“Danzeremo a luci spente” di Deborah Iurato, parola all’autore Lelio Morra
Deborah Iurato è stata l'ultima ad aver trionfato ad "Amici", un talent-show che negli anni ha sfornato vere e proprie macchine da guerra in termini di vendite, da Scanu a Carta, da Emma, Amoroso fino a Moreno. Come era ampiamente previsto, anche quest'anno non è tardata ad arrivare la Certificazione FIMI che ha assegnato il Disco d'Oro al suo Ep omonimo per aver superato le 25.000 copie vendute, trainato dal singolo "Danzeremo a luci spente". Il brano, presentato dalla cantante proprio nelle battute finali di "Amici ed edito da Universal Publishing, è stato scritto da Lelio Morra, classe 1986, napoletano e frontman dei JFK & La Sua Bella Bionda, band di cui abbiamo avuto già modo di parlare in occasione dell'uscita de "Le conseguenze dell'umore", pubblicando in anteprima il video del brano "Il pezzo dell'estate". Abbiamo contattato il cantautore per raccogliere le sue impressioni su un successo che, in buona parte, è anche suo e per una chiacchierata informale e a tutto tondo su musica e talent-show, sulla scena indie e sul suo orizzonte di autore che lo vedrà impegnato in una nuova sfida, una collaborazione con Luca Carboni.
"Danzeremo a luci spente" è Disco d'oro in meno di un mese, è tra i più scaricati su iTunes ed è impossibile non ascoltarlo. Lelio sei l'autore del brano, che effetto ti fa?
Ricordo quando una telefonata m'ha svegliato in tarda, ma proprio tarda mattinata ad avvertirmi che Deborah avrebbe cantato "Danzeremo A Luci Spente" in diretta nazionale, così, appena sveglio, senza preavviso. Ero a casa da solo, ho avuto mezz'ora prima di mettermi davanti alla tv in pigiama, a fumare, teso ma con un'ansia felice e la curiosità di chi non sa cosa aspettarsi. Ho avvertito un po' di amici così che vivessero con me quel momento, che è stato davvero emozionante, più di quanto credessi. Con felicità ho realizzato subito la risposta entusiasta del pubblico presente in trasmissione (tra cui Miquel Bosè, per la felicità di mia madre) e successivamente degli amici pronti a seguire questa mia nuova avventura. Tutto il resto è stato pazzesco, oltre le aspettative e molto veloce. Ma è anche questa la magia della musica, che riserva sorprese. Deborah vince ad Amici, Disco d'Oro al suo album che vende 25mila copie in meno d'un mese e scoprire che il mio nome sia finito nello stesso libretto insieme a Fiorella Mannoia (per Deborah Iurato ha scritto "Anche se fuori è inverno", ndr). Resto con i piedi ben saldi a terra, certo di dover fare ancora tanto altro e consapevole che tutto quello che sto costruendo è totalmente imprevedibile, ogni percorso artistico lo è, si rischia tanto provando a vivere di una passione, io cerco di perseguire questo obiettivo nel quotidiano, non dando mai nulla per scontato, lavorando duro. Cavalco l'onda di questo buon momento, continuando a lavorare duro su ogni aspetto con entusiasmo. Ci sono persone che hanno creduto in ciò che ho fatto finora e che ringrazio ancora, come Ninni Pascale (produttore de "Le Conseguenze dell'Umore", primo album della mia band) grazie al quale ho conosciuto Giorgia Fazzini (giornalista patrocinante al Talent per autori di canzoni "Genova Per Voi" dove ho conosciuto Federica Abbate con cui ho stretto un'amicizia sincera e continuo a collaborare).
Da Deborah Iurato a Luca Carboni. Sappiamo che è un progetto a cui stai lavorando, comincerai a prenderci gusto nel diventare solo un paroliere?
"Danzeremo A Luci Spente" è la prima canzone che ho firmato da autore ad aver avuto successo, ma non il primo tentativo. Ad esempio insieme al mio amico Domenico Mannelli, conosciuto al CET di Mogol, ho scritto "Quando Sorride" che al momento è tra le mani esperte di BMG Rights Management, all'opera nel cercarle la giusta destinazione. Con Bianca Frau, giovane ed affascinante voce conosciuta al CET, abbiamo vinto il Premio Donida al Conservatorio di Milano proprio con questa canzone. Tutto ciò per dirvi che provo a fare musica cogliendo le occasione giuste, a volte qualcosa va oltre le aspettative per cui non posso che crederci ancor più e impegnarmi. Per Luca Carboni mi sento onorato di quest'incarico e farò del mio meglio.
Scrivere per sé stessi e scrivere per gli altri. Che differenza c'è? E ti capita mai di scrivere una canzone che non daresti mai a nessun altro se non ai tuoi JFK & La sua Bella Bionda?
