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Eurovision 2016, il diario dei Minus One: ’21esimi ma felici per le vendite’

I Minus One hanno finito la loro esperienza all’Eurovision 2016, con un 21esimo posto, ma ottimi riscontri di vendita nei giorni immediatamente successivi. Ecco l’ultima puntata del diario che hanno tenuto da Stoccolma per Fanpage.it.
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Che dire? È lunedì mattina, siamo già a Cipro. Meno di 48 ore, ed il mondo per noi è cambiato. Totalmente. Completamente.

Possibile davvero che non siano nemmeno passate 48 ore dalla finale? Cerchiamo di ricapitolare cosa è successo. Sabato è stata una giornata demenziale. Reduci dal venerdì di prove e concerto per la giuria, quindi da due eventi a stadio pieno, ne abbiamo altri due davanti a noi: famiglie e la finale. Ormai è quasi una routine. Con i due concerti di sabato siamo arrivati a quota 12: 6 senza spettatori, 6 con. 6×16.000=96.000 spettatori ci hanno visto cantare. E’ un tour de force micidiale, una macchina schiaccia sassi e decisamente faticosa.

In realtà, non è una routine: ogni concerto è singolo, non vi sono quelli dove puoi fare male e quelli dove puoi fare bene. Devono essere tutti senza sbavature. I ricordi sono accavallati, ma si concentrano tutti sulla finale, il resto si perde. Ci prepariamo, soliti gorgheggi, solito casino infernale nella Artists Bubble, tutti a cantare, provare, fare balletti suonare la chitarra in questo caravanserraglio impazzito e stanchissimo che è diventato l’Eurofestival. Siamo carichi e pronti, la stanchezza cede il passo all’adrenalina.

François e Lars, il suo backstage vocalist (noticina carognina: il team che fa on stage può essere composto al massimo di sei persone. Il cantante singolo può avere quindi fino a 5 back vocalist, ovvero quelli che, nascosti dalla vista degli spettatori e telecamere, fanno il controcanto. CINQUE. Noi che siamo in cinque on stage, possiamo averne uno. Differenza? Semplice: François fa tutto da solo, la voce possente e ruggente che avete sentito è sempre e solo la sua, Lars fa il falsetto del coro. Di altri, vi assicuriamo, non si può dire lo stesso e qualche casta diva e qualche giovanotto hanno avuto spinte poderose dai loro coristi….) si preparano. Noi ci vestiamo, rito propiziatorio al dio successo.

Arriva Sebastian, il ragazzo che ci ha sempre scortato nel backstage. GP, come sempre, ci segue: non ci ha mai mollati un attivo, sempre dietro a noi… Solita trafila: controllo auricolari, salutiamo chi ha appena cantato, foto di tiro, ma parliamo poco. Siamo tesi ma tranquilli, ormai sappiamo cosa dobbiamo fare. Arriva il momento: GP ci preleva tutti i pass, li indossa sempre lui per tutta la durata della canzone. Saliamo: la folla fa un boato ma noi non lo sentiamo, gli auricolari ce lo impediscono. Siamo pronti. Tic, tic, tic, tic, tic: i 5 tic degli auricolari ci dicono che mancano 5,4,3,2,1 secondo all’inizio. Via si parte: ognuno di noi ha memorizzato le posizioni delle 22 telecamere e sappiamo perfettamente quando entrerà in funzione una o l’altra. Tutto è ottimamente organizzato, Chris tira fuori la lingua e fa boccaccia esattamente al secondo previsto, per cui la telecamera mobile è lì e li riprende alla perfezione. François non ha la linea sotto gli occhi, non ci era piaciuto anche se molte ragazze ci hanno detto lo hanno rimpianto (ed altre hanno detto che era meglio così!). Ognuno di noi sa cosa fare, e lo facciamo benissimo. Tre minuti ed è fatta. Ora dobbiamo solo aspettare.

Scandiamo nella zona verde, siamo stanchissimi ma sereni, GP ed il resto della delegazione ci hanno detto che è andata benissimo. Aspettiamo che cantino tutti i nostri colleghi, poi arriva il turno di Justin Timberlake. Passa a 10cm da noi, sembra il fratello gemello del presentatore svedese (e vincitore lo scorso anno dell’Eurovision con la canzone ‘Heroes') Måns Zelmerlöw.

