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Emma, da Palermo a Milano: “Basta, non sono razzista, ho messo la famiglia avanti a tutto”

Emma torna sulle accuse di razzismo che le sono state rivolte per aver spostato l’esibizione per il Radio Italia Live da Palermo a Milano e spiega che i motivi sono familiari, e che era stata lei a scegliere, inizialmente, la Sicilia.
A cura di Redazione Music
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La polemica sul presunto razzismo di Emma che, per motivi personali, come aveva spiegato in uno status su Facebook, aveva spostato il concerto previsto per il Radio Italia Live, da Palermo a Milano continua. La cantante salentina, infatti, ha risposto all'ennesimo tweet in cui si tornava ad accusarla. Nei giorni scorsi Emma si era scusata anche con Radio Italia per alcuni commenti apparsi sui canali social della radio e ieri è tornata sull'argomento per cercare di far capire come l'associazione del suo nome alla prola "razzismo" sia semplicemente assurda: "so solo che nelle ultime 48 ore ho letto il mio nome associato ad una parola : RAZZISTA. Mi vergogno persino a leggerle certe cose e trovo avvilente ed umiliante dover dare per l'ennesima volta delle giustificazioni per difendere la mia persona dal fango e dall'odio che è stato riversato in questi giorni sui social, sono stanca… anzi voglio essere sincera fino in fondo come sempre, mi sono rotta le scatole!".

A questo punto la cantante ci tiene a sottolineare che era stata lei stessa a scegliere di esibirsi a Palermo, ma un matrimonio di un parente la costringe a spostare l'esibizione a Milano

IO SCELGO DI ESIBIRMI A PALERMO!!! Succede che qualche giorno dopo mio cugino mi dice che il 30 giugno si sposa e chiedo gentilmente di essere spostata sulla data di Milano. Ho letto parole orribili… "sei una razzista nei confronti del sud" "pensavamo tu fossi una persona umile" "ti sei montata la testa"… e via dicendo… alcune non si possono proprio riportare. Quindi ora mi chiedo: devo chiedere scusa se per una volta ho scelto la mia famiglia come priorità? Devo chiedere scusa al sud? Devo chiedere scusa per ogni mia azione non condivisa o non accettata dal pubblico? No! Non chiedo scusa proprio a nessuno!

La lunga lettera social si conclude con le scuse nei confronti di chi si era organizzata per vederla, ma soprattutto con l'amarezza nei confronti di chi non solo non ha compreso ma, anzi, "ha scritto queste cose tremende":

Mi dispiace se ho creato dei disguidi a chi si era organizzato per vedermi a Palermo, ma nella vita, alle persone, succedono degli imprevisti… IO SONO UNA PERSONA. Ho la coscienza pulita, chi invece ha scritto queste cose tremende è l'esempio del degrado dell'umanità al quale stiamo andando incontro… mettetevi una mano sulla coscienza, se ne avete una e rendetevi conto del male che generate con le vostre parole… non mi abbasserò mai a certi livelli… la mia famiglia mi ha insegnato ad essere una persona migliore!

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