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George Michael dal 1980 a oggi: come crolla una popstar ‘fragile’

George Michael è una delle icone del pop mondiale, a partire dal suo successo con i Wham! fino alla carriera solista. Una storia che si è incrociata con una vita privata di eccessi, dipendenze e una voglia enorme di allontanamento dal gossip.
A cura di Francesco Raiola
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Abuso di droga, incidenti, la morte vista con gli occhi già nel 2011, un compagno morto a causa dell'Aids, quando ancora nessuno sapeva della sua omosessualità. La vita di George Michael è stata costellata di avvenimenti che con la musica non hanno sempre molto a che fare, benché talvolta se ne trovino i segni nelle sue canzoni, come avvenne, ad esempio, in "Outside", nel cui video George Michael ironizzava sull'arresto avvenuto qualche mese prima quando un poliziotto in borghese si finse omosessuale arrestandolo e costringendolo ad ammettere la propria omosessualità, mostrando due agenti che si baciavano e beccandosi una querela.

Quello è stato senza dubbio uno dei momenti in cui il nome del cantante inglese è esploso con maggiore violenza nelle riviste scandalistiche internazionali, anni dopo una carriera che si era consolidata sia con i Wham!, il gruppo che fondò assieme ad Andrew Ridgeley, sia con una carriera solista che lo vide primeggiare tra la fine degli anni '80 l'inizio del 2000 con album importanti nonostante la diversità: "Faith" del 1987, "Listen Without Prejudice Vol. 1" del 1990 e "Older" del 1996.

Anni '80: il successo coi Wham!" e la carriera solista

George Michael nel 1984 (Getty Images)
George Michael nel 1984 (Getty Images)

Gli anni coi Wham! furono quelli del successo, il momento in cui pose le fondamenta per la sua carriera. Il duo divenne presto un punto fermo del pop anni '80, con successi strabilianti che fecero di George Michael un vero e proprio sex symbol, amatissimo dalle donne. Nel 1984 pubblicarono "Make It Big" il loro secondo album in cui erano contenuti pezzi come "Wake Me Up Before You Go-go", "Freedom", "Everything She Wants" e "Careless Whisper". Il successo durò fino all'86, anno in cui uscì il doppio album "The Final", l'album in cui era presente "Last Christmas" e in cui i due annunciavano la fine dei Wham!, ma Michael non avrebbe lasciato soli in un video famosissimo e censuratissimo. George Michael era ormai una star mondiale e cominciò a pagarne le conseguenze.

Anni '90: la depressione e il coming out

George Michael nel 1994 (Lapresse)
George Michael nel 1994 (Lapresse)

La sua, infatti, è stata una vita caratterizzata anche da una depressione di cui è stato vittima, a detta sua, dal 1991 al 2005, cominciata in un periodo in cui morì il suo compagno qualche anno prima della madre: "Imprecavo contro dio perché ero convinto che su di me avessi una maledizione" disse, prima di quelle morti e della battaglia legale che portò avanti con la Sony, la sua etichetta che, secondo lui, non aveva condotto bene la promozione del suo secondo lavoro solista. Ma si sbagliava, disse il giudice, e perse la causa.

  • La morte del compagno Anselmo Feleppa

La lotta tra il suo bisogno di privacy e il gossip fu che la promozione di "Listen Without Prejudice, Vol.1" non diede alcuna intervista né apparve sulla copertina e nei video tratti. In un futuro lontano, dopo anni di ricerche di scandali e foto, Michael avrebbe detto ai giornalisti che avrebbe smesso di nascondersi al punto che non ne avrebbero voluto sapere più nulla della sua vita. Prima, però, dovette fare i conti con la morte del suo compagno Anselmo Feleppa che morì nel 1993 per le conseguenze dell'Aids, momento in cui decise di scrivere una lettera ai genitori spiegandogli la sua situazione: "Scrissi una lettera il giorno dopo che morì, perché mi sembrava la cosa più facile, se c'era un messaggio che mi è arrivato al momento della sua morte fu che era il momento di dirlo ai miei genitori" come spiegò in un'intervista del 2007 al programma della BBC "Desert Island Discs". Il cantante non aveva, comunque, ancora dichiarato pubblicamente la propria omosessualità, quindi visse quella storia nel silenzio mediatico. A seguito di quella morte scrisse quella che è considerata una delle sue canzoni più profonde, "Jesus To a Child", che sarebbe stata pubblicato nel suo album migliore – anche a detta sua -, "Older", uscito nel 1996 e dedicata proprio a Feleppa, uscito dopo un lungo periodo di isolamento dovuto alla dipendenza da Prozac e cannabis.

