Danneggiata la statua dedicata a Chris Cornell, l’artista si è tolto la vita nel 2017
Era il maggio del 2017 quando Chris Cornell si tolse la vita, impiccandosi. L'artista, frontman dei Soundgarden, ha lasciato un grande vuoto per amici, familiari e fan, vuoto che era stato parzialmente colmato, anche se solo da un punto di vista simbolico, con un'opera d'arte realizzata nel 2018 dallo scultore Nick Marras, una statua che ritraeva proprio Cornell nell'atto di suonare la chitarra.
La reazione della famiglia
Installata di fronte al Museo della Cultura Pop di Seattle, la statua è stata deturpata, notizia giunta dall'America nelle ultime ore. Una persona non ancora identificata ha spruzzato della vernice bianca su varie parti della statua. Immediata la reazione della moglie di Chris Cornell, Vicky, all'atto di vandalismo verso la statua in memoria di suo marito, una reazione di dispiacere espressa attraverso i social:
“Io e i miei figli siamo affranti per aver appreso dei danni alla statua di Chris. La statua non è solo un’opera d’arte ma è anche un tributo a Chris, al suo incomparabile lascito a livello musicale e a tutto quello per cui lui si batteva. Rappresenta Chris, una persona che era amata non solo a Seattle ma in tutto il mondo. Di fronte a tutto questo odio, siamo ancora una volta grati ai fan che hanno sostenuto Chris e hanno mostrato un amore così immenso. Ci ha fatto molto piacere sentire che i fan hanno tentato di ripulire questo atto di vandalismo. La statua verrà restaurata e l’odio non vincerà”.
La perdita dei Soundgarden come famiglia
Poco tempo dopo la morte di Cornell, la moglie Vicky aveva anche accusato pesantemente la famiglia dei Soundgarden, i componenti della band e l'entourage colpevoli di essersi allontanati da lei dopo la morte del marito. Anche in quel caso aveva consegnato lo sfogo al suo account Instagram: "Capita, a volte, che mentre stai elaborando il lutto per una perdita fisica, devi anche piangere la perdita di alcune persone che consideravi amici e quasi una famiglia" si legge nella lunga nota n cui parla di come non sia raro che una vedova debba combattere proprio contro questa cosa: "Non è una cosa che riguarda me, o le vedove delle star o della politica, è una cosa che capita alla maggior parte delle donne dopo che i propri partner sono morti. È una cosa che trascende la classe socio economica, la razza o la religione, ma è un tema troppo comune. Membri della famiglia, amici o collaboratori insensibili che sfruttano la vulnerabilità di una vedova quando è distrutta".