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David Bowie: moderno Lazzaro delle stelle resuscitato dalla sua musica

Sarà la sua musica ad accompagnare i fan di David Bowie che oggi piangono la scomparsa di uno dei grandi della musica mondiale e che con il suo ultimo album ha probabilmente lasciato un testamento che va oltre il lato musicale.
A cura di Francesco Raiola
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Blackstar è uscito per consolarci. Per consolare il mondo della musica dalla perdita di uno dei suoi simboli, una moltitudine di simboli quanti sono stati i personaggi a cui, di volta in volta David Bowie ha dato vita e morte, moderno dio musicale: da Ziggy Stardust ad Aladdin Sane passando per il Duca Bianco fino al Sacerdote nero di ‘Blackstar' che ancora una volta aveva nel nome quella volta celeste che per anni lo aveva seguito, la vita su Marte, la stranezza spaziale, tutti riferimenti espliciti per lo Starman che aveva scelto proprio una stella nera per quello che oggi è, quindi, il suo testamento musicale e artistico e che bene aveva spiegato Pier Luigi Razzano su Fanpage.it, in cui aveva parlato di ‘rotta delle stelle'.

Un testamento che ancora una volta guardava un passo avanti e che col senno di poi sembra quasi averci voluto dare degli indizi, suggestioni che partono dalla grafica e arrivano ai testi, in una serie di rimandi da cabala che probabilmente sono solo nella testa di chi scrive. Eppure c'è quella stella nera, il ritorno iconografico che segna, per la prima volta, l'assenza del cantante dalla copertina di un suo album: proprio lui che aveva fatto del suo volto e del suo corpo uno dei principali mezzi per comunicare con il suo pubblico e con il mondo.

Il singolo scelto per lanciare definitivamente l'album era ‘Lazarus', pezzo di 6.22 minuti che cominciava così: ‘Look up here, I'm in heaven I've got scars that can't be seen I've got drama, can't be stolen Everybody knows me now (‘Guardate quassù, sono in Paradiso. Ho delle cicatrici che non possono essere viste, ho una tragedia che non può essere rubata, tutti mi conoscono adesso'), che, come spesso accade, ha vari livelli di lettura e che nella seconda strofa prosegue così: ‘Guardami quassù, sono in pericolo, ma non ho niente da perdere'. Ma le interpretazioni col senno di poi, lasciano il tempo che trovano, anche se ‘Lazarus', probabilmente segnerà il suo testamento apocrifo, nonché sua dichiarazione d'amore per New York a cui fa più volte riferimento.

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Un testamento ancora più forte grazie al video che ha accompagnato l'uscita del singolo che vede proprio il cantante protagonista, Lazzaro, bendato in un letto con dei bottoni per occhi e steso su un letto d'ospedale che (probabilmente) sogna se stesso mentre scrive come per tenere lontano i demoni. Guardare quel video scuro mentre si ascoltano frasi come ‘This way or no way You know I'll be free Just like that bluebird Now, ain't that just like me?' non può lasciare indifferenti.

Oggi però resta la sua musica, che farà resuscitare ogni giorno questo moderno Lazzaro venuto dalle stelle.

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