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Giglio presenta ‘Mamma Quartieri’: ‘Racconto le storie positive dei quartieri di Napoli’

Raffaele Giglio presenta il suo nuovo progetto Giglio, di cui oggi esce il primo album ‘Mamma Quartieri’, un lavoro che affonda le radici nei quartieri popolari di Napoli, incontrando Pino Daniele, Viviani, Nino Rota e la musica sudamericana.
A cura di Francesco Raiola
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Giglio
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Raffaele Giglio è un fiume in piena, artisticamente e personalmente. Lo so perché se frequenti Napoli non puoi non averlo visto almeno una volta, sul palco, mentre chiacchiera a Piazza Bellini, o su un palco, che è il suo posto per antonomasia, perché è lassù che Giglio si trasforma, sia che reciti o che canti. E Raffaele l'ho visto conquistare il pubblico francese nei locali di Bastille, l'ho visto cambiare pelle, sia all'interno dei Gentlemen's Agreement, il suo vecchio gruppo con cui ha messo a segno album tematici, nel suono (dal folk al Sudamerica) e nei testi, sia nella carriera artistica che in questo momento, musicalmente, lo ha visto trasformarsi semplicemente in Giglio e che fino a qualche mese fa, invece, lo vedeva tra i protagonisti di ‘Dignità autonome di prostituzione', lo spettacolo di Luciano Melchionna che prevedeva che gli attori fossero alla mercé del pubblico.

Come nasce Mamma Quartieri

Come Giglio esce oggi con il suo primo album ‘Mamma Quartieri' (Full Heads), un album che ha ‘il mood di Narcos (Rodrigo Amarante), in cui c'è tanto Nino Rota, molto Cuba, ma quel mood più lento, dolce, melanconico, insomma c'è molta apucundria' mi dice mentre davanti a noi, sul lungomare, ci sono il mare, il Vesuvio, birra e taralli. E con la sua città alle spalle e il mare davanti a sé Raffaele mi spiega come nasce l'album, e l'importanza che hanno avuto il cinema (Fellini, soprattutto), i Quartieri spagnoli e Nino Rota:

Abitando nei Quartieri Spagnoli ho avuto la curiosità di conoscerli a fondo e una serie di incontri mi ha permesso di entare in contatto con alcune realtà più da vicino; volevo prendere delle storie e raccontarle in napoletano. Il perché del napoletano, però, non so spiegartelo, so che ho sentito la necessità di mettermi a studiarlo, dalla grammatica a una serie di processi che per me sono fondamentali, tipo leggere tantissimo, a quel punto mi sono autoprodotto e ho registrato all'interno della Basilica di San Severo a Capodimonte: era un luogo perfetto, perché volevo farlo in presa diretta, con un buon fonico ed è uscito questo disco, che è un quadretto di 10 canzoni su vari personaggi non oscuri dei Quartieri, di quelli che ho visto attorno al Lanificio (noto locale del centro di Napoli, ndr) e ci tengo che escano i loro ‘colori‘, non voglio calcare il filone à la Gomorra. Credo che le persone possano avere, sì, un determinato esempio, ma che possano anche risollevarsi e quando lo fanno possano essere anche più creative.

Quelle che Giglio racconta, quindi, sono ‘storie positive, di personaggi che si pongono domande'. A reggere tutto c'è la voce di Raffaele, il suo vibrato che abbiamo imparato a conoscere anche in album come ‘Let me be a child', ‘Carcarà' e ‘Apocalypse Town' che riesce a dare un colore alle storie che pesca nella tradizione senza però essere stantìo, unendo Pino Daniele (di cui i suoi genitori erano amici), Raffaele Viviani, ma anche Marc Ribot.

In punta di piedi nei Quartieri

Nel quartiere da cui ha pescato il materiale per le sue storie ci è entrato in punta di piedi, costruendo pian piano i rapporti, ascoltando e aprendosi:

In un territorio, in un quartiere, ci entro con una tecnica mia, ovvero salutando. Salutando sempre, anche a costo di dare fastidio, e farlo mentre giravo in bicicletta, quindi pedalando e sudando, una cosa inconcepibile per molti di quelli che ci vivono e che mi hanno fatto percepire come quello strano. Il mio rapporto, però, è stato verissimo, sono andato a trovarli, abbiamo mangiato assieme, non li giudico, ascolto, ho condiviso la mia quotidianità e questo è fondamentale se vuoi scrivere qualcosa che nasca da là.

