Federica Carta si fa urban con “Bullshit”: “Ho convinto mio padre, spero di convincere il pubblico”
Fa un certo effetto ascoltare "Bullshit", il nuovo singolo di Federica Carta. E vederne il video, che uscirà ufficialmente il 6 marzo prossimo. La cantante, infatti, sta crescendo, ascolta musica nuova, fa esperienze di vita diverse e il tutto lo ha condensato, almeno per questo primo passo, in un sound urban e in un cambiamento radicale della sua immagine. Non più ragazzina acqua e sapone, ma una donna qual è, ormai. "Bullshit" è il primo passo verso nuove sonorità, come spiega a Fanpage.it parlando di "punto di partenza". Ogni nuovo album, in effetti, vien descritta come una rinascita, ma questa volta per quanto riguarda l'ex concorrente di Amici, che lo scorso anno salì sul palco del festival di Sanremo assieme a Shade. Durante l'estate ha terminato una storia d'amore, un rapporto malato, come ha spiegato, e da lì sono arrivate forze nuove da gettare nella musica.
Parlando dei nuovi progetti si dice sempre che è "una nuova nascita". In effetti Bullshit mi pare una virata netta rispetto al passato…
Ci riflettevo l'altro giorno, in realtà come hai sentito e visto è veramente una cosa molto diversa da quella che ho sempre fatto vedere e ascoltare. C'è un sound innovativo per quanto riguarda la mia musica e anche a livello di immagine c'è un qualcosa in più che non era mai uscito. Sicuramente questo è un punto di partenza, un inizio di qualcosa di molto bello che sento mio, addosso, e questo è importante per un'artista: sentirsi a proprio agio in una canzone o in un progetto.
In qualche modo, però, sul lato immagine avevi già cominciato a lavorare su Instagram, poi ne hai ampliato la portata. Sarà un cambiamento, come suono, che ti caratterizzerà anche per il resto del progetto?
Assolutamente, non è un cambiamento a tavolino, ma è stata una cosa partita da me, perché sto cambiando io e sto crescendo, poi si è riversata sulla mia musica. "Bullshit" è un pezzo che non ho scritto io, ma mi è arrivato da Katoo e K Beezy e loro hanno descritto perfettamente come mi sentivo in quel momento. Cosa che poi mi ha portata ad andare avanti in questo progetto, dopodiché ci siamo chiusi in studio e con altri produttori abbiamo scritti altri pezzi.
Ce ne sono altri con la tua firma, quindi?
Sì, in altri pezzi c'è anche la mia firma. Ci tengo molto alla mia musica, a poter dire la mia, cosa che non ho mai fatto prima, così tanto. Magari prima se non mi andava bene una cosa stavo in silenzio, ora invece non sto più zitta.
Interessante che questo cambiamento avvenga in un momento in cui nel panorama italiano c'è un lavoro sull'abbattimento barriere, unione di suoni fatto anche da molte tue colleghe. Tu come ci entri in questa cosa?
Io spero di poter fare parte di questa rivoluzione. La speranza è che questo progetto venga capito e accolto dalle persone: quelle che mi seguivano già ma anche di trovarne di nuove. Ci credo molto in questo progetto, penso di non aver creduto mai tanto in un mio progetto; ovviamente non rinnego nulla del mio passato, però adesso sento di poter far parte di qualcosa di bello e nuovo e ci sono molte donne in Italia che stanno facendo la differenza.
Leggevo nella nota stampa che il suono ti caratterizza dopo una delusione che ha segnato un punto di svolta fondamentale nella tua vita. In che senso?
L'estate scorsa mi è arrivato questo pezzo, io non ero ancora uscita – ma stavo cercando di uscire – da una relazione malata che mi aveva portato alla disperazione, quasi. Nonostante la mia giovane età mi do al 100% alle persone e rischio di non avere è più nulla per me stessa. Però già il cambiamento era dentro di me e mi è scattato qualcosa nella testa, tutta la rabbia che provavo l'ho concentrata in questo progetto e nelle cose nuove che ho scritto.
Quindi fa il paio con quel "Federica ha imparato ad amarsi per quella che è”…
Sì, una banalissima delusione d'amore, che banale non è stata, che ha veramente tirato fuori tanti lati di me che non trovavo più e non pensavo di avere.
Come verrà percepito questo cambiamento, sia dagli addetti ai lavori che dai fan? Hai delle aspettative, sia a livello visivo, che sonoro?
Per quanto riguarda le aspettative io non sono una di quella che si fa castelli in aria, però spero veramente che questo progetto venga capito. Spero emerga che è una cosa nata perché io sono così adesso e non perché voglio o devo sembrare in qualche modo, sono sempre stata sincera in tutto e voglio esserlo anche adesso. Una delle persone più critiche, quella il cui giudizio mi ha sempre messo paura, è sempre stato mio padre, però lui da subito ha capito questo cambiamento, nonostante la sua gelosia da papà. Ha capito il mio sentire il bisogno di essere più femminile, del mio crescere e del mio diventare donna. Spero che anche il pubblico capisca e che il pezzo piaccia,perché poi tutto viene da sé
Ho visto un po’ la playlist che hai fatto: in realtà molto variegata, mi aspettavo più cose urban…
Ho scelto dei brani che non si focalizzassero troppo su un genere, un mondo, ma più su testi in linea con "Bullshit" e la rabbia che esprime. Però sono una persona che ascolta tante cose diverse. È un minestrone, ma è un modo per far conoscere alle persone quali sono i miei gusti musicali
Tra le cose che mi hanno colpito è che di Billie Eilish, ad esempio, hai scelto quella 007, insomma la cosa meno billieilishiana, come mai?
Quello è un pezzo che mi ha folgorato, adoro l'orchestra e nonostante in "Bullshit" non ci sia molto strumento suonato, nei prossimi brani ci saranno. Amo la musica dal vivo, lo scorso anno ho fatto un live con la band, è un lato che mi manca molto adesso. Ho fatto scelte strane, ma sono quelle che mi stanno accompagnando in questo periodo.
Cosa puoi dirci del futuro?
Che ho tante canzoni nel cassetto, non ti nascondo che alcune le ascolto da mesi e sto continuando a scrivere in studio. Non posso sapere che succederà, ma credo tanto in questo progetto.
Ti sei creata una squadra, vista la china che vuoi prendere anche a livello musicale?
Mi sono trovata a lavorare con tantissimi producer, cosa che non mi era mai capitata prima, perché scrivevo, mi mettevo al piano e la produzione arrivava dopo. Adesso, invece, si va in studio, il producer crea la base davanti a me e da lì arrivano i vari spunti. Mi trovo molto bene con Katoo e K Beezy, che è un rapper emergente e bravissimo e ci definiamo il trio delle meraviglie, perché ogni volta che entriamo in studio si crea una certa complicità. Senza nulla togliere agli altri con cui abbiamo fatto cose belle. La cosa che mi piace di più delle persone con cui sto lavorando è che sono persone umili, consapevoli delle proprie capacità, che si fanno il mazzo e io posso solo imparare da loro.