Discoteche degli anni 90, da regine della notte a tuguri pericolanti (FOTO)
Negli anni 90 hanno animato le notti italiane. Al loro interno sono nati amore, amicizie o avventure di una notte. Parliamo delle discoteche più rappresentative di quegli anni. Jessica Da Ros ha deciso di tornare sul "luogo del delitto". Insieme alla sua macchina fotografica ha immortalato ciò che rimane di quegli edifici. Sul blog Memories on a Dancefloor, poi, ha pubblicato le foto. Purtroppo il risultato è un cumulo di macerie e strutture pericolanti e abbandonate. Rimangono pareti crollate, insegne arrugginite, scritte di vario genere, divanetti impolverati che sembrano attendere pazientemente il ritorno dei fasti di un tempo.
Jessica De Ros, intervistata da RockIt, ha spiegato i motivi che l'hanno spinta ad intraprendere questo progetto. La ragazza che ora ha 24 anni, ha raccontato che negli anni 90 era appassionata di musica dance e era attratta dalle luci e dalla musica delle discoteche. Quando è diventata abbastanza grande da poterle frequentare, gli edifici hanno iniziato a chiudere. Da lì è nata l'idea del blog:
"Un po' di tempo fa ho iniziato questo progetto che coincide con una grande passione, ovvero visitare i grandi templi della musica ormai dismessi; per documentarli, ma sopratutto per far riaffiorare bei ricordi nelle persone che li hanno vissuti. Sono luoghi ancora carichi di energie, è impossibile non rabbrividire e non commuoversi davanti a ciò che è rimasto."
Jessica ha raccontato che non è stato difficile introdursi in quegli edifici perché c'era sempre qualcuno che era entrato prima di lei, dunque le porte erano aperte e le ringhiere forzate. All'interno è anche capitato che trovasse degli "ospiti":
"Bisogna prestare attenzione che l'edificio non sia troppo pericolante, e spesso all'interno si possono fare incontri non troppo piacevoli; a volte nelle discoteche ci dormono barboni o tossicodipendenti, mi è successo di incontrarli."
Nel suo cuore c'è una discoteca in particolare, il Manhattan, che si trova a Godega di Sant'Urbano. Anche in questo caso, quando l'età le permetteva di andarci, l'edificio aveva già chiuso i battenti.