Svegliaginevra: “Ho trovato la mia identità, vorrei fare un album in inglese”
Svegliaginevra, aka Ginevra Scognamiglio da Benevento, in Campania, è una della voci dell'indie-pop italiano. Con un passato a Melbourne, dove ha avviato una carriera musicale in inglese, solo alcuni anni fa si era mostrata al Festival di Sanremo, nella categoria Giovani, con il brano Punto, selezionato tra i 60 finalisti del 2020. Nel frattempo, negli ultimi tre anni, oltre ad aver partecipato a colonne sonore di serie tv Netflix come Summertime 2 e la più recente From Scratch, Svegliaginevra ha pubblicato tre album, tra cui Le tasche bucate di felicità, Pensieri sparsi sulla tangenziale e il recentissimo Nessun Dramma, pubblicato lo scorso 24 novembre e anticipato dal singolo Gelatai, scritto insieme al frontman dei Pinguini Tattici Nucleari Riccardo Zanotti. Il 24 novembre è stata anche l'occasione per la giovane cantante di relazionarsi al suo pubblico con il concerto/evento di presentazione dell'album all'Arci Bellezza di Milano, mentre la attende il prossimo 13 dicembre il Qube di Roma. Qui l'intervista a Svegliaginevra.
Quasi per uno strano scherzo del destino, le tue prime canzoni pubblicate in italiano sono finite nella colonna sonora di due progetti Netflix che hanno fatto il giro del mondo, Summertime 2 e From Scratch. Come e quando nasce Nessun Dramma?
La prima canzone è sicuramente stata Stare con te e l'ho scritta l'estate scorsa. Il percorso di avvicinamento è stato complesso, anche perché ero alla ricerca di un messaggio più diretto al mio pubblico. Per questo motivo ho dovuto ascoltare tanto e trarre anche piccoli aspetti della quotidianità che riguardano tutte le persone. Da lì poi sono arrivate tante canzoni, non tutte sono entrate nel disco: ho cercato di lasciare un messaggio in ogni brano dell'album.
Hai ricercato un'orizzontalità del messaggio che riuscisse a includere più persone?
Sì, ed è diventata anche una sfida personale per comprendere come i cantautori del passato siano riusciti ad esprimere un messaggio, senza essere criptici.
E in questi "pezzi di quotidianità" raccontati in Nessun Dramma, qual è l'episodio che ti ha colpito di più?
Credo sicuramente Gelatai, anche perché scrivere di un addio non è la cosa più facile da fare. Ho scritto questo brano con Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari e a un certo punto ci siamo detti che avremmo dovuto stilare una lista delle cose di una relazione che avvengono, ma anche di ricordi belli e brutti. A un certo punto, nella lista sono comparsi anche i punti della Coop.
Come?
Una mattina mi ricordo che ero arrabbiatissima perché avevano sbagliato a calcolare i punti dopo la spesa e io li stavo raccogliendo per avere un set di asciugamani. Sono quelle piccole cose che tutti noi viviamo ogni giorno. Per esempio: è incredibile come Max Pezzali che proveniva da una piccola realtà di provincia, sia arrivato a livello nazionale.
Un racconto generazionale che esuli anche dal racconto personale.
Ho cercato di fare questo in tutte le tracce dell'album.
Nell'album però tocchi anche macro-concetti come la fiducia, la verità: quanto è stato difficile tradurre questo tipo di emozioni in scrittura?
Credo che più della difficoltà di tradurre testualmente questo tipo di sensazioni, la cosa più difficile sia stato bilanciare il messaggio che volevo mandare, rispetto alla storia che stavo raccontando.
Da questo punto di vista, qual è stato il brano più difficile a cui hai lavorato dell'album?
Credo sia stata Non mi piace. È nata in studio con okgiorgio, durante una di quelle giornate in cui lavoriamo e suoniamo tutto il tempo. È nato in maniera così diretta che ho avuto difficoltà a scrivere le strofe dopo un ritornello in cui c'era già tutto il senso della canzone. Dopo prove su prove, ho cercato di inserire nelle strofe delle immagini un po' più complesse rispetto al resto dell'album. Poi, è stata la più difficile, ma anche quella che mi piace di più.
Quindi è per questo che è ricaduta la scelta di Non mi piace come intro dell'album?
È sempre stato difficile scrivere intro e outro dell'album, anche perché è difficile che adesso si ascolti un album intero. Ma sì, anche per questo motivo è all'inizio di Nessun Dramma.
Facendo un passo indietro, Nessun Dramma sembra un prodotto fatto e finito, mentre Pensieri sparsi sulla tangenziale potrebbe sembrare una tappa intermedia nel tuo percorso. È cambiata la metodologia di lavoro?