Credo che in musica, nelle canzoni, sia la sincerità a vincere: non cosa dici, ma il modo in cui lo dici. Ho sempre scritto ciò che ho vissuto sulla pelle, nel bene e nel male, o di storie che hanno lasciato il segno, siano state vissute da amici o raccontate in romanzi o film. E' quando mi riconosco in una canzone che riesco a farla mia. Questo è l'approccio che conservo, che in verità è spontaneo. Quando hai un interprete per cui scrivere, la differenza sta nel fatto che c'è da studiarselo, se ha una storia la approfondisci o per capire il range vocale e il mondo musicale in cui cucirgli una canzone come fosse un vestito. E' un lavoro che mi diverte e mi da stimoli. Ho una canzone, si chiama "Elena", che mi fa star bene ogni volta che la canto. La meraviglia è che anche le persone a cui l'ho fatta sentire hanno la mia stessa sensazione. Per cui a meno che non sia Paul McCartney a volerla cantare, la terrò per me.
DiMartino, Bianconi, Casalino: tre esempi molto diversi di autori contemporanei che hanno anche una carriera solista con fortune alterne. Lelio Morra a chi si sente più vicino?
Bianconi è senz'altro quello che conosco meglio tra i 3 ed è uno dei migliori autori in Italia al momento, anche la sua carriera è d'esempio per me. I Baustelle prima di arrivare al successo hanno pubblicato tanti album, macinato molti chilometri e scritto davvero grandi canzoni. "Bruci La Città" che canta Irene Grandi è una gran canzone. Sarà che mi piace così tanto Bianconi perchè quando rubo in autogrill mi sento Alain Delon, ma non ditelo in giro.
Lelio Morra per la Iurato, Davide Petrella con "Logico #1" per Cremonini, la scena indie napoletana scrive e l'Italia ascolta.
Davide è un amico, anni fa (era il 2007, con gli Eutimìa, la mia prima band) tenemmo un concerto al Duel di Napoli, fu pazzesco. E' bello che il tempo lasci che sia la musica a parlare adesso. Di recente abbiamo bevuto qualche birra e mi si è complimentato per "Danzeremo A Luci Spente", mi riconosceva nella canzone. Ed è stato importante per me, ho apprezzato molto. Ammiro la sua scrittura, specie nei testi, musicalmente si richiama troppo a mio avviso. Mi raccontava che con Cremonini c'è prima di tutto amicizia e stima, credo sia imprescindibile per costruire una buona base a questo tipo di collaborazioni. Un po' come tra me e Tommaso Cerasuolo dei Perturbazione, che ha firmato con me il testo di "Ci Penso Io". Oggi tornavo a casa dalla laurea dell'ormai maestro Libeccio, chitarrista dei JFK , e ho incontrato Giovanni Block a Via Roma. Con lui condivido un progetto, il "Be Quite Night – la notte dei cantautori" che nasce proprio per dar spazio e ascolto a chi scrive canzoni e creare coesione tra gli artisti. A Napoli ci sono molte penne d'alto spessore e di mestiere a mio avviso, il che è una grossa ricchezza culturale a cui però manca il sostegno di strutture in grado di valorizzarle, ma nonostante questo le radio e le televisioni passano canzoni firmate da giovani autori napoletani, come noi, oggi.
Scrivere per un'artista dei talent show fa dedurre che non sei di quelli contro il sistema.
Ti ringrazio per questa domanda perché l'altro giorno Il Mattino ha parlato di me, e in una parte dell'articolo si riportava una mia dichiarazione : "considero i talent il male massimo della musica italiana" però non riportava la parte finale della frase che era "perché al resto della musica buona non viene data mai la stessa visibilità". Ci sono ottimi artisti, interpreti o cantautori che vengono fuori dai talent (amo la voce di Noemi per esempio, vedi Jovine a The Voice) che riescono a trarre dai programmi televisivi una visibilità che nient'altro riesce a darti. Ambizione di chi fa musica è arrivare alle persone. In tutto il resto del mondo ci sono i talent ma solo in Italia, almeno in questo periodo, i giovani talenti sono spinti a dovere se passano dai talent. La mia speranza è che arrivi giustizia verso ciò che ha valore artistico e quindi culturale, umano.
Sei probabilmente il meno partenopeo possibile tra gli artisti della nuova onda, non è un caso che "Le conseguenze dell'umore" omaggia Paolo Sorrentino, "un napoletano che non fa il napoletano di professione".
Rispondo con piacere citando ancora Sorrentino che in un'intervista diceva di non fare il napoletano di professione, bensì d'essere napoletano e basta. Il titolo "Le Conseguenze dell'Umore", oltre ad essere un omaggio al grande film, conserva una verità e cioè che ogni canzone di quell'album è la conseguenza di uno specifico stato d'animo, uno specifico umore da cui poi ho iniziato a scrivere.
Quanto manca per il secondo disco dei JFK & La Sua Bella Bionda?
È ancora presto per parlarne, per ora mi piace pensare che "Elena" sia la canzone che aprirà le acque al prossimo giro di boa.