Dodi Battaglia: “Stefano D’Orazio è peggiorato dopo essersi ammalato di Covid”
Dodi Battaglia ha ricordato Stefano D'Orazio in un'intervista all'Ansa. Il chitarrista ha parlato di Stefano D'Orazio, scomparso dopo una settimana di ricovero in ospedale per Covid. Le condizioni del musicista erano peggiorate quando con l'arrivo del Covid, come ha specificato anche Battaglia che ha spiegato che le condizioni dell'amico non erano delle migliori, ma non parevano allarmanti: "Stefano non stava bene, ma non sembrava niente di così allarmante. Era ricoverato a Roma in una struttura sanitaria. Si era infettato con questo virus, ma come tante altre persone… Fino a tre ore fa aspettavo un messaggio di aggiornamento e invece mi è arrivata questa mazzata che mi ha spezzato le gambe". A questo proposito il chitarrista ha voluto stigmatizzare chi minimizza i problemi legati al virus: "Mi fa indignare chi nega o minimizza il Covid".
D'Orazio come un fratello per Battaglia
Per Dodi Battaglia, D'Orazio era il fratello che non aveva mai avuto: "Stefano D'Orazio era il fratello che io, figlio unico, non avevo. Quando perdi una persona così cara, soffri da morire, ma non ti rendi conto subito di quello che è successo" ha detto all'agenzia di stampa, parlando di questa tragedia. D'Orazio era stato il primo a lasciare la band, prima della reunion per i 50 anni di carriera: "dopo aver tentato in tutte le maniere di farlo rimanere, una decina di giorni dopo rinunciai. Pensai che quella fosse la scelta giusta. Feci questo ragionamento: se lui è mio fratello (e lo fa non per scappare a 60 anni con una ballerina bulgara) evidentemente ha preso una decisione che devo rispettare. Un amico vero fa così" ha spiegato ricordando quei giorni.
Un grande paroliere
"Il legame di questi 50 anni, le cose che abbiamo fatto insieme, ci hanno uniti forse anche più di un vincolo fraterno di sangue" continua battaglia, che ricorda anche D'Orazio come un grande paroliere: "Lui e Valerio Negrini hanno scritto parole bellissime delle canzoni dei Pooh. Per farlo come hanno saputo farlo loro, devi avere una grande profondità. Stefano era romano, trasudava una grande umanità e bonarietà (…). Stefano era una persona con tante virtù: trasparenza, onestà , sensibilità, intelligenza". E non è un caso che uno degli ultimi testi scritti, sicuramente l'ultimo pubblicato, quello per "Rinascerò, rinascerai" era diventato un vero e proprio inno di resistenza al coronavirus: la canzone, scritta su invito di Roby Facchinetti, infatti, aveva ottenuto un ottimo successo, con oltre 16 milioni di ascolti su Youtube.