È morto Roberto Brivio, storico membro dei Gufi
È morto a causa del coronavirus Roberto Brivio, storico artista che faceva parte dei Gufi, il quartetto cabarettistico che negli anni '60 cantava in tv di cimiteri, religione e satira politica con un umorismo folgorante in dialetto milanese. L'artista, morto a Monza ad 82 anni, era ricoverato all'Ospedale San Gerardo di Monza a causa del Covid-19. Era ricordato come "il Cantamacabro", perché era il cantautore a scrivere i testi delle canzoni che ironizzavano sulla morte. Brivio è stato il terzo membro del gruppo ad andarsene, dopo Gianni Magni e Nanni Svampa, lasciando solo l'ultimo dei quattro, Lino Patruno.
Chi era Roberto Brivio
Per cinque anni è stato membro dei Gufi, ma la sua carriera è durata molto più a lungo. Attore, cantante, cabarettista e scrittore milanese, Roberto Brivio è stato un artista poliedrico. "Qualcuno mi rimprovera di non aver scelto una strada precisa, ma io mi diverto così, se sto fermo più di tre giorni mi annoio", raccontava. Dopo il diploma all'Accademia dei Filodrammatici Brivio ha iniziato a scrivere programmi per la Rai e a gestire il teatro in Galleria del Corso a Milano. Sarebbe seguita l'apertura di diversi locali nei quali si faceva musica e umorismo fino a tarda notte. Oltre agli innumerevoli spettacoli teatrali che ha diretto, Brivio è apparso anche in diverse trasmissioni in tv, come il Maurizio Costanzo Show, Domenica In e Zelig.
Il successo de I Gufi
I Gufi hanno avuto vita breve (dal 1964 al 1969), ma hanno contribuito a far nascere l'umorismo da cabaret milanese negli anni '60. L'idea nasce dall'incontro di Nanni Svampa, che in quegli anni inizia a frequentare l'ambiente musicale di Milano, e il jazzista Lino Paturno. Danno vita ad una collaborazione e così ad una serie di spettacoli di cabart – concerto. Con l'arrivo nel gruppo di Roberto Brivio e Gianni Magni, i quattro formano il quartetto de I Gufi. Che si scioglierà presto per la decisione di Magni di iniziare una carriera da solista, nonostante il successo che stava riscuotendo il gruppo: "Ma io non gliel'ho mai perdonata, fu un suicidio, facevamo sempre tutto esaurito", ha raccontato Brivio, che in passato ha provato a rimettere in piedi il quartetto.