Fiorello su Califano: “Siamo rinati insieme, spero in un film sulla sua vita”
Ancora lutto nel mondo dello spettacolo, dopo la morte di Enzo Jannacci è toccato lo stesso triste destino a Franco Califan0, il Califfo è scomparso ieri sera nella sua casa di Acilia. Se n'è andato quando nessuno se lo aspettava, tutti gli amici si sono espressi su Twitter salutandolo e dicendo addio al mitico Franco, un personaggio oltre che un cantautore e scrittore. Tra quelli più dispiaciuti per la sua scomparsa senza dubbio Fiorello, che ne regalò una storica imitazione nel 2001 a "Stasera Pago Io". Ed è proprio da quello show che comincia il racconto di Fiore, legato a filo doppio da un affetto speciale per il Califfo, che ha raccontato in un'intervista all'Ansa:
Sono affranto. Questa è una Pasqua da dimenticare.Ieri Jannacci, oggi Califano… E' così triste.Io a Franco volevo veramente bene. Ci legava una specie di rinascita artistica che ci siamo regalati a vicenda. Mentre, più di 10 anni fa, preparavo lo show di Rai1 ‘Stasera pago io' dichiarai ‘se mi va male pure questo spettacolo, smetto'. Anche Franco veniva da un momento altalenante. Un giorno, non so come, durante le prove accennai la voce di Califano: nacque così una nuova imitazione, che non era nel mio repertorio, ma divenne subito popolare. La trasmissione andò molto bene e lo invitai proprio all'ultima puntata per condividere il successo.
Dal quel momento c'è stato un sodalizio indissolubile, che Fiorello ricorda dicendo:
Da allora ci ha legati sempre un grande affetto. E' venuto a trovarmi spesso ai miei show, alla radio, in tv, in teatrò. Tra le tante gag fatte insieme memorabile è la parodia del David Letterman nel ‘Fiorello Show' di Sky Uno. "L'ho sempre seguito dall'inizio della sua carriera nella tv in bianco e nero. Ricordo che ai tempi del liceo le donne impazzivano per lui. Era bellissimo, soprattutto sulla copertina di un album che lo ritraeva con un panama bianco, il sigaro in bocca e la gamba fuori dal finestrino di una cabrio. Franco raccontava delle donne ma non lo faceva da sbruffone… Lui ci giocava, sapeva dire le cose… Ha vissuto veramente una vita incredibile, bisognerebbe farci un film.
Le donne, la gioia di vivere, la musica, ma Fiorello ricorda anche quella parentesi buia della vita di Franco, il carcere ed i guai con la giustizia, che non l'ha tutelato:
Una vita dissoluta ma lui era consapevole di quello che faceva e si riteneva un fortunato. E' stato sempre sincero, nel bene e nel male. Non nascondeva i suoi vizi ed ha dimostrato di essere un uomo con una tempra fortissima.
Rosario Fiorello evita banali accostamenti tra Jannacci e Califano, due artisti del tutto diversi:
Erano unici e irripetibili: Jannacci è Jannacci, Califano è Califano e ha scritto cose meravigliose. Siamo fortunati ad aver potuto conoscere due personaggi così grandi.
Fiore conclude ricordando una delle promesse di Califano che preannunciò la scritta sulla sua lapide: ‘non escludo il ritorno' lo showman ci spera: "Speriamo che sia così, Franco, io ci credo".