Gino Paoli si autosospende dalla Siae e incassa la solidarietà di Beppe Grillo
Aggiornamento: Rockol pubblica una nota della Siae che smentisce l'autosospensione: "Siae comunica che il presidente Gino Paoli ha convocato per martedì 24 febbraio un consiglio di gestione durante il quale esprimerà la sua posizione in merito alla vicenda che lo vede coinvolto e comunicherà le sue decisioni".
A seguito delle indagini per evasione fiscale che hanno coinvolto il cantautore genovese Gino Paoli, lo stesso avrebbe intenzione di autosospendersi da Presidente della Siae e non dimettersi, come detto dal suo legale Andrea Vernazza che, come riporta il Corriere della Sera ha dichiarato: "Chiariremo tutto. L’accusa è infondata. Paoli mi ha detto che voleva dimettersi dalla presidenza della Siae. Gli ho consigliato di sospendersi in attesa di chiarire tutto". Si dice innocente il cantautore che ieri ha subito la perquisizione della sua casa a Genova e di tre aziende riconducibili a lui. L'accusa è quella di aver evaso circa 800 milioni di euro, sottraendole al fisco italiano e portandoli in Svizzera.
"Dimostrerò la mia innocenza"
Paoli, ovviamente, si dice totalmente estraneo alla vicenda e incontrerà il suo legale domenica, quando tornerà a Genova da Roma, in attesa di essere ascoltato dal procuratore aggiunto Nicola Piacente, che coordina le indagini della Guardia di finanza, il 2 marzo: "[Paoli] è dispiaciuto per questa cosa, per l’immagine che ne esce fuori. Ma lui non ha commesso alcun reato" continua il legale. "Assurdo che questa vicenda sia finita in pasto al pubblico, e comunque sono tutte balle e lo dimostrerò" avrebbe detto il cantautore al suo avvocato milanese Daria Pesce, stando a quanto riporta Repubblica Genova.
L'attacco del M5S e la difesa di Grillo
Intanto a causa del cantautore genovese si è creato un corto circuito all'interno del Movimento 5 Stelle. Ieri, infatti, alcuni parlamentari avevano polemizzato: "Aspettiamo che la Magistratura faccia il suo corso, ma le notizie riportate dalla stampa, che vedono il presidente della Siae, Gino Paoli, indagato per una maxi-evasione fiscale, ci inducono a chiedergli di valutare seriamente le dimissioni dalla sua carica (…) – aggiungendo -. Mentre la magistratura indaga su Paoli per presunto trasporto all'estero di denaro, migliaia di artisti non ricevono i compensi che gli spetterebbero, perché trattenuti dalla Siae, che li utilizza anche per compiere operazioni finanziarie", ma oggi è arrivato il dietrofront di Beppe Grillo che in un post sul suo sito ha scritto, dopo aver ammesso la sua amicizia al cantante e sottolineato come l'evasione sia presunta, che "i cittadini sono diventati vittime sacrificali, mostri da sbattere in prima pagina senza che possano difendersi in alcun modo" e, riguardo l'azione dei suoi parlamentari: "Io non ho "mosso i miei" contro Gino Paoli. Come ho scritto, aspetto la magistratura prima di emettere qualunque giudizio, alla faccia degli sciacalli dell'informazione".