Diventare adulti: The National, Lcd Soundsystem e il racconto del tempo che passa
Il tempo passa, sempre, e dopo i 30 comincia a farsi più veloce e più si cresce più il tempo vola. E il tempo che passa è forse una delle ossessioni maggiori di questi anni, soprattutto se non si è più in età adolescenziale: attorno ai 30 anni, ci dicono, si dovrebbe aver trovato la propria strada, le amicizie più care si sono già sviluppate, si pensa a (o si ha già) una famiglia, un lavoro, i gusti si sono assestati e insomma, l'arte della scoperta va via via scemando.
Da Grizzly Bear a QOTSA: un rientro importante
Nelle settimane scorse, tra la fine di agosto e l'inizio di settembre sono usciti una serie lunga di album che vale la pena segnalare: c'è il ritorno dei Grizzly Bear, quello di Sam Beam, aka Iron & Wine, ci sono i Mogwai e i Queens of the Stone Age, ma anche Nadine Shah e la sorpresa Steven Wilson, che si è arrampicato fino al primo posto delle classifiche inglesi. Ma nonostante altri annunci, sono due i nomi che nei giorni scorsi sono stati i più gettonati e, chissà, forse il caso ha voluto che fossero proprio due delle band che hanno con i concetti di tempo e memoria due degli aspetti ricorrenti delle proprie canzoni.
"American Dream" e "Sleep Well Beast"
L'1 settembre è uscito "American Dream", l'attesissimo album degli LCD Soundsystem, la band di James Murphy che a metà degli anni 2000 ha rivoltato come una scarpa il mondo del rock unendolo alla perfezione alla dance, riuscendo a diventare in pochissimi anni (e album) un punto di riferimento, grazie anche alla creazione di un'etichetta come la DFA; l'8, invece, è stato pubblicato "Sleep Well Beast", ovvero il ritorno dei National. Murphy e Matt Berninger, gli autori dei testi dei due progetti sono anche due tra i più criptici e amati songwriter della propria generazione, a voler volare bassi, in grado proprio di raccontare il diventare adulti, il che li ha resi perfetti per un determinato tipo di pubblico, sia per tematiche che per sonorità.
I significati complessi
La complessità di alcuni passaggi, di alcuni riferimenti (l'esegesi dei loro testi è una delle più grandi sfide dei rispettivi fan, che scovano riferimenti biblici, pop, ripetizioni di immagini e parole già presenti in vecchie canzoni) è spesso equilibrata dalle sensazioni e dall'accostamento di immagini che i due mettono in campo, oltre che da alcune parti che sono vere e proprie chiavi al loro pensiero. "Losing My Edge", pezzo che nel 2002 rivelò al mondo gli LCD Soundsystem è proprio il racconto di un uomo che invecchiava mentre il mondo attorno a lui era sempre più giovane e lo faceva raccontando quelli che erano i suoi riferimenti musicali e le sue esperienze, con nomi di band di riferimento e date di concerti, ad esempio, e anche i The National, soprattutto quelli degli ultimi anni, raccontano – o almeno a chi scrive paiono raccontare – esattamente il percorso della crescita, del maturare, convivendo con i propri demoni e con le proprie paure.
Cambiare senza perdere mai se stessi
Quello che colpisce è come in un mondo che vede nella novità, nel suono nuovo, una delle poche peculiarità di bontà di un gruppo ("Fanno sempre le stesse cose" è una delle massime offese per alcuni tra coloro che ascoltano la musica) queste due band riescono a non perdere mai il proprio timbro: gli LCD Soundsystem fanno quello che sanno fare meglio, uniscono quelli che sono gli amori di Murphy, come il post punk, ad esempio, alla dance, riuscendo a non sembrare mai stantii e facendo sì che anche quest'album potrebbe essere uscito 10 anni fa o potrebbe uscire tra 10 anni, probabilmente, discorso che vale anche per "Sleep Well Beasts", che si riempie di suoni elettronici che si incastrano (come fare a spiegare il concetto di perfezione dell'"incastro" se non ascoltandolo) nel discorso che la band capitanata da Berninger porta avanti da anni, incrementando quel senso di malinconia, quella sfumatura dark che si coccola o esplode a seconda di quello che decide la voce di Matt o la batteria di Bryan Devendorf (chi scrive ha un debole per lui).
Il senso del crescere
"I've just got nothing left to say/I'm in no place to get it right/And I'm not dangerous now/The way I used to be once/I'm just too old for it now/At least that seems to be true" canta Murphy in "Change Yr Mind", pezzo che parla del momento in cui decise di dire stop all'attività come Lcd, riprendendo quello che, appunto è uno dei suoi cavalli di battaglia. Crescere, certo, non per forza diventare più saggi, anzi, la lotta coi propri demoni e con le cazzate che si sono fatte, si fanno e si faranno è anche una delle cose che spinge Berninger a scrivere quello che scrive: lo si legge nei testi, ovviamente, o più esplicitamente nelle interviste (ad esempio in questa che gli ha fatto Forbes).
Se hai 30 anni, queste band parlano di te
E il crescere, questo concetto del tempo che passa che permea i due album e le storie dei gruppi si dipana anche attraverso il racconto dei rapporti, delle relazioni, quello con le mogli, fidanzate o quello con la propria band, con le paure ("Sleep Well Beast" comincia con "Nobody Else Will Be There" le cui prime strofe sono "You said we're not so tied together/What did you mean?"). Non è strano, quindi avere tra i 30 e i 40 anni e sentire che Murphy e Berninger parlano di te, del tuo "Getting older", dell'essere "too old" ("In the morning everything's clearer When the sunlight exposes your age"), ma anche della morte, argomento che pare caro a Berninger, che si chiede "The day I die, day I die, where will we be?" o canta "We said we'd only die of lonely secrets", ma anche quando parla di genitorialità: "Losing parents, losing sense, I don't know what we should do. Became a father when I was still a son". Ma non si cada nell'errore di credere che sia musica per pochi, anzi, la statura delle due band dice altro, così come anche i suoni e l'energia live: provate a non ballare su molte delle canzoni degli LCD o provate a stare fermi durante uno dei concerti dei The National, sarà impresa ardua.
Come le poesie
Le relazioni, dicevamo, comunque, ciò che ci rende vivi, anche quando fa più male, e fa male, molto, ancora di più se si prova a entrare in questi testi, se ci si azzarda a farne l'esegesi, perciò a volte è bene fare come la poesia, non intestardirsi con il significato, ma semplicemente lasciarsi trasportare dalle parole, dalla musica, dalle immagini che i due accostano e ci rapiscono, ci hanno rapito e, se avremo fortuna, continueranno a rapirci.