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È morto Sixto Rodriguez, dalla sua storia fu tratto il doc premio Oscar “Searching for Sugar Man”

Il cantautore americano Sixto Rodriguez, protagonista del documentario Premio Oscar Searching for Sugar Man è morto a 81 anni.
A cura di Redazione Music
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Sixto Rodriguez (Getty Images)
Sixto Rodriguez (Getty Images)

Sixto Rodriguez questa volta è morto davvero. Il cantautore americano, su cui si basa il documentario "Searching for Sugar Man", è scomparso all'età di 81 anni, come si legge sul suo sito ufficiale, che riporta così la notizia: "È con grande tristezza che noi di Sugarman.org annunciamo che Sixto Diaz Rodriguez è morto oggi. Porgiamo le nostre più sentite condoglianze alle sue figlie – Sandra, Eva e Regan – e a tutta la sua famiglia. Rodríguez aveva 81 anni. Possa la sua cara anima riposare in pace" è il messaggio. Nato a Detroit, figlio di genitori messicani, la sua carriera ha meritato un Oscar, e una riscoperta che lo ha portato dal silenzio sulla sua musica alla fama mondiale.

Autore di due album, "Cold Fact", pubblicato nel 1970 e "Coming to Reality" del 1971, Rodriguez aveva perso le speranze di poter sfondare nel mondo della musica. I suoi due album, infatti, avevano avuto poca diffusione, nonostante contenessero canzoni come "Sugar man", "I wonder" e "Crucify Your Mind", diventate iconiche negli ultimi anni. Dopo aver tentato la carriera politica – si candidò, nel 1981, come sindaco di Detroit – e la laurea in Filosofia, era diventato un lavoratore autonomo quando scoprì, mentre lavorava in un cantiere della sua città natale, di essere un cantautore di enorme successo nel Sud Africa dell'apartheid.

Nel frattempo, laggiù, nessuno aveva notizie certe su di lui, neanche l'etichetta che aveva pubblicato i suoi album e le voci su di lui si rincorrevano, c'è chi diceva fosse morto di overdose e chi che si fosse sparato sul palco. Nel raccontare la sua vita, il Guardian titolò, non a caso "Il cantante ritornato dalla morte", perché si pensava che non fosse più tra noi. Nessuno riusciva ad avere notizie, nonostante in Sud Africa il suo "Cold Fact" fosse diventato un album di culto e i suoi testi fossero diventati simbolo per chi lottava contro l'apartheid. Ci vollero molti anni prima che la notizia della sua fama lo raggiungesse e potesse tornare in tour in Sud Africa davanti a migliaia di persone in delirio.

Da lì il viaggio che portò la sua musica negli Stati Uniti, dove nel 2009 furono ripubblicati i due album e la sua storia finì nel film di Malik Bendjelloul che vinse l'Oscar come miglior documentario, portandolo a esibirsi anche al Late show di David Letterman e fare tour mondiali.

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