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Danny Elfman, autore di colonne sonore per Tim Burton e I Simpsons, è accusato di molestie sessuali

Danny Elfman, uno dei compositori cinematografici e televisivi più importanti negli Stati Uniti, è accusato di molestie sessuali dalla musicista Nomi Abadi.
A cura di Vincenzo Nasto
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Danny Elfman, foto di Jerod Harris
Danny Elfman, foto di Jerod Harris

Il compositore cinematografico e televisivo Danny Elfman, autore delle colonne sonore di alcuni film di Tim Burton, ma anche del prodotto d'animazione The Simpsons, è stato citato in giudizio per una violazione del contratto di riservatezza nei confronti della musicista Nomi Abadi, pianista e compositrice nominata ai Grammy nel 2015 e nel 2016. Secondo Rolling Stone Usa e Variety, l'uomo non avrebbe effettuato i pagamenti di alcune rate dell'accordo stretto nei confronti della musicista nel 2018, un patteggiamento dopo le accuse di molestie sessuali che Abadi avrebbe rivolto al compositore nel 2017. Secondo la prima rivista americana, entrata in possesso del rapporto della polizia di Los Angeles del novembre 2017, Abadi ha accusato Elfman di essersi masturbato davanti a lei più volte. Nel luglio 2018, Elfman e Abadi avrebbero raggiunto un accordo di riservatezza con quattro pagamenti nel corso di cinque anni, per un totale di 830.000 dollari: alcuni dei fondi sarebbero stati versati a organizzazioni di beneficenza e non direttamente ad Abadi, come affermano i documenti.

Danny Elfman è uno dei compositori americani più popolari del mondo cinematografico e televisivo americano. La sua musica è entrata nelle case di mezzo mondo attraverso la colonna sonora dei The Simpsons, ma anche The Nightmare Before Christmas, Men In Black, Spider-Man e, più recentemente, Wednesday su Netflix. Nelle scorse ore, grazie a un'inchiesta di Rolling Stone Usa, è stato scoperto un accordo nel luglio del 2018 tra il compositore e la musicista Nomi Abadi, nominata ai Grammy sia nel 2015 che nel 2016. L'autore infatti, secondo i documenti raccolti dalla testata, avrebbe accettato di pagare 830mila dollari la musicista in cinque anni, dopo un accusa di molestia sessuale combinata nel novembre 2017.

Come riportano i documenti della polizia di Los Angeles, l'uomo si sarebbe masturbato davanti ad Abadi più volte: a questo si aggiungono le accuse di un servizio artistico di nudo concesso sotto la pressione dello stesso Elfman. Tutto sarebbe avvenuto nello studio di registrazione del compositore, con Abadi che descrive il primo approccio in accappatoio senza alcun indumento intimo, un abito con cui Elfman preferiva lavorare, secondo Abadi e le fonti a lei vicine.

Nel frattempo, sono state raccolte anche le testimonianze di Elfman, che ha subito negato i comportamenti presentati nelle accuse di Abadi, ribaltando la narrativa, descrivendo un forte interesse emotivo della donna nei suoi confronti: "Le accuse di Abadi semplicemente non sono vere. Ho permesso a qualcuno di avvicinarsi a me senza sapere che ero la sua cotta d'infanzia e che la sua intenzione era di rompere il mio matrimonio e sostituire mia moglie. Quando questa persona ha capito che volevo allontanarmi da lei, ha chiarito che avrei pagato per averla rifiutata".

Elfman ha sottolineato la consensualità del loro rapporto, ma soprattutto ha giustificato l'accordo con un principio legato all'esplosione del movimento #MeToo, come ha raccontato il suo portavoce: "Di fronte alle minacce dell'altra parte di rendere pubbliche le falsità al culmine del movimento #MeToo, Elfman ha affrontato la scelta impossibile tra continuare la sua carriera e guadagnarsi da vivere per la sua famiglia o decidere di combattere quella che all'epoca era una battaglia impossibile da vincere per dire la verità: Danny ha scelto la sua famiglia. È deludente, ma purtroppo non sorprendente, che questa narrativa infondata venga riproposta ora che i pagamenti sono stati interrotti. Le accuse da sole non dovrebbero e non equivalgono a colpa, e Danny si difenderà e riabiliterà il suo nome con il volume delle prove e le stesse parole dell'altra parte".

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