Gianmaria Testa è morto, addio al cantautore italiano amato in Francia
Il cantautore di Cuneo Gianmaria Testa è morto questa mattina nel Centro di Riabilitazione Ferrero di Alba (Cuneo), dove era ricoverato da alcuni giorni. Da anni Testa, che è nato a nel 1958 a Cavallermaggiore, in provincia di Cuneo, era malato di tumore, come aveva ammesso solo un anno fa, quando spiegò a Michele Serra che non poteva più essere operato e voleva spiegare al suo pubblico il perché di quella sua scomparsa, di quel silenzio che ne stava accompagnando gli ultimi mesi della sua carriera; un silenzio, spiegò, dovuto anche al suo pudore. Testa è uno degli esempi di come il nostro cantautorato, talvolta, sia più apprezzato all'estero che in Patria e, infatti, la sua sua carriera principale si è sviluppata in Francia, dove il cantante era molto apprezzato. L'annuncio è stato dato sulla sua pagina Facebook, dove si legge: ‘Gianmaria se n'è andato senza fare rumore. Restano le sue canzoni, le sue parole. Resta il suo essere stato uomo dritto, padre, figlio, marito, fratello, amico'. Al suo fianco c'erano la moglie Paola e il cognato Oscar Farinetti.
Dalla Francia all'Italia
Il suo amore per la musica lo porta verso la chitarra, che diventerà il suo strumento principale, per una carriera che partì dall'Italia, dove vinse il Festival musicale di Recanati, ma si sviluppò da subito Oltralpe, grazie a Nicole Courtois-Higelin, produttrice francese, che ne segue le prime orme, occupandosi di lui; una carriera condivisa, inizialmente, col suo lavoro di capostazione a Cuneo. In un'intervista ad AgoraVox, spiegò che ‘Per una volta qualcuno si interessava a quello che facevo senza voler cambiare niente, dicendo: Va bene così, pubblichiamo. Quindi ho cominciato in Francia per caso, dopodiché la Francia aveva ancora, a metà degli anni 90, quella buona abitudine di finanziare la cultura ed io ho approfittato di questo, adesso mi sa che è cambiato molto'.
Le collaborazioni con musicisti, attori e scrittori
E quindi più che una seconda patria, almeno artisticamente divenne la prima. Fu lì che pubblicò i suoi album, in un Paese che ama il cantautorato e anche quello nostrano, come dimostra, ad esempio, l'amore che avevano, oltre che per lui, anche per Paolo Conte. L'Italia lo scopre dopo, piano piano, quando si esibisce all'Olympia, tempio della musica parigina e comincia a parlare di Testa, il quale continua a pubblicare album e portare la sua chitarra e la sua musica in giro per l'Europa. Il suo talento e la sua sensibilità lo portano a collaborare con alcuni dei musicisti più apprezzati di Francia e d'Italia, avvicinandosi al jazz (collabora con Bollani e Rava, passando per Rita Marcotulli), ma anche con scrittori come Erri De Luca e Andrea Bajani e attori come Paolo Rossi e Giuseppe Battiston:
Musica, teatro e libri per bambini
Il suo amore per la musica va di pari passo con quello per la scrittura come si può facilmente capire dai suoi testi, ma anche col teatro, suo luogo ideale.
La parola scritta ha per me una connotazione di cosa definitiva, infatti vivo male con i marchingegni di oggi (…) Penso che la canzone che tra le varie forme di comunicazione sia quella che si è fatta più sconti quella che si è prostituita di più anche perché è quella che ha generato più soldi. Purtroppo alla canzone basta avere una bella voce, una bella presenza, si possono anche cantare stupidaggini e avere successo, questo a me dispiace molto. Proprio perché la canzone è popolare e arriva senza fatica, non richiede la fatica di un romanzo, di una poesia cioè quella di essere portato alla mente attraverso la lettura. La canzone ti arriva, è “gratis”, proprio per questa ragione meriterebbe più rispetto, bisognerebbe avere il coraggio di non “licenziarla” così.
Nove album, tour, esibizioni teatrali e anche libri per bambini come ‘Il Sentiero e altre filastrocche', uscito per Gallucci a segnare la sua carriera, e per adulti: il 19 aprile, infatti, uscirà per Einaudi "Da questa parte del mare" con la prefazione di Erri De Luca. E gentilezza e pudore sono state sue caratteristiche nella vita e nella malattia che lo ha tenuto lontano dal suo pubblico, un incontro vietatogli dai medici:
Mi mancano i concerti, mi manca moltissimo suonare e cantare. Lo faccio piano, da solo. Di notte, così non do fastidio – disse a Serra -. Penso molto alla musica e alle canzoni, ci penso continuamente. È come se mi rendessi conto solo adesso che erano parte integrante del mio vivere.