire "Salvami" e poi "Desirée" che è poi la focus track, la traccia centrale dell'album.

Una storia d'amore travagliata, un brano che riesce a fotografare più mondi musicali, da quello emo a quello punk. Com'è nato?

Desirée è uno dei primi brani che ho scritto. È un pezzo che parla della relazione con la mia ex ragazza, che fortunatamente non si chiama Desirée altrimenti succedeva un macello. È nata in studio e avevo appena litigato con lei, ero arrabbiatissimo e ho scritto di getto questo pezzo. Ho voluto raccontare il modo in cui mi sentivo, pensavo al fatto che a lei non cambiasse niente stare assieme o lasciarsi.

Nella conferenza stampa hai affermato che non hai cercato delle sovrastrutture per dare un contorno al disco, ma hai scelto di scrivere le emozioni che stavi provando in quel momento. Credi di esserci riuscito appieno?

Ho cercato di trattare i temi che avevo in mente in quel momento senza girarci troppo attorno, evitando delle strutture che mi avrebbero fatto perdere il focus del progetto. In quei giorni stavo così e ho scritto di getto. Basta pensare a pezzi come "Che ne sai", che sono nati in cinque minuti.

Cosa ti ha permesso di fare quel salto nel vuoto in un progetto completamente nuovo, cosa ti ha convinto?

È un album che ho sempre voluto fare, ma non ho potuto per motivi economici. Quando firmi con Universal, giustamente devi guadagnarti e meritarti quel contratto. Poi ho avuto la fortuna che in America qualche progetto pop punk, come quello di Mgk, è arrivato alla notorietà, e mi ha spinto a concentrarmi su questa idea. Ho capito che era il momento giusto, anche perché non mi piaceva più ciò che stavo facendo.

Hai parlato dei tuoi esordi in una band pop punk e adesso tutto sembra ricongiungersi con "Anti". C'è qualche immagine, qualche aneddoto che ti ha sorpreso nel ricordare quei momenti, mentre stavi per completare il progetto?

Quando dicevo "Che figata suonare questa roba per la gente" e adesso veramente sta accadendo. È un po' come se si stesse chiudendo il cerchio, anche con componenti diversi della band, ma potrei suonare ciò che ho sempre ascoltato e ciò che mi è sempre piaciuto in un posto con migliaia di persone, tipo all'Alcatraz.

E all'Alcatraz ci potrebbe anche essere Pierre Bouvier, frontman dei Simple Plan? Come è nata la collaborazione?

Ti racconto l'aneddoto. Decisi di contattarlo su Instagram, perché pensavo che non mi avrebbe mai risposto, dicendogli che avrei voluto lavorare a un pezzo con lui. Passarono molti giorni, quando una mattina, mi sveglio e trovo un messaggio tra i Dm con il logo verificato. Per un momento pensavo di star sognando, pensavo addirittura a una fanpage. Era proprio lui e volevo fare un brano con me. Gli mandai un singolo a cui tolsi il ritornello (che poi è diventato Nicotina), ma per alcuni giorni non si fece sentire.

Hai avuto paura?

Sì, perché era come se mi avessero tolto una lasagna tanto attesa dal piatto. Poi un giorno mi dice di sentirci su Facetime e io ero incredulo. Abbiamo lavorato sul brano e lui è un artista super umile, veramente un grande. Credo che il messaggio su Instagram che mi inviò dopo la post-produzione del brano, ringraziandomi di come l'avevo aiutato per il brano, lo stamperò e lo incornicerò in casa. Cioè tu ringrazi me? È assurdo.

Perché hai pensato a lui?

Ho cercato di avere una collaborazione così grande anche per far capire alle persone che direzione stava prendendo il mio progetto. Pierre Bouvier è una leggenda del punk pop mondiale con i Simple Plan e mi ha aiutato a far capire che tipo di viaggio voglio proporre alle persone. Se non ci fosse stato lui, avrei voluto Avril Lavigne o i Blink 182.

La copertina, con te nudo, sembra riferirsi al pop punk di fine anni 90 e inizio anni 2000. Perché hai scelto questa copertina e cosa significa per te?

Ho cercato di fare una copertina del genere perché volevo fosse iconica. Volevo che la gente capisse il disco ancora prima di ascoltarlo. Spero di esserci riuscito.

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