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Fedez e Zan su legge omotransfobia: “Dà diritti a chi non ne ha e non ne toglie a nessun altro”

Fedez ha tenuto una diretta Instagram con il Deputato del PD Alessandro Zan, firmatario della legge omonima che mira a combattere omotransfobia e misoginia. Una legge che è ancora bloccata al Senato a causa dell’ostruzione di alcuni partiti di destra come la Lega di Matteo Salvini: “Questa legge non limita la libertà d’espressione”.
A cura di Francesco Raiola
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Fedez ha tenuto una diretta Instagram con il Deputato del PD Alessandro Zan, firmatario della legge omonima che mira a combattere omotransfobia e misoginia. Una legge che è ancora bloccata al Senato a causa dell'ostruzione di alcuni partiti di destra come la Lega di Matteo Salvini. E proprio questo blocco, più una serie di attacchi omofobi avvenuti nelle scorse settimane – quelli di cui abbiamo coscienza, visto che la maggior parte avvengono nel silenzio – hanno portato a un'attenzione enorme nei confronti del dibattito.

Un'attenzione che si deve molto anche ad alcuni artisti che hanno voluto prendere posizione in maniera chiara. La prima è stata Elodie, che aveva criticato il Senatore della Lega Pillon, su Instagram, proprio per la scelta del suo partito di mettersi di traverso all'approvazione. Alla risposta del parlamentare aveva controrisposto, tra gli altri proprio Fedez che in un video esprimeva, per usare un eufemismo, tutte le sue perplessità sulle priorità di Pillon. E per questo motivo il cantante ha chiesto a Zan di fare una diretta insieme, per cercare di spiegare al proprio pubblico cosa è questa legge, perché serve e chi è che non la vuole.

"La legge non limita la libertà d'espressione ma l'istigazione all'odio (…) Se vengo colpito per quello che sono è crimine d'odio e noi li contrastiamo anche per persone con disabilità. Se mettiamo in campo un'azione da un punto di vista della legge ma anche se facciamo cultura in un paese" dice a un certo punto il deputato rispondendo a Fedez che gli poneva una delle questioni maggiormente poste dai critici della legge, ovvero che il ddl possa limitare la libertà d'espressione: "Se le mie affermazioni producono una condizione di pericolo di discriminazione o violenza, quella non è più libertà d'espressione ma istigazione all'odio. Chi dice che legge e liberticida mente sapendo di mentire. Chi lo dice vuole continuare a istigare all'odio".

Zan ha anche ricordato cosa succede all'estero: "È bene dire che in tutti i paesi avanzati è stata approvata una legge contro i crimini d'odio. In Francia la legge contro l'omofobia approvata nel 2004, 17 anni fa, approvata dalla destra, a significare che non dovrebbe essere una legge di parte ma di tutti perché proteggiamo le vittime vulnerabili. Dopo l'approvazione della legge francese sono calati tanto i crimini d'odio".

Fedez stesso ricorda che questa è una legge che "Dà diritti a chi non ne ha e non ne toglie a nessuno". "Bisogna spiegare che il rispetto verso le differenze è un valore, non un problema, quando rispetteremo le persone a prescindere dalle condizioni personali sarà una società più giusta – continua Zan -. Educare che blu maschio e rosa femmina, uomo che non piange e donna che può farlo, è anticamera di violenza da adulti (…). È un paese civile quello che due persone non possano girare mano nella mano perché rischiano un'aggressione?".

Il perché la legge non sia in discussione lo spiega lo stesso Zan: "La legge è stata approvata alla Camera e dopo 6 mesi manca quella al Senato. In commissione giustizia, dove la legge deve cominciare l'iter prima di andare in aula, non si è cominciato a discuterne perché il Presidente, che è della Lega, la sta bloccando. Il Presidente ha dei poteri, come quello di convocare commissione, in pratica la maggioranza della commissione vuole la calendarizzazione, ma purtroppo è in ostaggio di una minoranza e di un Presidente che la tiene bloccata perché lui non è d'accordo".

Fedez ha anche chiesto a Zan cosa si può fare materialmente per aiutare e oltre alla firma di una petizione, lui e Chiara Ferragni hanno chiesto alle migliaia di persone collegate di inviare una mail al Presidente della commissione giustizia per chiedergli di calendarizzare la discussione in aula. Chiedendo di farlo civilmente, come ha sottolineato anche Zan.

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