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Gianni Morandi: “Basta con questa guerra, Putin si sta comportando in maniera folle”

Gianni Morandi ha parlato della guerra, dopo aver ospitato una donna ucraina per 15 giorni, prima che lei decidesse di tornare a casa nonostante le bombe.
A cura di Redazione Music
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Gianni Morandi ha parlato della guerra in Ucraina durante un intervento a Rtl 102.5, intervenendo sul suo pacifismo, su una delle sue canzoni più famose, ovvero "C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones" e una donna ucraina di 69 che lui e la moglie Anna hanno ospitato a casa loro per due settimane: "Ho ospitato per circa quindici giorni una signora ucraina di 69 anni, non riuscivamo a comunicare molto bene con lei perché parlava solo ucraino o russo. Lei si chiudeva in camera e piangeva e cercava di parlare al telefono con alcuni famigliari che erano là, una mattina si è svegliata e se n’è andata perché voleva tornare in Ucraina, a casa sua, nonostante le bombe – ha detto Morandi -. Poi ho saputo che è arrivata, ci ha ringraziato tanto. Non si può andare avanti tanto con questa guerra, prima o poi finirà. Forse Putin non vuole far vedere di essere sconfitto? Mi sembra che si stia comportando in maniera folle”

Il cantante bolognese, protagonista anche del concerto di solidarietà Tocca a noi, la maratona di musica e solidarietà per raccogliere fondi a sostegno di SAVE THE CHILDREN che si sta occupando dei bambini colpiti dalla guerra in Ucraina, si è anche detto fortunato: "Non abbiamo mai vissuto un conflitto così, dopo il 1944 e il 25 aprile del 1945. Si, ci sono state le brigate rosse, gli attentati, i rapimenti, ma una guerra così non me l’aspettavo di certo, nonostante io sia nato sotto i bombardamenti. Un soldato americano portò una coperta a mia madre che stava partorendo. Per questo americano mi chiamavo ‘Little John’, chissà dove è finito".

"Non ha più amici, non ha più fans, vede la gente cadere giù, nel suo paese non tornerà adesso è morto nel Vietnam" cantava Morandi in una delle sue canzoni più famose, una canzone di pace che raccontava la guerra, la storia di un musicista che fu chiamato per combattere i Vietcong e che trova la morte. "Siamo nel 1966 e mi arriva una canzone che era molto diversa da tutto quello che avevo cantato fino a quel momento. Mi innamorai e la volli cantare a tutti i costi. Erano dei soldati americani costretti ad andare a combattere nel Vietnam mentre avrebbero voluto rimanere a casa loro a suonare la chitarra, ad ascoltare la musica e a vivere una vita da giovani" ha raccontato Morandi che ha paragonato quei soldati americani a quelli russi di oggi.

Morandi ricorda anche che oltre a essere premiato dal Governo russo nel 1983, quella canzone fu anche censurata, perché criticava un Paese alleato: "Con quella canzone offendevo un governo alleato, che erano gli Stati Uniti, che dopo la guerra sono diventati alleati dell’Italia e molte cose nostre dipendevano da loro. Fu censurata, non fu mai trasmessa alla radio. Successe che in un programma chiamato ‘Hit Parade’, dove veniva decretata la canzone più venduta, questa canzone sul Vietnam non vinse nonostante a noi risultasse essere la più venduta. Era contenuta in un vinile nel lato A e alla fine vinse ‘Se perdo anche te’, contenuta nel lato B".

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