Fedez ricorda la lite con Giovanardi su Stefano Cucchi: “Giustizia è stata fatta”
La sentenza sul caso Cucchi giunta negli ultimi giorni sembra aver ristabilito un principio di giustizia su una vicenda che per dieci anni è stata al centro del dibattito nazionale. Ne sono trascorsi cinque di anni da quando, in diretta televisiva ad AnnoUno, avveniva la lite tra Fedez, allora già celebre per la nettezza con la quale esprimeva le sue posizioni, e l'onorevole Giovanardi, sin dal primo momento schierato in difesa delle forze dell'ordine e contro le ragioni della famiglia Cucchi nel processo sulla morte del geometra romano.
“La criminalità usa i ragazzi come un parco buoi per rovinare loro la vita”, aveva detto Giovanardi. E Fedez aveva replicato: “Lei ha dichiarato che Stefano Cucchi è morto disidratato, io muoio disidratato perchè certe caz… non me le bevo”. Oggi Fedez riprende quel video, ricordando il momento su Instagram e manifestando tutta la sua soddisfazione per l'esito del processo Cucchi bis:
Correva l’anno 2014, l’interlocutore era “l’onorevole” Giovanardi.
A 5 anni di distanza giustizia è stata fatta nonostante svariati tentativi di depistaggio. Grazie alla sola caparbietà della famiglia Cucchi, contro le istituzioni, i mestieranti della politica e un certo tipo di giornalismo pressapochista.
Il messaggi di Fedez prosegue allacciandosi a un altro caso dalle sfumature simili a quello Cucchi, ovvero la vicenda Aldrovandi: "Purtroppo la famiglia di Federico Aldrovandi non è stata così “fortunata” quando in Cassazione si è vista condannare a soli 3 anni e 6 mesi (ridotti con l’indulto) gli assassini del proprio figlio per eccesso colposo nell'uso legittimo delle armi, così legittimando un pestaggio 3 contro 1 in cui i testicoli di Federico vennero letteralmente schiacciati e i manganelli utilizzati sul suo corpo addirittura si spezzarono per la violenza usata". Quindi conclude:
Il mio pensiero oggi va alla famiglia di Federico. Io non dimentico. “non mi uccise la morte, ma due guardie bigotte, mi cercarono l'anima a forza di botte”
Il Blasfemo,
Fabrizio De André