Fedez, il chirurgo che lo ha operato: “Dal tumore neuroendocrino del pancreas si può guarire”
Fedez ha rotto il silenzio riguardo il suo problema di salute. L'artista, in un post pubblicato su Instagram, ha spiegato perché ha dovuto sottoporsi a un intervento chirurgico durato sei ore: "Ho scoperto di avere un raro tumore neuroendocrino del pancreas. Uno di quelli che se non li prendi per tempo non è un simpatico convivente da avere all’interno del proprio corpo". Il professor Massimo Falconi, il chirurgo che ha operato Fedez, ha rilasciato un'intervista a Repubblica.
Questo tumore ha maggiori possibilità di cura
Massimo Falconi è primario di Chirurgia del pancreas del San Raffaele. Riguardo al tumore diagnosticato a Fedez, ha spiegato: "I tumori neuroendocrini del pancreas sono una minoranza. Hanno una prognosi diversa, generalmente migliore, rispetto all'adenocarcinoma, il tumore al pancreas più famoso che purtroppo ha una pessima prognosi ancora oggi". Quindi ha aggiunto che non sempre è la prassi ricorrere all'intervento:
"Ma l'intervento non è la prassi: dipende da paziente a paziente, nonché dallo stadio in cui la neoplasia si trova nel momento in cui viene fatta la diagnosi. Il messaggio da dare è che si tratta di un tipo di tumore che, rispetto all'adenocarcinoma pancreatico, ha fortunatamente maggiori possibilità di cura".
Dal tumore neuroendocrino si hanno più possibilità di guarire
Nel corso dell'intervista, è stato chiesto a Falconi se si possa guarire dal NET (Tumore Neuroendocrino). Il chirurgo ha risposto affermativamente: "Si hanno migliori possibilità di guarigione con le opportune terapie. Ovviamente, tutto è connesso alla precocità della diagnosi: quanto prima questa avviene, tanto maggiori sono le possibilità di cura. Non è un messaggio ottimista, ma reale". Inoltre, ha spiegato che come dimostra il caso di Fedez, questi tumori possono manifestarsi anche in giovane età. Oggi, grazie alle tecniche radiologiche e di endoscopia è possibile individuare anche lesioni ancora molto piccole e dunque, agire in tempo. Infine, ha specificato quali terapie vengono applicate per curare i tumori neuroendocrini:
"I Net sono stati i precursori della target therapy, le terapie oncologiche ‘personalizzate' a bersaglio molecolare. Il motivo è che questo tipo di tumore produce un recettore ormonale che dal punto di vista terapico è come se fosse la serratura di una porta: inserendo la giusta chiave, siamo in grado di regolare la crescita delle cellule tumorali, rallentandola o arrestandola. Accanto a questa terapie, c'è poi la Prrt, un particolare tipo di radioterapia molecolare mirata, e le chemioterapie. Ci sono diverse opzioni terapeutiche, che consentono di avere una prognosi migliore a cinque anni per i pazienti: è una buona notizia".