Fred De Palma spiega “Una volta ancora”, nuova hit dopo il successo di “D’estate non vale”
Sono 110 milioni le views su Youtube di "D'estate non vale", il singolo che lo scorso anno permise a Fred De Palma, con la collaborazione di Ana Mena di aggiudicarsi una delle posizioni principali nella gara al tormentone estivo. E il cantante torinese evidentemente ci ha preso gusto, per questo ha pubblicato "Una volta ancora", singolo che in poche settimane ha sfondato il traguardo dei 30 milioni e continua la sua ascesa mescolando il reggaeton – di cui è uno degli esponenti italiani principali – e la Bachata: tra qualche settimana, poi, sarà pubblicato anche "Uebe", il novo albumc he vedrà la luce il prossimo 13 settembre.
"Una volta ancora", il titolo sembra quasi far riferimento a una nuova hit estiva, dopo il successo del 2018…
Il titolo gioca sul rifare una hit estiva, in realtà è una frase tratta dalla canzone, ha una doppia valenza, io ho iniziato a fare del reaggeton la mia bandiera assoluta, mi sono appassionato al genere rendendolo più personale possibile. Il nuovo pezzo con Ana è venuto fuori in maniera spontanea, perché l'anno scorso ci siamo trovati, così abbiamo cominciato a lavorarci verso marzo credo ed è uscito "Una volta ancora".
Come cambia il mood di questo pezzo?
"Una volta ancora" è un po' più romantico rispetto a "D'estate non vale" ed è più discorsivo, anche le strofe sono più improntate sulle immagini e rispetto a "D'estate non vale" è un po' più sentimentale. La produzione del disco è di Takagi & Ketra, abbiamo lo stesso team dell'anno scorso, però abbiamo provato a fare qualcosa di diverso, unendo un po' il reggaeton e la bachata ed è uscito questa ‘bachataeon' che sta avendo molto successo, ne sono contento.
Come è stato accolto dal tuo pubblico il reggaeton?
In Italia, come avviene con tutti i generi, l'approccio iniziale è discriminante, come con il rap negli anni 90, perché si pensa che sia un'imitazione di quello che funziona altrove, invece adesso, con Spotify, si è tutto globalizzato e quindi un italiano che fa reggaeton ci può stare; quando tre o quattro anni fa mi appassionai al genere decisi comunque di mantenerlo ibrido perché il mio modo di scrivere e concepire le canzoni è rimasto quello.
Con i live come va?
È da maggio che sono in tour, sto facendo tantissime date, quasi una al giorno e continuerò su questa ondata, su queste on-date. Sto anche lavorando al disco, ho scritto tante cose nuove, presto saprete.
Hanglover aveva 18 tracce, era un album lungo, come sarà il prossimo?
Io non ho mai pensato al mercato quando facevo un disco o decidevo il numero delle sue tracce. "Hanglover" è stato un album intermedio, da un passato prettamente rap a qualcosa di diverso. In questo nuovo disco che sto ancora facendo sto cercando di raccontare qualcosa, di mandare un messaggio, qualcosa che spieghi chi sono io nel 2019/2020.
È difficile adattare diversi stati d'animo al reggaeton?
In realtà no, io quest'anno sono uscito con un pezzo che si chiama ‘Sincera', un po' il continuo delle mie saghe d'amore e nonostante ‘Sincera' abbia un sound e una ritmica molto reggaeton, ha un testo molto poetico, con rime ad effetto, concetti e immagini non banali e credo che sia proprio questo che crei interesse nel genere: un contenuto e uno spessore.
Qual è la parte che preferisci di "Una volta ancora"?
"Dimmi che non sono come sembra dimmi che l'amore è soltanto una conseguenza ma a stare senza come farò hai bucato la corazza del mio corazon" è questa la mia parte preferita perché mi piace sia la metafora della corazza, sia la metrica e la fotta con cui l'ho fatta.
Cosa pensi del contributo di Ana Mena?
Ana ha una voce molto particolare, molto bella, perfetta per questo genere, quando ho sentito il ritornello cantato da lei mi sono subito sentito proiettato in quel mondo, ha un modo di interpretare super latin.