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Francesco Bertoli, da Amici a Carpe Diem: “Canto il bullismo e seguo i consigli di Maria De Filippi”

Eliminato prima di poter raggiungere la finale, Francesco Bertoli è stato uno dei protagonisti dell’ultima edizione di Amici. Il cantante ha pubblicato il suo album “Carpe Diem” prima della fine della trasmissione in pieno coronavirus, non potendo, quindi, incontrare i fan di persona. Un album ancora acerbo che però ha sperimentato alcuni colori del pop che potranno servirgli per il futuro.
A cura di Francesco Raiola
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Eliminato prima di poter raggiungere la finale, Francesco Bertoli è stato uno dei protagonisti dell'ultima edizione di Amici. Il cantante ha pubblicato il suo album "Carpe Diem" prima della fine della trasmissione in pieno coronavirus, non potendo, quindi, incontrare i fan di persona. Un album che è un po' didascalico, in cui c'è tutto quello che deve esserci: la ballad, il pezzo estivo, il tema personale ma che manca un po' di personalità, di guizzo. Come spesso capita, però, questo è il classico album in corsa, in attesa di quello a cui il cantante sta già lavorando e che, rispettando la consuetudine discografica del genere, potrebbe uscire il prossimo autunno. Abbiamo fatto qualche domanda a Bertoli su questa esperienza, sul primo album, su quello che è uno dei migliori brani dell'album, nonché uno dei più intimi, "Buio pesto", in cui affronta il tema del bullismo.

Ciao Francesco, come stanno andando questi giorni di isolamento?

Mi tengono impegnato durante queste giornate di quarantena

Vedrai la trasmissione, stasera?

Sì, certo, con i popcorn.

Quanto ti manca non essere là?

Un po’ mi manca, però ho visto anche che non è più la stessa cosa, senza il pubblico. Deve essere tosta, impegnativa da affrontare per tutti.

Come e quando è nato Carpe Diem?

Ho iniziato a lavorarci un anno fa, quindi già prima di entrare ad Amici era a buon punto, poi alcune canzoni sono arrivate durante, come ‘Buio pesto’. In quest'album, poi, ci ho voluto mettere due cover: “Roxanne” e “Io che amo solo te”, che rappresentano sia i miei gusti musicali. Da una parte la mia parte più rock dei Police, una delle mie band preferite, dall'altra la parte cantautorale, più intima, di Endrigo, e rappresentano entrambe il mio percorso ad Amici, sono stati due momenti chiave.

Interessante questa cosa che “Buio pesto”, canzone molto intima, sia nata in quel contesto che dall'esterno è più di gruppo che intimo.

Non è nata all’interno, ma durante questo percorso in cui ho sentito il bisogno di esprimermi ancora di più, di lasciarmi andare, di lasciare uscire una parte di me, per questo ho raccontato una parte della mia vita.

In "Buio pesto" racconti delle maschere che mettevi per proteggerti dai bulli. Mi racconti un po’ questo buio pesto e come ne sei uscito?

Ho sofferto di bullismo durante il periodo delle medie e del liceo, sono sempre stato uno un po’ fuori dal gruppo, diverso, di quelli giudicati ‘sfigati’, l’ho sofferta molto e in questa canzone ne parlo. Parlo anche del fatto che non bisogna sottovalutarlo, che è una cosa che ti rimane anche quando sei adulto, cambia il tuo modo di vedere le cose e sentirle. Ti rimane questa cicatrice. Sicuramente adesso ho l’occasione di dirlo a più persone e questo è importante.

Una delle cose che Maria ripete spesso è la libertà che avete per fare la vostra musica: tu come l’hai sfruttata questa libertà?

Lì dentro è un’opportunità anche da questo punto di vista, perché magari nel tuo non hai l’occasione di lavorare con altre persone, produrre pezzi, scambiare idee, avere spunti creativi. Nella scuola un sacco di canzoni sono nate tra di noi e con lo studio a disposizione. Io ho iniziato a scrivere un po’ di più, in modo più sincero, mi sono lasciato un po’ più andare, nella scrittura. L’ho sfruttata così questa libertà.

È un po’ una gabbia questa idea di un pubblico da soddisfare o comunque l’idea di ciò che rappresenta Amici? In fondo alcune dinamiche le conoscevi, è programma che alla fine conoscevi bene anche prima.

Sì, avevo un’idea di com’era, poi capisci che è tutt’altro, quando lo vivi è come se ci fosse quello che vedi in televisione e poi il backstage, viverlo è diverso, molto più intenso. Aspettative non so, non ci ho mai pensato. Quando penso alle mie canzoni penso al fatto che vorrei fossero belle, poi c’è chi le vuole ascoltare, chi non vuole farlo, ma a questa cosa qua ci penso poco.

L’unica volta che ci siamo intravisti si scatenò un po’ di discussione sul fatto che in quel frangente avemmo l’impressione che vi prendeste pochi rischi, che vi muoveste all’interno di una sorta di comfort zone. Per quello ti chiedevo se la cornice di Amici potesse in qualche modo influenzare quello che uno fa.

Io credo che ognuno abbia la sua idea delle canzoni, di come debbano essere le canzoni. Per alcuni è visto come cercare uno standard e per altri no.

Hai la sfortuna di non poter sfruttare l’abbraccio solito di chi esce dal programma. Come la vivi? 

Questa cosa che siamo tutti bloccati è brutta. Non poter utilizzare questo tempo per stare coi fan e con chi apprezzala mia musica è un limite grosso, speriamo che lo si possa fare presto. Per adesso sono sui social, cercando di interagire al massimo coi miei fan ci facciamo compagnia, scherzo, suono, facciamo quello che possiamo fare.

Esiste uno schema discografico che prevede una prima uscita mentre la trasmissione è in onda e poi in autunno primo vero album. Stai già preparando qualcosa?

Sì, sto utilizzando questo periodo come se non fosse qualcosa di negativo, ma cerco di cogliere questo momento di pausa per fare quello che avrei fatto in un altro momento quindi anche scrivere, pensare a nuove canzoni, sto scrivendo molto.

Quindi tu sei tra quelli che riesce a farlo? Molti tuoi colleghi vivono una sorta di blocco…

Credo che sia soggettivo, io ho bisogno di isolarmi da tutto, di spegnere tutto il resto e rimanere da solo. Questa occasione può anche essere l’ideale per me.

Hai tentato di far arrivare Roxanne a Sting?

No, sai, anzi è un’idea, chissà…

Qual è stata la cosa più importante che ti ha detto Maria in questi mesi, l’insegnamento maggiore?

Di essere se stessi e fregarsene dei giudizi degli altri.

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