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Doppio appuntamento con Danilo Rea e Anthony Joseph al Roma Jazz Festival

Il Roma Jazz Festival si sdoppia e affida al pianoforte di Danilo Rea e alla voce di Anthony Joseph questo nuovo appuntamento che si terrà tra Auditorium Parco della Musica e Lanificio 159, in attesa di Roy Paci e Carlo Lucarelli.
A cura di Francesco Raiola
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Doppio appuntamento, questa sera, per il Roma Jazz Festival che dopo aver ospitato il Maestro etiope dell'Ethio Jazz Mulatu Astatke, ospiterà due concerti, uno all'Auditorium Parco della Musica e l'altro al Lanificio 159, i due luoghi che ospitano questa 37a edizione. I protagonisti saranno Danilo Rea e Anthony Joseph, due personalità diverse tra loro, ma accomunate dalla comune passione per la musica e il jazz in particolare.

Danilo Rea è una figura eccezionale nel panorama jazzistico italiano. Uscito dal Conservatorio di Santa Cecilia, Rea si dà al rock progressivo prima di abbracciare la carriera jazzistica che negli anni lo ha portato a diventare una delle figure di punta del genere in Italia e a ottenere visibilità e riconoscimento anche all'estero. Ma Rea non ha perso i suoi legami con altri generi, come il pop e il cantautorato e non è difficile imbattersi in alcuni suoi progetti con alcuni tra i migliori cantautori italiani come Baglioni, Mina e Paoli (non ultimo quello proprio col cantante genovese con cui ha suonato in “Napoli con amore” che riprende alcuni classici della tradizione musicale partenopea).

Danilo Rea porterà sul palco dell'Auditorium "Jazz in Suburra" che si ispira al libro scritto dal giornalista Carlo Bonini e dallo scrittore Giancarlo De Cataldo (edito da Einaudi) e che sarà accompagnato dalle letture di Fabrizio Gifuni.

Al Lanificio 159, invece, toccherà a Anthony Joseph e la sua The Spasm Band composta, oltre che da lui stesso alla voce, anche da Andrew John al basso, Christian Arcucci alla chitarra, Colin Webster al sassofono, Marijus Aleksa alla batteria e Will Fry alle percussioni. Joseph è un artista poliedrico che spazia in vari campi, accostando alla sua attività di musicista, anche quella di scrittore, poeta. Originario di Trinidad Tobago, vive da anni, ormai, in Gran Bretagna ed stato considerato uno dei 50 scrittori neri e asiatici che hanno dato il maggior contributo alla letteratura contemporanea britannica. Quello che suona con la sua band è stato definito "Jazz selvaggio" unendo la poesia alla musica, appunto unendo voodoo caraibico, funk purissimo e agilità improvvisativa jazz. Un performer incredibile e da non perdere.

Domani toccherà, invece, sempre all'Auditorium, a Roy Paci e Carlo Lucarelli con lo spettacolo "Le cose non sono mai come sembrano".

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