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Gianni Morandi ammonisce il playback di Loredana Bertè

Loredana Bertè ha cantato in playback ieri sera al Festival. Una anomalia rispetto a quanto scritto sul regolamento, che invece prevede tassativamente di cantare dal vivo.
A cura di Biagio Chiariello
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Gianni Morandi ammonisce il playback di Loredana Berte

Come se non fossero già bastate le polemiche delle serate precedenti a Sanremo 2012, anche la puntata di ieri sera – conclusasi con l'eliminazione di Chiara Civello e Matia Bazar e il trionfo tra i giovani di Alessandro Casillo – ha fornito del buon materiale per tutti i critici dell'edizione numero 62 del Festival della Canzone Italiana. Il nuovo caso riguarda la perfomance di Loredana Bertè, che ha cantato, contro il regolamento, in playback. Già durante la diretta era iniziato a serpeggiare il dubbio sulla "autenticità" dell'esibizione della cantante nella versione remix del brano in gara "Respirare", in coppia con Gigi D'Alessio e, per l'occasione, il dj Fargetta che ha trasformato l'Ariston in una sorta di discoteca anni Ottanta. Nessun dubbio sulla voce dal vivo del cantante napoletano, ma quella della Berté invece è sembrata subito un miscuglio tra playback e voce live, certamente non in perfetta coincidenza con il labiale.

Il playback? E' un fallo da ammonizione e non da espulsione. In molti hanno gridato subito alla squalifica, ma sulla questione è intervenuto poco fa in conferenza stampa Gianni Morandi. Il presentatore ha ridimensionato il caso, valutando il playback di Loredana Bertè un «fallo da ammonizione e non da espulsione». Niente esclusione, dunque, dal momento  che «non hanno fatto un danno ad altri artisti, ma nel caso hanno danneggiato loro stessi. Quando si canta in playback alla gente a casa arriva una sensazione di freddezza». Anche il direttore artistico del Festival Gianmarco Mazzi, getta acqua sul fuoco: «Bisogna avere elasticità nell'applicare le regole: avevano già cantato tre sere molto bene e abbiamo tenuto conto di un'artista molto sensibile, molto emotiva e quindi non vogliamo essere inutilmente punitivi».

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