Francesco Facchinetti in lacrime al concerto dei Pooh: ‘Fanno parte della nostra vita’
Ieri sera si è tenuta la prima delle due date che i Pooh hanno tenuto al San Siro di Milano e hanno dato il via al tour negli Stadi con cui stanno festeggiando i 50 anni della loro carriera, una festa che durerà per tutto il 2016 e che dopo l'estate si trasferisce nei Palazzetti prima della chiusura il 31 dicembre 2015, quando Roby Facchinetti, Dodi Battaglia, Red Canzian, Stefano D'Orazio e Riccardo Fogli chiuderanno ufficialmente la propria carriera, mettendo la parola fine alla carriera di inediti della band, ma non la loro Storia.
E tra i supporter più animati, ieri sera, c'era anche Francesco Facchinetti, figlio di Roby, che oggi ha voluto ribadire come sia in ogni senso un ‘figlio di Pooh'. Lo ha fatto con un lungo status sulla sua pagina Facebook in cui parte dalle origini:
Ciao, mi chiamo Francesco e di cognome faccio Facchinetti. Sono nato il 2 Maggio del 1980 e per vent’anni ho vissuto all’ombra dei palchi di mio papà e dei mie zii. Insomma, avete capito, sono cresciuto con le canzoni dei Pooh. Ho imparato a respirare a tempo con i colpi di batteria di zio Stefano, ho dentro l’energia della chitarra di zio Dodi, ho sempre amato saltare esattamente come fa zio Red e ho imparato a sognare così come mi ha insegnato mio padre.
Presente anche lui era tre le decine di migliaia di fan presenti a Milano, era in prima fila con le lacrime agli occhi, con i suoi 36 anni a scorrergli davanti agli occhi; una vita vissuta con i Pooh nel sangue (nel vero senso della parola)
Ieri, come potete vedere dalla foto, dopo 50 anni di storia i Pooh hanno suonato a SanSiro. Io ero lì, proprio davanti a quel palco che mi ha visto crescere. Ho pianto, ho pianto tanto. Ho pianto di felicità, di nostalgia. Ho pianto perché ho rivisto i miei 36 anni SENZA FIATO. Ho pensato a tutto quello che mi è successo e alla mia vita. Alle persone che non ci sono più. A tutte le emozioni che ho provato e a quelle che avrei voluto vivere ma non ho avuto il coraggio di farlo.
Uno tra i 50 mila, accomunati dall'amore verso la band più longeva del Paese:
E perché tutto questo è successo ieri? Perché i Pooh sono la mia vita, tutta la mia vita. E ieri, guardando le facce delle oltre 50 mila persone, mi sono accorto che anche per loro era così. Quei 4 ragazzi non solo hanno fatto musica ma sono andati oltre. Fanno parte del nostro DNA, sono parte della nostra quotidianità, della nostra vita. Questa sera sarò di nuovo lì, insieme a tanti di voi, a godermi ancora una volta lo spettacolo dei Pooh. Ci vediamo sotto il palco!
Ciao, mi chiamo Francesco e di cognome faccio Facchinetti. Mi chiamano il figlio dei Pooh e hanno ragione perché è così: IO SONO IL FIGLIO DEI POOH!
Vi abbraccio e vi voglio bene.