È morto a 31 anni il cantante reggae Jo Mersa, nipote di Bob Marley
Il nipote di Bob Marley e figlio di Stephen, Joseph "Jo Mersa" Marley, è morto a 31 anni, anche se non sono state rese note le cause del decesso. A darne per primo la notizia è stato il giornalista Abka Fitz-Henley che su twitter ne ha annunciato la morte spiegando che "Marley è stato trovato senza sensi in un veicolo" senza altre informazioni, che non sono arrivate neanche dalle conferme che i rappresentanti del cantante hanno dato a diverse testate. Nato in Giamaica nel 1992, Marley lasciò il paese natìo pochi anni dopo, ne aveva 11, per trasferirsi con la famiglia a Miami, dove continuò a essere attorniato dalla musica.
La famiglia Marley, infatti, è caposaldo della Storia musicale mondiale, soprattutto grazie al nonno Bob ma anche con il padre Stephen, vincitore di otto Grammy Awars, in vesti diverse, da solista o produttore. Jo Mersa è più volte salito sul palco col padre ma anche con con lo zio Ziggy Marley and the Melody Makers, gruppo che comprendeva anche le zie Sharon e Cadella. Marley, però, aveva cominciato a scrivere le proprie canzoni già durante l'adolescenza e pubblicò il primo singolo ufficiale nel 2010, My girl, e quattro anni dopo uscì con il suo primo album ufficiale, ovvero l'EP "Comfortable", mentre nel 2016 collaborò con la canzone del padre "Revelation Party" inclusa nell'album "Revelation Part 2: The Fruit of Life".
L'ultimo progetto firmato da Jo Mersa era l'album del 2021 "Eternal" che lo vedeva collaborare con artisti reggae e dancehall. A ricordare Marley c'è anche Mark J. Golding, leader dell'opposizione in Giamaica che ha scritto: "Ho appena appreso della tragica perdita di Joseph ‘Jo Mersa' Marley. Un talentuoso giovane artista reggae, figlio di Stephen Marley e nipote di Bob Marley, scomparso a soli 31 anni. La perdita di un figlio è un colpo devastante che nessun genitore dovrebbe affrontare, le mie condoglianze a Stephen e all'intera famiglia". In un'intervista di qualche anno fa a Rolling Stone, parlando dell'essere cresciuto in una famiglia come la sua disse: "È stata una cosa davvero magica, vedere quelle persone venire a casa e come sarebbe avvenuto l'intero processo di lavoro. Tornavo a casa e provavo a fare i compiti, ma finivo per distrarmi e andavo a sbirciare in studio. Vorresti sempre correre dentro e fuori per vedere cosa stava succedendo".