Fiorello, tutte le citazioni della “classica canzone di Sanremo”

Un tempo si preparavano le canzoni per Sanremo, dice Fiorello. C’erano i coristi, i “Quattro pi+ quattro” di Nora Orlandi, racconta ad Amadeus nel suo monologo strampalato, fatto di chiamate alla sala stampa, messaggi sul sessismo e sul “plastichismo” e su tutte le polemiche del festival del giorno dopo. E poi c’è la canzone, che è un insieme di citazione, dai coretti al falsetti alla Eros Ramazzotti, sino ai cambi di tono, attraverso cui la canzone sale sempre più in alto, un tono a ritornello.
E poi ci sono le canzoni citate. “Non è detto che chi arriva ultimo non avrà successo, guarda Vasco Rossi”, canta Fiorello, citando “Vado al massimo” con cui il Blasco arrivò ultimo nel 1982. E poi il festival del 1995, quando il vincitore annunciato, lo stesso Fiorello, arrivò quinto con “Finalmente tu”. E Toto Cutugno, il mitico sei volte secondo e mai vincitore del festival.
Gli urletti alla Ramazzotti annunciano il ritornello in cui fanno capolino le canzoni che vinsero Sanremo, dove si vince coi “Ti amo”, come Umberto Tozzi nel 1977, con “Si può dare di più”, come Ruggeri Morandi e lo stesso Tozzi nel 1987 e con “Adesso Tu" di Eros Ramazzotti, nel 1986. “A Sanremo si vince sempre con la U”, chiosa Fiorello. Dura dargli torto.
E poi il finale, con la critica alla canzone sessista, e ogni riferimento a Junior Cally non è casuale, e a quella vagamente ambientalista, come “Voglio vivere in campagna” sempre do Toto Cotugno di Sanremo 1995.
Il finale? Ovviamente “Perdere l’amore” del super ospite della serata Massimo Ranieri, che vinse Sanremo nel 1988, che scatena l’ovazione dell’Ariston per il mattatore della serata, che poco prima già si era presentato sul palco vestito da Maria De Filippi.