Cinema, colonne sonore e teatro alla base di Mamma Quartieri

Un attimo prima di ‘Mamma Quartieri', c'è stato ‘Dignità autonome di prostituzione', un passo importante nella vita di Raffaele, che gli ha dato la possibilità di mettersi in gioco in un altro campo, diverso da quello musicale, ma neanche troppo, a cui si è aggiunta la sua fame di dischi e film, di Fellini, dei suoi luoghi e delle sue storie:

Oggi riesco a soddisfare la mia fame di vedere film e musica anche grazie alle tecnologie e ho visto migliaia di film napoletani e non, da quelli di Corsicato a Fellini, che amo, così come amo Nino Rota: come si fa a non amare Nino Rota! È un immaginario che mi serve per fare quello che faccio. La dimensione teatrale che ho affrontato nei mesi scorsi, poi, mi ha dato una mano a presentarmi sul palco e lo vedo anche adesso, quando suono e presento dei monologhi. Poi sì, ho un desiderio bestiale di fare un'esperienza al cinema, scrivendo qualche colonna sonora e in quest'album ci sono pezzi che ci starebbero molto bene.

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La scena napoletana

Giglio pubblica con Full Heads, l'etichetta creata da Luciano Chirico che da qualche anno attorno alla sua label sta cercando di convogliare una serie di artisti, una scena vera e propria che mette le mani nelle viscere della città cercando, però, di non restare invischiato nello stereotipo. Un'impresa non facile per un gruppo di persone che usa il napoletano come lingua principale – a differenza di quello di altre scene, ad esempio -, ma evidentemente affascinante per chi crede di poter riportare Napoli al centro della scena musicale nazionale, dove la città torna ad ondate:

Luciano ha canalizzato molte energie – dice Giglio -, è stato molto bravo a guardare quello che succedeva intorno, anche grazie a Dario Sansone, con cui giravo anche prima dell'esplosione dei Foja, che ha aperto a tantissime persone, dalla Maschera a Tommaso Primo; ma a parte la Full Heads, a Napoli hai la possibilità di scendere per Napoli e incontrare tutti e questa cosa non va abbandonata. A Napoli è un bel periodo, ci sono pochi soldi, pochi fondi, ma c'è un bel mood di vita che poi riesci a portare anche al di fuori dei confini campani.

Il rapporto con Pino Daniele

Quando Pino Daniele morì, cominciarono a girare alcuni video privati che lo ritraevano in un locale, negli anni '80. Era lo zio di Raffaele, che decise di pubblicarlo e contribuire al ricordo del Pino Daniele privato; video nati da un'amicizia di lunga data

La prima esperienza con Pino l'ho avuta che avevo quattro anni, ho dei ricordi sfocati, stavo sulle spalle di mio padre ad ascoltare ‘Bonne soirée live' con Gato Barbieri, andammo nel backstage, c'erano altri bambini con le palette che mettevano della sabbia in una vasca con acqua e poi ho avuto la fortuna di andare nelle sue varie case, e di avere a che fare con loro che venivano di nascosto a casa e molte volte abbiamo rischiato che ci sfondavano la porta di casa. però è stato sempre bello averci un rapporto amichevole, ma io all'epoca andavo sullo skate e non mi fregava molto che fosse Pino Daniele, però accumulavo.

La presentazione dell'album a Napoli

Giglio presenterà Mamma Quartieri sabato 16 aprile al CellarTheory con Marcello Squillante (fisarmonica), Michelangelo Nuscowiz (tromba/violino/banjo), Davide Viola (violoncello) e Antonino Anastasia (tamburi a cornice). Per l'occasione oltre ai 9 brani dell'album Giglio eseguirà live anche tre particolari cover: ‘Uocchie c’arraggiunate', ‘Sanacore' e – dalla pellicola ‘Film d’amore e d’anarchia' – ‘Canzone arrabbiata'.

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