Solite chiacchiere di rigore, un po’ insulse, si ferma a salutare e fare gli auguri al cantante svedese (chissà quanto lo hanno pagato per questo), unico a cui stringe la mano, anche se si ferma un attimo a salutare Iveta Mukuchyan, la cantante Armena che si è presentata sulle scene in costume da bagno con calze nere sconvolgendo i sogni del nostro Harrys…

Poi va on stage, e si lancia con la sua ultima canzone: dopo pochi minuti l’intera arena è in piedi a ballare, anche noi in Green Zone siamo in piedi, facciamo addirittura trenino (dovrebbe essere vietato, lo facevano i nostri nonni, ma si può?), al punto che Francesca Michielin, accanto a noi scatenata, si lancia in un duetto con Barei, GP immortala il tutto, arriva il bel Amir che si piazza in mezzo (e lo capiamo), mentre il nostro ineffabile Harrys, che insieme a Francois ha conquistato i cuori femminili di mezza Europa, mentre Harrys dicevamo…. Ma dove è Harrys??? Ah, eccolo li che piroetta con una Armenina carina carina…

Ma anche il ballo, il trenino, finiscono. Le votazioni dei telespettatori sono terminate. Comincia la distribuzione dei voti, prima la giuria…. e non ci tratta un granché bene, anzi diremo malino. Nessun 12, un 8 dalla Grecia, un 7 dall’Inghilterra, due 5 da San Marino, un 4 da Estonia. Siamo un poco delusi.

Poi arrivano i televoti: ci va meglio, abbiamo un 12 dalla Grecia, un 7 dalla Russia, un 6 da Armenia, ma nostri sogni di portare la nostra piccola Cipro ad un ottimo piazzamento spariscono. Vince l’Ucraina, che dire, quando la politica entra nella musica verrebbe voglia di fare il sarto piuttosto. Ci spiace per Sergey, che strameritava di vincere per canzone e scenografia spaziale. Felicissimi per Poli Genova, Bulgaria, folletta pazzerella con cui abbiamo passato bellissime serate. Felici per Amir, tristi, tristissimi per Barei Barei, Spagna, non meritava di finire addirittura sotto di noi. Anche la fantastica Gabriela della Repubblica Ceca viene penalizzata, mentre la simpatica Zoe con una canzoncina da Zecchino d’Oro viene premiata. Mah. Chiunque sia nella Green zone capisce che il mondo commerciale non seguirà molto la classifica di Eurovision, e qualche commento velenoso c’è.

Rientriamo, siamo stanchi ed un poco avviliti. Cipro, ci spiace. Ci chiediamo come sia possibile finire 21esimi quando tutti ci dicevano tra il decimo ed il quindicesimo posto. Ci consoliamo a vedere grossi nomi non troppo lontano da noi. Anche la Francesca.

Incontriamo un manager di un grosso gruppo musicale, italiano. Parla con GP e Paolo Fratta, il nostro agente per l’Italia. Vengono da noi e ci dicono che ha detto: non vi preoccupate, questa è Eurovision, così vanno le cose, ma voi siete straordinari, siete già famosi. Sarà. Ma è meglio andare a letto, niente festeggiamenti stasera.

Domenica. Sveglia. Valige. Siamo al bancone. GP è lì che paga il conto a tutti, mentre è al bancone legge la posta. Lo vediamo girarsi verso di noi e, sinceramente, lo vediamo sbalorditi che quasi scoppia a piangere. Ci chiama, e ci fa vedere la mail del nostro distributore digitale. È lunga due pagine. Ci spiega cos’è: siamo tra i primissimi posti delle vendite in classifica in tutta Europa, per l’esattezza siamo tra i primi 5 posti in dieci paesi, e tra i primi dieci in altri otto. Guardiamo la lista manco fosse la copia originale del Vecchio Testamento. Guardiamo anche YouTube, ed i likes su Facebook. Pazzesco! 1 milione di views in più in 4 giorni. 10.000 likes in più….

Allora sentiamo che è vero, che forse è avvenuto, forse stiamo per coronare il sogno di portare la nostra musica in Europa. Tutto sparisce: delusione, stanchezza, sconforto. Partiamo, in aereo ci guardano tutti con curiosità, le hostess chiedono autografi e CD.

Cipro, aspettaci, non ti abbiamo deluso!

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