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Franco Califano è morto. Roma saluta “il Califfo”

Si è spento nella sua casa di Acilia il cantante romano, al termine di una lunga malattia.
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Califano

Franco Califano è morto nella sua casa ad Acilia. Malato da tempo, era nato nel 1938. Solo pochi giorni fa, il 18 marzo, si era esibito al Teatro Sistina di Roma.

Il primo ricordo è quello di Paolo Bonolis "Mi dispace profondamente. Credo che non abbia terminato così come aveva iniziato. Credo che l'epilogo non sia stato all'altezza di come aveva iniziato: ha vissuto come un grandeur ma gli ultimi anni sono stati molto pesanti per lui. Quando l'ho frequentato ho capito che era un uomo di cuore. Ma ha vissuto oltre i limiti e questo non ti viene mai perdonato. Se non metti la divisa della persona perbene vieni additato a volte anche oltre il lecito. Credo che questa morte sia un sollievo per lui".

Il cordoglio di Renata Polverini: "La morte di Franco Califano lascia un grande vuoto, mi addolora profondamente. In questi anni e' stato per me un amico sincero, ho conosciuto non solo un grande artista ma un grande uomo. In questi anni abbiamo condiviso insieme un bellissimo progetto all'interno delle carceri del Lazio dove Franco si è esibito, portando la sua indimenticabile musica, la sua simpatia, la sua immensa umanità. Alla sua famiglia esprimo le mie condoglianze e la mia vicinanza in questo triste momento. Califano continuerà a vivere nelle meravigliose canzoni che ci ha lasciato, ciao Franco".

Cantautore, poeta, scrittore e attore. Originario di Pagani, in provincia di Salerno, ma romano di adozione, era conosciuto anche come “er califfo”“il maestro”.

Autore di oltre 300 testi, i più conosciuti: “Tutto il resto è noia”, “La mia libertà”, “Io non piango” e i”Io per le strade di quartiere”. Ma sono molto famose anche le canzoni che ha scritto per altri artisti come per Mia Martini, Ornella Vanoni, Peppino di Capri e Mina.

Stava lavorando anche ad un progetto di canzoni in romanesco rivisitate in chiave jazz. "Fino all'ultimo giorno non ha smesso di cantare e di scrivere canzoni", spiega il cantautore Enrico Giaretta, suo pianista e figlio artistico. "Il Maestro – racconta – stava per partire per un ‘mini tour' con accompagnamento di pianoforte, batteria, chitarra e contrabbasso. Era entusiasta di questa nuova avventura. Avremmo dovuto suonare il 4 aprile a Porto Recanati e, pochi giorni dopo, avevamo un appuntamento in sala di incisione ad Avezzano. Stasera, all'improvviso, la notizia della sua morte. Siamo tutti increduli. Si e' chiuso per noi un'era".

Le parole di Fiorello. "Questa notizia di Franco mi ha lasciato basito, senza parole. Ieri Enzo Iannacci, oggi Franco Califano: una Pasqua da dimenticare per noi che facciamo questo mestiere. Sono due persone inimitabili, due artisti unici. Ma con Califano eravamo anche molto amici, ci volevamo proprio bene. E il necrologio più bello se l'è fatto da solo. Diceva che voleva sulla lapide una sola frase: non escludo il ritorno".

Roma gli aprirà le porte della camera ardente. "La morte di Califano, cantore romano e autentico simbolo dell'anima più popolare della città ci addolora molto". Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ricorda in una nota che "festeggiammo insieme, con un concerto a piazza Navona, i suoi 70 anni, dove tutta la città di raccolse intorno al suo Maestro". "Nel piangerlo – conclude – lasciamo alle future generazioni di cantori romani i testi senza tempo di un cantante di altri tempi a cui l'amministrazione aprirà le porte per la camera ardente".

Il ricordo di Pippo Baudo e di Max Tortora. "Due grandi talenti, diversissimi l'uno dall'altro eppure entrambi poeti, Enzo Jannacci e Franco Califano, uno con l'aria scanzonata del bauscia milanese l'altro con un romanticismo romanesco che nasceva anche questo dalla periferia. Due grandi, così diversi ma tanto vicini". Sono state queste le parole con cui Baudo ricorda Califano. A lui si associa il comico Max Tortora "Franco Califano mi ha insegnato la poesia, l'amicizia, l'affetto di un fratello piu' grande, l'eleganza di chi sa esprimere i sentimenti".

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