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Ex membro dei The Yellow Dogs uccide 2 compagni di band e si spara

Gli Yellow Dogs erano un gruppo rock iraniano di stanza a New York. Uno dei membri era stato cacciato e probabilmente per questo motivo avrebbe ucciso due ex compagni più un terzo amico del gruppo, ferendone un quarto, prima di togliersi la vita con un colpo in testa.
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Update: A uccidere due membri degli Yellow Dogs non sarebbe stato un ex membro, ma un musicista attualmente di un altro gruppo che sarebbe stato accusato in passato di aver rubato soldi e strumenti alla band: "Akhbar – ha detto un portavoce della band – era in un altro gruppo iraniano benché abbiano avuto rapporti in passato. Sono sopraggiunti Problemi personali quando hanno messo fine alla loro collaborazione nel 2012. La sparatoria ha causato la morte di due membri degli Yellow Dogs Sourosh Farazmand (chitarrista) e Arash Farazmand (batterista) e un loro amico, il musicista e autore Ali Eskandarian. Il killer è morto a causa di un colpo sparatosi lì sul posto"

Era stato cacciato dalla band pochi giorni fa ed è anche su questo che lavorano gli investigatori per venire a capo dell'omicidio di tre ragazzi. Un ex membro della band iraniana Yellow Dogs, di base a New York, avrebbe deciso di vendicarsi ammazzando tre ex compagni prima di togliersi la vita sparandosi in testa. La band "Post Punk/Dance Punk di Teheran con base a Brooklyn" come recita la loro bio su Twitter, aveva cominciato la propria carriera nel 2006 in Iran dove suonava di nascosto dal regime, prima di prendere la decisione di trasferirsi negli Usa per continuare liberamente a fare la propria musica.

L'omicida sarebbe entrato nell'appartamento che i ragazzi condividevano nell'East Williamsburg e ne avrebbe uccisi tre sparandoli e ferendone un quarto che, però, non dovrebbe essere in pericolo di vita. A quel punto il ragazzo si sarebbe sparato alla testa. Nella casa erano presenti altre due persone che hanno trovato riparo nel bagno, sfuggendo all'omicida. Stando al New York Times che ha intervistato i vicini, i ragazzi erano un po' rumorosi, ma pienamente integrati: "Suonavano sempre – ha detto un vicino – Mi sedevo fuori e li ascoltavo. Ottima roba. Erano bravi ragazzi".

Il gruppo era stato tra i protagonisti del documentario "I gatti persiani" di Bahman Ghobadi, piccolo caso cine-musicale del 2010, in cui il regista raccontava la difficoltà di fare musica anche nell'Iran di oggi.

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