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È morto Felix Grande, coniugò la poesia con la sensualità del flamenco

Il poeta, paroliere e chitarrista di flamenco si è spento a Madrid all’età di 76 anni.
A cura di Daniela Seclì
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Felix Grande si è spento a Madrid, all'età di 76 anni. Lo scrittore spagnolo ha avuto il grande merito di essere uno dei maggiori innovatori della poesia spagnola. Dalla raccolta "Las Piedras" risalente al 1963, l'autore ha intrapreso un viaggio verso una sperimentazione del linguaggio e dell'erotismo, con liriche influenzate dalla calda sonorità del flamenco. Nel libro di racconti "Fabulas" pubblicato nel 1991, invece, ha espresso la sua visione critica del mondo contemporaneo. Il suo fervore nella scrittura si intrecciava sapientemente alla sua passione per il flamenco. Felix Grande, infatti, era appassionato di musica, paroliere e chitarrista. Sono tanti i libri che vedono l'espressione di questa sua passione: "Garcia Lorca y el flamenco" (1992), "Agenda flamenca" (1987), "Memoria del flamenco" (1995), che le valse anche il Premio nazionale di Flamencologia.

I premi ricevuti. Sono tanti i riconoscimenti che Felix Grande è riuscito ad ottenere durante la sua lunga carriera. Nel 1978 vinse il Premio Nacional de Poesia per "Las rubaiyatas de Horacio Martin", grazie ad un eteronimo ispirato all'Abel Martin di Antonio Machado e al Ricardo Reis oraziano di Fernando Pessoa. Ha vinto il Premio Gabriel Mirò nel 1966, il Premio Barcarola nel 1989, il Premio Nacional de las Letras Espanolas nel 2004 ed ha ottenuto la medaglia d'oro di Castilla-La Mancha.

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