  • L'arresto e l'uscita di Outside

L'anno successivo morì la madre e per lui fu un vero e proprio colpo, quasi una conferma alla maledizione di cui sopra, mentre nel 1998 fu arrestato, appunto, dalla Polizia di Los Angeles per atti osceni in luogo pubblico, costringendolo a dichiarare al mondo la propria omosessualità. Fu allora che incontrò e si fidanzò con Kenny Goss che lo aiutò ad affrontare la depressione: "Se non ci fosse stato lui, credo che la mia vita sarebbe stata in pericolo, per quanto mi riguarda. Dopo la morte di mia madre nel 1997, non riuscivo a scrivere e mi sentivo veramente inutile. Credo che sarei potuto diventare uno di quei codardi che scelgono un'uscita di scena disgustosa".

Anni 2000: arresti per droga e primi malori

George Michael nel 2014 (MIGUEL MEDINA/AFP/GettyImages)
George Michael nel 2014 (MIGUEL MEDINA/AFP/GettyImages)

Nel 2004 era tornato con un nuovo album "Patience" che conteneva anche il singolo " Shoot the Dog" canzone di condanna a Blair e Bush per l'intervento in Iraq e anche "Amazing" e "Freeek! '04".

  • Arresti per droga e incidenti d'auto

Nel 2008 fu arrestato per droga, mentre l'anno successivo gli fu ritirata la patente, mentre nel 2008 fu arrestato ancora una volta per possesso di droga e nel 2010 ebbe un altro incidente d'auto mentre era sotto effetti di stupefacenti, per cui passò 4 mesi in carcere. Parlando dell'incidente del 2010 disse: "Se mi avessero ucciso credo che sarei stato assolutamente contento per la quantità di musica di qualità che ho lasciato al mondo.

  • La polmonite che rischiò di ucciderlo
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Eppure una delle sue apparizioni pubbliche di cui ci si ricorda di più e di cui si è più discusso in queste ore, è senza dubbio la conferenza stampa che il cantante diede dopo che vide la morte in faccia a seguito di una grave polmonite che lo colse a Vienna durante il Symphonica tour, costringendolo a restare sotto osservazione per una settimana in lotta tra la vita e la morte come disse lui stesso in un discorso durato tre minuti in cui con la voce rotta ringraziò chi gli aveva permesso di poter essere ancora lì a raccontarlo. Era il 23 dicembre, ancora Natale, periodo che caratterizzerà ancora la sua vita, dopo che nel 1984 pubblicò proprio una canzone intitolata "Last Christmas", diventata un classico di dicembre nonostante il natale non fosse altro che una scusa per parlare di un amore tormentato. "Il peggiore mese della sua vita" definì quel dicembre, specificando che gli era servito per comprendere "il fatto che sono stato veramente fortunato e il fatto che ho tantissime cose per cui vivere, ho una vita veramente fantastica".

2016: la morte improvvisa

La morte del cantante è avvenuta a causa di un arresto cardiaco avvenuto proprio il giorno di Natale. In queste ore alcuni giornali inglesi hanno rivelato che il cantante probabilmente era schiavo dell'eroina e si è parlato anche di un trattamento a seguito di un'overdose, i cui effetti sono proprio quelli di un arresto cardiaco.

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