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FIMI, cambiano le regole per la classifica: “100 streaming varranno 1 download”

Da settembre cambiano i parametri delle classifiche FIMI e lo streaming avrà un peso maggiore. In un’intervista al Corriere il Presidente della FIMI Enzo Mazza dice che “avremo la nuova classifica in cui 100 streaming saranno equivalenti a 1 download”.
A cura di Francesco Raiola
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Lo sanno anche i muri, ormai, che lo streaming è ciò che negli ultimi anni ha tenuto a galla il mercato. Che piaccia o meno, è questo il modello di business che si è affermato sempre più in questi ultimi anni, moltiplicando l'offerta e i competitor sul mercato, risultando ormai il modello che economicamente frutta di più e, soprattutto, quello maggiormente in crescita in questi anni. Anche in Italia i dati cominciano a seguire quelli statunitensi (e in generale quelli del resto del mondo), al punto che nella prima metà del 2014 l'industria fa segnare un incoraggiante +7% (dati FIMI/Deloitte) con lo streaming che, tra audio e video, ha visto incrementare il proprio valore del 95% (sic), generando un totale di 12,6 milioni di euro e rappresentando il 55% dei ricavi del digitale, piazzandosi davanti ai download, in un trend che segue quello dello scorso anno e pare non fermarsi.

Proprio la FIMI, che ha rilasciato i dati sull'industria, da settembre prenderà lo streaming maggiormente in considerazione per quanto riguarda i dati che si terranno conto per stilare le classifiche di vendita che pubblica settimanalmente. In un'intervista rilasciata sabato scorso al Corriere della Sera, infatti, il Presidente della Federazione ha spiegato che "dopo le vacanze avremo la nuova classifica in cui 100 streaming saranno equivalenti a 1 download" visto che, aveva spiegato, "teniamo le classifiche al passo con l’evoluzione dei consumatori. Lo streaming è un fenomeno inarrestabile ed è trainato dal mobile e dalla generazione dei 16-24enni". Il test è già in atto e da settembre dovrebbe partire questa nuova formula di monitoraggio.

2014 anno decisivo per l'industria discografica italiana

Non a caso, qualche mese fa, proprio Mazza, ai microfoni di Fanpage, dichiarò che il 2014 sarebbe stato "anno decisivo per l'industria discografica del nostro paese". Al Corriere continua spiegando che la scelta di dare maggior peso allo streaming "è inevitabile dal momento che questo è il trend di evoluzione del mercato. Abbiamo seguito la stessa strada quando (a partire dall’ottobre del 2011) abbiamo deciso di integrare download digitali e vendite di supporti fisici nella classifica degli album" e non resta che limare "le formule di equivalenza tra le due modalità di consumo, in modo da arrivare alla compilazione di una classifica corretta ed equilibrata".

La competizione nel mondo dello streaming

Se in Italia (leggasi Europa) il mercato è equamente diviso tra Deezer e Spotify, negli Usa sono sempre di più le aziende che decidono di investire in questo modello di business, dalla Apple che ha acquisito Beats Music, qualche mese fa, fino a Google, che tramite Youtube sta per uscire con un nuovo servizio streaming che si chiamerà YouTube Music Key e che, a differenza di molte altre piattaforme, ha un'arma in più da giocare, ovvero tutta una serie di remix, cover e live da poter aggiungere a un catalogo che si preannuncia molto vasto (nonostante qualche problema avuto con alcune label indie).

La critica dei Produttori Musicali Indipendenti (PMI)

Non tutti, però, sono d'accordo con la decisione presa dalla FIMI. La PMI, infatti, sostiene che la decisione sia dannosa per gli artisti italiani e le aziende indipendenti e in un comunicato il Presidente Mario Limongelli scrive: “Perchè una classifica diventi ufficiale bisogna studiare criteri più equi e condivisi: abbiamo fatto delle proposte integrative, ma puntualmente respinte. Siamo seriamente preoccupati per la nostra musica che è cultura e va tutelata con forza in tutte le sedi. Siamo pronti a discutere seriamente con FIMI e GFK per trovare un'adeguata soluzione che consenta a Major, Indipendenti e a tutti gli attori del settore musicale, di trarre benefici da questo ennesimo processo evolutivo del nostro settore”.

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