Pensieri sparsi sulla tangenziale ha vissuto il problema del secondo disco. Avevo avuto tanto tempo per il mio disco d'esordio, mentre per il secondo molto meno e non sapevo quale direzione prendere. Ho scritto tutto molto di getto, mentre per Nessun Dramma, già dopo Stare con te sapevo dove andare.
Un progetto che si chiude con Lacrime e mascara che segue il filone della coppia, ma soprattutto fa ricorso all'apporto della nostalgia, dei ricordi.
Assolutamente sì, poi sono legata al concept del disco, anche per la mia età (svegliaginevra, classe 1991). Io voglio regalare un disco finito alle persone, non solo un singolo, magari anche di successo. E alla fine dell'album c'è questo racconto molto ampio sul passato, che fa emozionare. E poi diciamocelo: siamo tutti nostalgici.
Rispetto al passato, quanto quest'album ti ha avvicinato all'idea di musica che vuoi proporre al pubblico?
Sicuramente tanto. La lavorazione di Nessun Dramma mi ha portato a collaborare con un sacco di produttori, ascoltare così tanta musica e ho cercato una strada non per facilitare il mio messaggio, ma renderlo chiaro a più persone. Mi sono accorto già sul palco del mio concerto a Milano quanto ciò che stavo cantando riuscisse ad arrivare al mio pubblico: sto riuscendo a costruire una mia identità. Adesso da qui, posso sperimentare e lanciarmi in tante cose.
E invece, quali sono i messaggi che hai voluto lanciare con il titolo dell'album, Nessun Dramma?
Io credo che l'arrivo del Covid ci abbia traumatizzato tantissimo, a tal punto da non riuscire più a rivivere un determinato tipo di emozioni: come se non riuscissimo più a vivere momenti sociali. Il tutto è aggravato anche dai giudizi dei social che ricercano maggiormente un fattore wow rispetto alla verità. Poi abbiamo un problema ad affrontare alcune situazioni.
Come se non avessimo tutti dei problemi.
Ecco, dovremmo essere chiari anche su quello. Tutti abbiamo dei problemi, tutti li dobbiamo affrontare e potremmo farlo anche con una diversa ottica.
Una certa spensieratezza.
Sì, anche se mi rendo conto possa essere una visione personale, anche perché a me piacciono i drammi. Potrebbe essere una cosa legata al mio essere del sud Italia.
Mentre rispetto al Covid, ultimamente sembra esserci una lettura quasi binaria della realtà, sembra esistere solo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
Ma poi chi ci dice che ciò che stiamo reputando giusto in questo momento lo sia realmente? Ma anche riguardo al modo in cui noi donne adesso siamo descritte, sembra quasi che dobbiamo rispettare in maniera netta certi caratteri e questo non fa altro che creare distanza, invece di educare su determinati temi.
Qual è il risultato di queste dinamiche, anche con temi attuali come la violenza sulle donne?
Credo che si ricerchi più di colorare le due fazioni che si creano, rispetto alla ricerca di una comprensione e di un'educazione sul fenomeno che ci permetterebbe anche di avere una comunicazione migliore.
Ritornando alla musica, riprendendo anche il tuo passato meno recente, perché non c'è un brano in inglese all'interno della tracklist?
Mi piace la domanda e non ti nego che c'è sicuramente la voglia di fare una cosa del genere. Molte volte ho parlato con la mia etichetta di voler fare qualcosa in inglese, magari anche un album, ma vediamo prima come va questo progetto e i successivi. Sarebbe interessante anche perché la lingua inglese riesce a restituire una determinata dolcezza, una morbidezza anche dei suoni.
Mentre legandoci alla musica italiana, si avvicina il momento in cui arriva il Festival di Sanremo.
Il Festival rappresenta per me una cosa unica, mi sono sempre chiusa in casa per una settimana con pizza e birre.
E invece per un'eventuale partecipazione come Big?
Sicuramente è qualcosa che mi affascina, però rispetto così tanto quel palco che voglio arrivarci pronta.
Se dovessi regalarmi una tua fotografia adesso, quale sarebbe?
Fino a qualche tempo fa, ti avrei risposto con un'altra, ma adesso penso a una foto con i miei amici. Questo lavoro, oltre a toglierti un sacco di tempo per ricercare una tua identità, molte volte ti tiene lontana dalle persone care, ma soprattutto sembra allontanarti da tutto ciò che c'è intorno. Fortunatamente le persone che lavorano con me sono fantastiche e riusciamo a trovarci ma se devo dirti una cosa a cui non vorrei mai rinunciare è la mia vita privata. Una cosa che non voglio perdere è prendermi cura delle persone che ho vicine.