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Emis Killa sulle critiche a “3 messaggi in segreteria”: “Non istiga al femminicidio”

Una delle canzoni di “Terza stagione”, ultimo album di Emis Killa, è stata fraintesa e così il rapper ha voluto fare una precisazione, spiegando che il testo di “3 messaggi in segreteria” non istiga al femminicidio, anzi, il significato è proprio una denuncia al fenomeno.
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Si chiama "Terza stagione" il nuovo album di Emis Killa, uscito la settimana scorsa e che il rapper sta portando in giro per un lungo in store in cui sta incontrando i fan. Purtroppo dopo il clamore di CULT, dovuto a motivi più legati alla musica, il cantante ha dovuto affrontare non poche critiche dovute a causa di una canzone che si chiama "3 messaggi in segreteria". Killa, infatti, sta fronteggiando in questi giorni a commenti irritati per il testo della canzone che racconta uno stalker dalla sua testa e molti hanno letto come istigazione al femminicidio, come gli hanno scritto nei giorni scorsi, con toni che vanno da "è un testo stupido e violento, dà valore ad un genere di relazione uomo/donna malsano e pericoloso" a "dovresti semplicemente vergognarti. Tu e chi produce le tue "canzoni". 3 messaggi in segreteria è da denuncia per istigazione al femminicidio".

Insomma, resosi conto della possibilità di fraintendimento del testo e subissato dalle critiche, il cantante ha voluto specificare quello che aveva già spiegato ai giornalisti in conferenza stampa e lo ha fatto con un post su Facebook in cui spiega che quel pezzo, la scelta della voce che racconta la storia "E' il mio modo per sensibilizzare e denunciare il femminicidio (…) Ho corso di proposito il rischio di essere frainteso perché il mio richiamo alla riflessione e alla consapevolezza non passasse inosservato, e l'ho fatto coi modi e le parole che sono mie":

Emis Killa istiga al femminicidio? Ora che ho la vostra attenzione leggete le righe che seguono. In questi giorni sta andando tutto bene, gli instore procedono e il disco sta piacendo molto, però sta succedendo anche altro. Si parla di "3 messaggi in segreteria", e certi lo fanno come se istigasse alla violenza sulle donne. In questa canzone racconto di un ragazzo che perde la testa per la ex fidanzata e decide di ammazzarla. Lo racconto dal punto di vista, malato, di chi ammazza. E' il mio modo per sensibilizzare e denunciare il femminicidio. Ho scelto un metodo brusco, diretto, cattivo, e soprattutto in prima persona, perché so che è il più efficace e mi appartiene, e infatti si sta alzando un polverone, che è quello che mi aspettavo, per poter porre l'attenzione su uno degli aspetti più brutti di questa società. Come artista è mio privilegio e mio compito raccontare storie e far pensare chi mi ascolta. Quando creo canzoni creo mondi, a volte colorati, a volte crudi. Nelle canzoni racconto la realtà, che a volte è orribile, a volte è sbagliata, ma mai possiamo far finta che non esista. Ho corso di proposito il rischio di essere frainteso perché il mio richiamo alla riflessione e alla consapevolezza non passasse inosservato, e l'ho fatto coi modi e le parole che sono mie.

Il fraintendimento è stato evidente e forse se un piccolo problema c'è stato: se un messaggio che vuole essere a favore arriva al contrario evidentemente c'è qualcosa che è andato storto e ha fatto bene Killa a specificare:

Nella conferenza stampa di presentazione l'avevo spiegato ai giornalisti e il senso e lo spirito del mio pezzo era stato ben compreso. Spero che un brano così forte spinga soprattutto i più giovani e chi ignora questi fatti a farsi due domande e a non ignorarli. Non temo assolutamente che qualcuno pensi ad emulare il personaggio che interpreto, sarebbe come temere che chi legge gialli poi diventasse un serial killer. Amo e rispetto l'universo femminile a cui credo di aver dedicato belle parole nel corso della mia discografia; ci sta che qualcuno abbia frainteso lo spirito del brano, ma a volte una nota stonata spicca più delle altre in mezzo all'armonia. Un saluto a tutti.

Al post in questione i commenti si sono riallineati verso una comprensione giusta del testo, chissà se la precisazione, però, servirà a mettere una pezza al fraintendimento.

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